Rivista "IBC" XVI, 2008, 4

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali / itinerari, progetti e realizzazioni

Come far rinascere un borgo appartato, facendo leva sulla sua storia: la proposta di Verucchio per coniugare cultura e turismo.
Il paese delle ambre

Elena Rodriguez
[Museo civico archeologico di Verucchio, Rimini]

A pochi passi dalla costa adriatica, dalle mete più note del turismo balneare della riviera romagnola, si trova uno dei borghi più caratteristici della valle del fiume Marecchia, arroccato su una rupe che domina il fondovalle: all'interno di un territorio molto ben conservato dal punto di vista paesaggistico, il borgo conserva e manifesta in modo incantevole numerose tracce del suo passato, sin dal suo impianto urbanistico. Quanti si avventurano per le vie del paese (le presenze si sono consolidate ormai sui trentamila visitatori all'anno) rimangono affascinati dalla ricchezza di tale patrimonio, dall'atmosfera che si respira, nonché dai segni di ospitalità.

È stata una serie di circostanze vantaggiose a favorire lo sviluppo turistico di Verucchio. Il paese ha in primo luogo il vantaggio di trovarsi in una dimensione molto a misura d'uomo, rispetto al territorio riminese in cui è inserito: isolato ma non lontano dalle località turistiche più frequentate. La posizione geografica e la morfologia, inoltre, lo hanno collocato in passato in un ruolo non secondario, al contrario di quanto l'apparente marginalità attuale sembrerebbe presupporre, ponendolo al centro delle principali dinamiche di sviluppo che hanno interessato la regione. Le due fasi di particolare splendore coincidono con la prima età del Ferro e l'epoca malatestiana e di queste si è conservato uno straordinario patrimonio archeologico, storico, culturale e artistico, il cui interesse e la cui unicità sono oggi riconosciuti a livello non solo nazionale.

L'ultimo ma non secondario presupposto imprescindibile per lo sviluppo di Verucchio è rappresentato dalla lungimiranza della classe politica locale, che dalla metà degli anni Novanta del secolo scorso ha dato avvio a una vasta e ambiziosa politica di recupero, valorizzazione e promozione di tali risorse ai fini culturali e turistici. I due monumenti oggi più rappresentativi di Verucchio sono il Museo civico archeologico e la Rocca malatestiana.

Il Museo, inaugurato nel 1985 e allestito tra il 1995 e il 1999 nella veste più completa, conserva le testimonianze del fiorentissimo centro villanoviano sorto sulla rupe nella prima età del Ferro (IX-VII secolo avanti Cristo). La posizione favorevole del centro ne determinò una primaria importanza nelle relazioni che interessavano l'Adriatico, soprattutto in riferimento al commercio dell'ambra baltica, essendo collegato da un lato allo scalo a mare, alla foce del Marecchia, e dall'altro all'Italia padana e ai centri dell'Etruria tirrenica. Le prime raccolte di materiali e gli scavi sistematici (condotti a più riprese tra il 1963 e il 1972) hanno restituito centinaia di tombe, raggruppate in quattro aree sepolcrali. La grande quantità dei reperti conservati all'interno delle sepolture documenta le caratteristiche culturali del centro e permette di cogliere i diversi livelli di ricchezza e i ruoli dei gruppi gentilizi locali.

Il patrimonio più sorprendente è costituito dagli oggetti in sostanza organica (mobili e contenitori lignei, abiti in lana, contenitori in vimini, resti di cibo), conservatisi a Verucchio in modo eccezionale per motivi legati alla composizione dei terreni e alla presenza di acqua: si tratta di reperti di straordinaria bellezza, unici a livello europeo, e che rappresentano una risorsa di valore inestimabile per comprendere molti aspetti della cultura italiana dell'epoca. Per questo la loro rilevanza non si limita all'ambito locale.

Con un salto di secoli, la centralità della rupe verucchiese tornò a manifestarsi nel Medioevo con la famiglia dei Malatesta, originaria proprio di Verucchio: al capostipite, Malatesta da Verucchio, e a Sigismondo Pandolfo, si collegano le principali strutture della Rocca malatestiana, una delle fortificazioni più significative e meglio conservate dei Signori di Rimini. Le strutture antiche sono state rese accessibili al pubblico in tutto il loro sviluppo architettonico, che va dal XII fino al XVI secolo: torri, mura, cisterne, ambienti residenziali e sistemi difensivi raccontano un periodo fiorente e significativo non solo per la storia locale, ma per il più ampio comprensorio regionale. Di quest'epoca, nel borgo, si conservano anche altre testimonianze valorizzate: il percorso della cinta muraria (ampi tratti di mura con i torrioncini di guardia, gli Archi di Passerello e Sant'Agostino) e numerose opere d'arte in parte ancora presenti nei luoghi di culto verucchiesi.

Prima del 1995, Verucchio si presentava come un paese isolato, in cui gli edifici storici e il patrimonio culturale risultavano immobilizzati in strutture non solo inutilizzabili, ma in alcuni casi fatiscenti. Un ambizioso programma politico ha dato avvio, a partire dal piano di legislatura 1995-1999, a una vasta opera di recupero e valorizzazione su più livelli (urbanistico, architettonico, artistico e archeologico), proseguita e perfezionata nella legislatura successiva. Obiettivi principali: far assumere a Verucchio un rilievo culturale e turistico di primo piano, fornendo al borgo un'immagine forte, che lo caratterizzasse come città d'arte e ne facesse una meta privilegiata della provincia di Rimini, e quindi promuovere strategie tali da inserirlo in un percorso turistico che collegasse il borgo sia alla costa sia alla media-alta valle del Marecchia.

Questi erano i presupposti necessari per un rilancio e uno sviluppo sociale ed economico del paese, che in parte sta già dando i suoi risultati. L'opera ha riguardato numerosi interventi di ristrutturazione e valorizzazione di edifici di interesse pubblico e culturale (la Rocca, le mura, il Palazzo comunale, alcune chiese, il Museo archeologico, il Teatro e l'Archivio storico) e un ampio piano di riqualificazione urbanistica, per il miglioramento dell'arredo urbano, della rete viaria e di accesso al paese, nonché la creazione di infrastrutture necessarie sia per i cittadini, sia per l'accoglienza dei turisti (marciapiedi, aree di sosta, anche attrezzate per pullman e camper).

Per costruire a Verucchio un bacino culturale di grande spessore, i principali beni culturali, così valorizzati, sono stati messi a sistema, sviluppando un'offerta turistica complessa e di qualità, fruibile tutto l'anno da parte del grande pubblico (turisti italiani e stranieri, gruppi organizzati e scuole), e completata da servizi di accoglienza e di ricettività. L'intervento di associazioni locali e gli investimenti di aziende private hanno infatti favorito il fiorire di strutture ricettive di qualità, in continua crescita. Il sistema culturale e turistico ruota intorno alla Rocca malatestiana e al Museo, aperti al pubblico quotidianamente per sei mesi all'anno, mentre nei mesi invernali sono accessibili durante i fine settimana, le festività e tutti i giorni dell'anno su prenotazione, per gruppi e scuole, ai quali viene garantito un servizio di visita guidata affidato a operatori altamente specializzati.

Il fulcro dell'organizzazione è rappresentato dall'Ufficio di accoglienza turistica: aperto tutto l'anno dal 1996, con il sostegno economico della Regione Emilia-Romagna, è collocato in posizione centrale rispetto ai siti di interesse turistico e dal 2005 ha una sede prestigiosa. La gestione dell'Ufficio, insieme a quella della Rocca e del Museo, è affidata dal Comune tramite convenzione all'Associazione Pro Loco di Verucchio, che rappresenta il punto di riferimento per visitatori e gruppi che prenotano le visite guidate e anche per l'organizzazione dei principali eventi estivi. Oltre a manifestazioni di carattere più popolare, il Comune ha voluto valorizzare particolarmente, come azione di promozione sul territorio, una manifestazione musicale di ottima qualità, il "Verucchio Festival" (nel 2008 alla sua XXIV edizione), consolidata in questi ultimi anni grazie alla direzione artistica di Ludovico Einaudi, che ha chiamato sul palcoscenico artisti di fama nazionale e internazionale, con grande successo di pubblico.

Proprio in virtù di questi servizi, e ancora prima per l'eccellente conservazione del borgo, Verucchio ha ricevuto nel 2005 la "Bandiera arancione", marchio di qualità del Touring Club Italiano: un riconoscimento importante di quanto è stato compiuto fino a ora, ma anche uno stimolo a proseguire e a sviluppare quanto si è intrapreso. Lo sviluppo ulteriore di Verucchio è basato prevalentemente sul Museo archeologico, potenziato da una serie di attività di alto spessore (allestimenti, mostre, campagne di scavo, pubblicazioni scientifiche, convegni): nel 2000 il Museo è stato valutato come uno dei migliori d'Europa, con il suo inserimento nella lista ristretta selezionata per il conferimento del premio "European Museum Award for Year 2000".

Per questo si è ritenuto opportuno incentrare sul settore archeologico il progetto che realizzerà compiutamente gran parte delle azioni già intraprese e che potrà favorire il raggiungimento di un prestigio internazionale, partendo da un presupposto fondamentale, che coincide poi con la missione del Museo: coniugare ricerca, comunicazione, valorizzazione. L'intervento diretto della Provincia di Rimini e della Soprintendenza per i beni archeologici dell'Emilia-Romagna ha incoraggiato l'ideazione di un piano ambizioso, che intende valorizzare uno dei siti archeologici più interessanti di Verucchio (la Necropoli "Lippi"), per la sua conservazione e promozione.

Di questo programma sono state realizzate finora alcune tappe: l'apertura della variante della Strada provinciale 15 bis per predisporre l'area per le ricerche archeologiche; l'attuazione di quattro campagne di scavo (2005-2008); il restauro e l'esposizione dei reperti rinvenuti in due mostre temporanee ("Il potere e la morte", 2006; "Le ore e i giorni delle donne", 2007). Resta da ultimare l'obiettivo principale e più impegnativo: la creazione di un vero e proprio parco archeologico con relative infrastrutture, che occorre per dare compiutezza al bacino culturale di Verucchio. La ricostruzione di una parte della Necropoli "Lippi" nel sito originario permetterà al visitatore di accedere a parti più consistenti del patrimonio e soprattutto di cogliere in modo immediato il suo significato: in questo senso il Parco costituisce un complemento ideale al ricco percorso del Museo. L'apertura di uno scavo archeologico ai non addetti ai lavori rappresenta un forte richiamo, che sarà favorito anche dall'utilizzo di nuove tecnologie, peraltro già impiegate negli ultimi scavi, sia per le esigenze proprie dell'attività di ricerca, sia per le implicazioni didattiche e la possibilità di facilitare la comunicazione dei contenuti al pubblico di ogni livello ed età.

Si andrà così ad arricchire e a qualificare il livello dell'offerta culturale e turistica, potenziando i luoghi di visita e attrezzandoli con servizi adeguati ad accogliere il grande pubblico, anche quello straniero che sempre più spesso, in questi ultimi anni, sceglie Verucchio tra le mete del proprio soggiorno in Italia. Questo potenziamento dovrebbe favorire ulteriormente lo sviluppo economico del paese, in una prospettiva estesa all'intero territorio provinciale e regionale a cui appartiene, e di cui, non a caso, rappresenta un'eccellenza.

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