Rivista "IBC" XIII, 2005, 1

musei e beni culturali / interventi, leggi e politiche, pubblicazioni

Il repertorio IBC dei luoghi dell'arte contemporanea attivi sul territorio regionale sorprende per la quantità e la qualità del patrimonio che rivela.
Emilia-Romagna, Novecento e oltre

Laura Carlini
[IBC]
Claudia Collina
[IBC]

Il 28 gennaio 2005 a Bologna, in occasione di "ArteFiera", e poi il 12 febbraio a Luzzara (Reggio Emilia), presso il Museo nazionale delle arti naïves "Cesare Zavattini", è stato presentato il volume I luoghi d'arte contemporanea in Emilia-Romagna. Arti del Novecento e dopo, edito dall'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) con i tipi dell'Editrice Compositori. Il volume nasce dal censimento realizzato nel 2003, da cui si ricava un quadro molto vario e articolato: 68 musei, gallerie e archivi con opere d'arte del Novecento e dopo; 43 raccolte d'arte d'istituti diversi, 96 sedi espositive, 26 tra parchi di scultura all'aperto e siti urbani arricchiti con opere d'arte, 45 rassegne cicliche, 11 archivi di giovani artisti. Abbiamo raccolto le voci di Laura Carlini, responsabile del Servizio musei e beni culturali dell'IBC, e di Claudia Collina, curatrice del volume.

 

Il repertorio dei luoghi dell'arte contemporanea in Emilia-Romagna costituisce il contributo della nostra Regione alla conoscenza di questo settore, il punto da cui partire per costruire reti di collaborazioni sia infra che interregionali, che rafforzino, mettendole a sistema, le produzioni locali. La stesura della mappa dei luoghi e delle organizzazioni d'arte del presente nella nostra regione si configura quale atto preliminare all'attuazione del Patto per l'arte contemporanea sottoscritto dal Ministero per i beni e le attività culturali, le Regioni e le Autonomie locali nel 2003, che si prefigge, tra l'altro, di: conseguire un significativo sviluppo del settore in Italia, anche con riferimento alla sua promozione internazionale; definire altresì standard, linee guida e manuali di buona pratica volti a garantire la qualità; promuovere lo scambio e la condivisione di dati nonché l'elaborazione di studi, ricerche e analisi propedeutici alla soluzione di problemi giuridici, organizzativi e gestionali tipici del sistema dell'arte contemporanea; favorire la creazione di reti e di altre forme di cooperazione fra i diversi soggetti attivi nel settore dell'arte contemporanea in ambito nazionale e comunitario; incentivare la collaborazione interistituzionale; potenziare l'immagine di un territorio che coniuga la civiltà attuale con la tradizione culturale del passato nella continuità del sostegno alle sue espressioni artistiche; promuovere e diffondere, anche nel settore scolastico, un'adeguata conoscenza della ricerca dell'arte contemporanea.

Disegnare il ritratto della modernità artistica della nostra regione, restituendone la fisionomia e le espressioni d'identità, è l'obiettivo di questa pubblicazione. L'Istituto, com'è nella sua trentennale tradizione, si era prefisso, anche questa volta, di forgiare uno strumento conoscitivo con l'ambizione di essere d'ausilio a molteplici lettori:

- operatori (critici, curatori) affinché possano, se lo desiderano, elaborare nuovi progetti, instaurare inedite relazioni con altri colleghi e iniziare un percorso di collaborazione e/o di cooproduzione d'iniziative, anche per evitare duplicazioni o sovrapposizioni nei rispettivi calendari, giovandosi di una base informativa dei soggetti e delle risorse esistenti;

- artisti, per favorirli nell'individuare gli orientamenti concettuali, le politiche espositive e di acquisizione dei diversi centri;

- insegnanti e studenti, per sostenerli nel pianificare attività integrative al percorso scolastico sulla base di esigenze didattiche specifiche;

- amministratori, per agevolarli nel definire indirizzi e strategie da adottare, anche sulla base del raffronto fra realtà operanti nello stesso ambito tematico e/o territoriale;

- residenti e turisti che desiderano fruire di questo patrimonio, per facilitarli nel creare dei percorsi personalizzati seguendo le loro intuizioni e inclinazioni.

La ricognizione ha individuato quasi trecento realtà, capillarmente diffuse in ogni provincia. Un insieme costituito da musei, raccolte, sedi espositive per manifestazioni temporanee, siti urbani e parchi artistici, premi e simposi ciclici, ma anche accademie d'arte, archivi di artisti, saloni fieristici, che ci dona l'immagine di un sistema dell'arte molto ricco, complesso e vivo ma in qualche misura frammentario. In esso si coglie infatti un'intensa vitalità propositiva, accompagnata però da un procedere individualistico, che non riesce a prestare adeguata attenzione all'operare altrui, con un effetto di polverizzazione e di isolamento delle proposte.

Il lavoro svolto per delineare questo compendio ha consentito di evidenziare alcuni fenomeni rimarchevoli. Tra questi: la modifica della destinazione d'uso di edifici storici (castelli, chiese, teatri, strutture d'archeologia industriale) per trasformarli in musei ed esposizioni d'arte attuale, e la diffusa presenza, sul territorio, della scultura quale elemento di trasformazione dell'habitat, sia naturale, sia urbano, con un proliferare di parchi e musei di scultura all'aperto nati da simposi, che hanno creato occasioni di scambio culturale a livello internazionale e arricchito il "museo diffuso" della nostra regione.

I saggi che accompagnano il repertorio bene s'integrano fra loro e riflettono lo spirito con il quale l'Istituto opera: studio e ricerca puntuale sulle fonti e sul campo per una conoscenza approfondita e accurata del territorio; consulenza e assistenza tecnico-scientifica e organizzativa nella realizzazione di attività di valorizzazione (mostre, convegni, premi, pubblicazioni); infine, attenzione all'integrazione dell'offerta culturale, alla contaminazione fertile di generi con gli sconfinamenti, in questa occasione, dell'arte visiva nei teatri.

Apre un testo storico-artistico, propedeutico a chiarire cronologicamente i nodi cruciali delle più importanti trasformazioni artistiche avvenute nella regione. Il saggio propone un excursus sulle idee, le tendenze, i movimenti, gli artisti, i critici, gli storici dell'arte che hanno segnato l'evoluzione del paesaggio artistico del Novecento in quest'area, inquadrando la storia della creatività dell'Emilia-Romagna nel contesto dei rapporti nazionali e internazionali, e riuscendo a collocare con maestria i protagonisti dell'arte regionale in una prospettiva di ampio respiro. All'elaborato introduttivo fa seguito il repertorio dei luoghi d'arte contemporanea, elencati per provincia e descritti sia nel contenitore (ossia le architetture che ospitano le collezioni), sia nel contenuto, ossia la loro storia, le loro attività e la consistenza delle loro collezioni. I testi che seguono danno conto del fenomeno frequente dei teatri ad uso espositivo d'opere d'arte contemporanea e di mostre, e dell'impegno costante dell'Istituto per i beni artistici culturali e naturali in questo settore, con iniziative volte alla valorizzazione e promozione dell'arte del Novecento della regione.

I materiali che costituiscono questa guida all'arte contemporanea in Emilia-Romagna confluiranno nella banca dati in linea che l'Istituto ha già predisposto al fine di dare la massima accessibilità all'informazione e garantire altresì il loro aggiornamento continuo. L'Istituto ha, infine, avviato rapporti con altre regioni nell'intendimento di porre i reciproci sistemi informativi sull'arte del presente in grado di colloquiare interfacciandosi, con l'obiettivo di offrire l'accesso più esteso e l'informazione più completa possibile a tutte le categorie di fruitori, gettando le basi per forme di collaborazione che superano i confini amministrativi.

[Laura Carlini]

 

Questo repertorio è nato dall'esigenza di una effettiva conoscenza di tutta la trama regionale che forma l'arte contemporanea; esigenza sentita sia a livello amministrativo che puramente conoscitivo, dal momento che la fotografia scattata all'anno 2004 mostra un tessuto assai vivo di musei, gallerie, raccolte d'arte, collezioni, fondazioni, parchi artistici, siti urbani, sedi espositive, mostre, premi, saloni fieristici, organizzazioni istituzionali, archivi, accademie e archivi di giovani artisti, che hanno sviluppato le istanze artistiche dalle avanguardie del primo Novecento al presente. Un tessuto culturale, quindi, che identifica la nostra regione come territorio attivo, ricco di fermenti artistici ricettivi delle istanze più moderne, ma anche saldi nei confronti delle inevitabili trasformazioni delle tradizioni; nonché come luogo di un'attività espositiva assai dinamica, che valorizza e promuove anche l'arte regionale, oltre a ospitare mostre che documentano massicciamente la creatività artistica italiana e internazionale.

È la prima volta che si è cercato di valutare effettivamente il contesto generale dell'arte del Novecento nella regione, in precedenza l'IBC aveva effettuato sondaggi, certamente circoscritti, ma approfonditi e rivelatori di più ampie situazioni, su raccolte d'arte, premi e rassegne, come Archivi dell'Arte, La premiata Resistenza e Il Campigna e gli altri. Concorsi d'arte del dopoguerra di Forlì e dintorni, curati da Orlando Piraccini. Con questa mappa generale, ora è più semplice comprendere le energie effuse e le trasformazioni poetiche di un passato recente e del presente, nonché invitare a uno scambio d'interessi e attività culturali i vari istituti censiti.

Il censimento dell'esistente della molteplicità delle realtà culturali della regione è una delle attività principali dell'Istituto per i beni culturali, che ha lo scopo di valorizzare e diffondere l'identità culturale diffusa nel nostro territorio. Come spesso accade, l'IBC lavora, al suo interno, attraverso la sinergia dei suoi Servizi: in questo caso il volume si è completato attraverso studiosi dello staff della Direzione di Alessandro Zucchini, della Soprintendenza per i beni librari e documentari con Rosaria Campioni e Orlando Piraccini, e del Servizio Musei e beni culturali con Laura Carlini e Lidia Bortolotti. E un altro censimento è già avviato: si tratta della verifica dell'espletamento, sul territorio emiliano-romagnolo, della legge del 29 luglio 1949, n. 717 e sue modificazioni, la cosiddetta "legge del 2%" e quindi di quante e quali opere d'arte della contemporaneità attuale sono state eseguite, negli edifici pubblici, attraverso l'impegno di questa percentuale rispetto allo stanziamento complessivo. Questa ricerca vedrà la Direzione collaborare con il Servizio per i beni architettonici e ambientali, per una mostra di Piero Orlandi che da tempo ha incentivato l'applicazione di tale normativa, con la legge regionale 16/2002, e lavorato sulla qualità dell'architettura.

Lavorare a questo volume è stato un po' come scattare una fotografia ad una classe assai numerosa di alunni troppo vivaci: è servita una gran pazienza nell'ordinarli (qualcuno è assente, qualcuno è scappato, qualcuno è arrivato più tardi, come il centro culturale Palazzo Marini ad Alfonsine e la Raccolta d'arte dell'Istituto D'Arzo a Montecchio) e una volta effettuato lo scatto sono già tutti fuggiti per lasciare l'impressione di un momento, che si è già trasformato, modificato, e l'immagine di una realtà, conosciuta e nuova al tempo stesso. Ma la ricerca mette in luce, in particolare, i numerosi protagonisti del sistema dell'arte contemporanea della regione: in primo luogo gli artisti, colonna vertebrale delle poetiche della storia dell'arte del Novecento e successiva, documentati nei luoghi censiti, seguiti poi da intellettuali, critici e curatori d'istituti, che con la loro attività rendono assai vivace la promozione artistica sul territorio. Luoghi intesi come esistenza, come situazioni effettive che si radicano, lasciando un segno fermo e leggibile nel costante divenire della realtà e si offrono alla multidisciplinarità della comunicazione artistica e non; luoghi come, ad esempio, Cà La Ghironda a Zola Predosa, Idee in Fabbrica di Sabatini a Cadriano, e la neonata Officina delle Arti a Reggio Emilia. Insomma, non solo un panorama di municipalità e istituti, ma il contesto fruibile del tessuto artistico contemporaneo di un territorio antico, l'Emilia, sedimentatosi con la Romagna in una regione europea di un'Italia esteticamente e artisticamente cruciale.

Questa nuova ricerca ha suscitato come un senso di sorpresa, facendo emergere dal territorio un panorama istituzionale, rappresentativo, capillare e assai dinamico, in particolare nell'operosità espositiva, attività sulla quale si basa primariamente lo sviluppo e la conoscenza dell'arte contemporanea, e nella promozione dell'arte giovanile, incentivata da numerosi premi e rassegne. Tali iniziative fanno pensare alla ripresa di una nuova felice stagione che coinvolge artisti, critici e intellettuali, organizzazioni culturali municipali, come gli Archivi dei giovani artisti, e statali, come le Accademie di belle arti. Dalla ricerca emerge anche una grande attitudine locale a investire autonomamente in questo settore e una sensibilità collezionistica che testimonia la rappresentatività goduta dall'arte del Novecento.

Arte del Novecento e dopo che, ad un'analisi storico-artistica appare mantenere quelle caratteristiche di tradizione e innovazione, a tratti osmotiche a tratti carsiche a volte antitetiche, che hanno portato nel corso del secolo, sin dalle avanguardie storiche, ad una notevole sensibilità nei confronti dei movimenti artistici e all'espressione visuale di personalità talentuose che hanno interpretato, e tutt'ora interpretano con originalità, il susseguirsi e l'interrelazione delle numerose correnti poetiche, dal figurativo all'astrattismo dal concettuale all'oggettuale sino alla multimedialità. E se proprio si vuole cercare un distintivo comune alla molteplicità dei movimenti e alla pluralità degli artisti attivi nella nostra regione esso può ravvisarsi nella predilezione per componenti riferite alla natura e all'espressione dell'emotività e della fisicità umana, esplicitate o sublimate dalla materia, in quell'eterno oscillamento formale tra classicismo - metafisico, simbolico, intellettuale - ed espressionismo - più o meno popolare, più o meno romantico, viscerale e antintellettuale - già colto dalla sensibilità critica di Francesco Arcangeli.

Questo volume è stato quindi concepito per rendere la conoscenza e la fruizione più ampie possibili dei luoghi pubblici d'arte contemporanea a un vasto pubblico, per rendere chiaro il capillare patrimonio di specificità e offrire spunti per equilibrarlo a reti e sistemi; sia per contenuto che per formato. Il libro può essere considerato, quindi, come una guida utile all'esperienza diretta con l'arte contemporanea regionale per ogni cittadino, sia esso amministratore, operatore del settore, artista protagonista o semplice spettatore, con "l'ambizione", come scriveva Arcangeli nel 1969, "di partire dall'interno della disciplina storico-artistica, dalla entità più approfondita e specifica (non specialistica) della storia dell'arte, per irraggiarla verso gli orizzonti più aperti della vita".

[Claudia Collina]

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