Rivista "IBC" XVI, 2008, 1
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali / pubblicazioni
Il revival medievale fra Ottocento e Novecento è un fenomeno piuttosto noto, che ha trovato espressione in molti campi e ha interessato non solo l'Italia. Il volume Neomedievalismi. Recuperi, evocazioni, invenzioni nelle città dell'Emilia-Romagna, curato da Maria Giuseppina Muzzarelli, è il prodotto di una ricerca collettiva, condotta su base regionale e sostenuta dall'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna, che ha inteso indagare proprio questo fenomeno, analizzando e comparando diversi casi e diverse realtà. Oggetto dell'indagine sono stati i molteplici segni che è ancora possibile rintracciare nelle nostre città, ma anche le evocazioni e suggestioni ispirate dal Medioevo, tenendo presente che questa età, nella volontà di politici, architetti e uomini di cultura a cavallo dei due secoli, diventa un'epoca viva e pulsante, depositaria di valori, ideali e di una estetica da imitare e riproporre. Un Medioevo "ricostruito", ma non fantasioso, incoerente o casuale. Come ricorda Renato Bordone nella sua preziosa postfazione, "anche il medioevo 'ricostruito' (e/o inventato) nel corso del secolo appena trascorso è stato frutto del dialogo contemporaneo con una precisa età storica (sia pure idealizzata) vissuta da quello specifico territorio in cui si è in seguito sviluppata l'istanza (magari anche solo il pretesto) di un richiamo determinato. Non è mai 'fantasy': è comunque medioevo".
Gli autori dei saggi che compongono il volume (Guido Zucconi, Roberto Balzani, Piero Orlandi, Otello Mazzei, Ippolita Checcoli, Luciano Rivi, Danilo Morini, Daniela Romagnoli, Barbara Zilocchi, Giovanna D'Amia, Maria Giulia Benini, Simona Boron, Elisa Tosi Brandi, Enrico Gallerani) hanno seguito il criterio di "rintracciare per ogni città un forte elemento trainante" che ha caratterizzato la cultura e le iniziative delle singole realtà prese in esame. Il confronto tra gli studiosi e le varie realtà locali, compiuto per la prima volta in questa occasione, ha messo in evidenza trame e connessioni inedite, personaggi e temi ricorrenti, incontri e rimandi extraregionali. Bologna, per esempio, diventa il fulcro di sperimentazioni straordinarie, grazie alla presenza e all'iniziativa di personaggi che animavano la scena politica e culturale nazionale: Giosue Carducci, Giovanni Gozzadini, Alfonso Rubbiani e Corrado Ricci, per citarne solo alcuni. Nel capoluogo regionale le opere di ispirazione medievale di Carducci e i restauri di Rubbiani rappresentano in fondo le due facce della stessa medaglia. Come scrive Guido Zucconi, il Medioevo offriva l'immagine di un mondo ideale, ma allo stesso tempo forniva solidi paradigmi su cui costruire o ricostruire. Non a caso l'aspetto del restauro è centrale e particolarmente significativo: in tutte le città dell'Emilia-Romagna, a Piacenza, Parma, Ravenna, Bologna, Modena, si intraprendono restauri che trasformano i centri storici nel segno del neomedievalismo.
Dove il volto cittadino non è strettamente medievale, si cercano altrove altri stimoli e spunti: è il caso di Reggio Emilia, dove il neomedievalismo coincide con la figura di Matilde di Canossa e con l'architettura delle pievi da lei fondate nel territorio reggiano, ma è anche il caso di Faenza, dove l'industria della ceramica catalizza le istanze neomedievali con l'opera di Gaetano Ballardini. Il risultato complessivo, estremamente composito, ma coerente, ci consegna un neomedioevo che si estende inaspettatamente fin verso l'era fascista e ancora oltre, fino a oggi.
Neomedievalismi. Recuperi, evocazioni, invenzioni nelle città dell'Emilia-Romagna, a cura di M. G. Muzzarelli, Bologna, IBC - CLUEB, 2007, 212 pagine, 22,00 euro.
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