Rivista "IBC" XV, 2007, 1
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi / pubblicazioni
Dai tempi di Pericle Ducati e Albano Sorbelli, autori della Storia di Bologna edita in due volumi nel 1928 e 1938, tanta acqua è passata sotto i ponti e le nozioni storico-archeologiche relative alla formazione e allo sviluppo della città hanno trovato conferme, approfondimenti e nuovi dati: era ormai necessario, a quasi settant'anni di distanza, presentare accanto ai vecchi questi nuovi dati in un'opera di sintesi divulgativa e al tempo stesso colta.
Il volume, realizzato con il contributo del Comune di Bologna e della Fondazione Cassa di risparmio in Bologna, è un importante (e tutto sommato raro) esempio di koinè tra istituzioni: Università, Musei civici, Soprintendenza ai beni archeologici, Istituto per la storia di Bologna, riuniti sotto l'egida comune della città antica, in un percorso che dalle origini dell'uomo arriva fino agli inizi del medioevo. Studiosi, docenti, ricercatori, funzionari della conservazione e della tutela, archeologi e storici si sono messi in gioco: la sfida era aprire le porte al grande pubblico, l'obiettivo la condivisione del sapere.
Guidata dallo scorrere dei capitoli la ruota del tempo gira a ritroso, fino alle stesse origini dell'uomo, all'età della pietra e alle prime età dei metalli, quando le uniche fonti che possono ancora parlare sono quelle archeologiche, spesso scarse e di non sempre facile interpretazione. Attraverso le pagine del libro prendono forma gli arcaici manufatti in pietra del Paleolitico, in un panorama popolato da grandi animali ora estinti come il Megacero, il cervo dalle grandi corna. Si prosegue il cammino attraverso il Mesolitico e il Neolitico, quando nella pianura padana agli ultimi cacciatori-raccoglitori si sostituiscono le prime comunità di agricoltori-allevatori.
Con la seconda metà del IV millennio a.C. comincia l'età del Rame, le cui tracce sono ben visibili a Bologna, basti pensare alla sepoltura collettiva del riparo sottoroccia del Farneto. Durante l'età del Bronzo (tra il 2100 e il 1000 a.C.) il territorio bolognese si mostra ricco di insediamenti, in un'area compresa tra il Panaro e il Santerno. Ma è dal IX secolo a.C. che comincia a prendere forma, prima con villaggi separati, poi con il concentrarsi dell'insediamento nella zona tra i torrenti Aposa e Ravone, quella città destinata a diventare, secondo le parole di Plinio il Vecchio, princeps Etruriae: ecco allora Felsina, signora di genti.
Gli autori del volume ci conducono attraverso l'analisi della cronologia e dei dati storico-archeologici a scoprire i sepolcreti, gli spazi urbani, i principali fenomeni artistici e sociali delle fasi villanoviana, orientalizzante e felsinea. Gli inserti tematici e le molte illustrazioni ci raccontano di una città ricca, colta, ricettiva, aperta ai contatti commerciali e culturali, forte del suo potere economico e del suo controllo del territorio. L'arrivo dei Galli porta confusione ma anche nuova linfa e sono soprattutto le sepolture che ci permettono di ricostruire, anche se in piccola parte, la vita di questa nuova comunità fino all'arrivo dei Romani. Quella che "nasce" nel 189 a.C., Bononia, è una città nuova, nuova la concezione dello spazio, nuova la parcellizzazione dei terreni agricoli, nuovi in gran parte gli abitanti.
La storia di quella che fu prima parte della Cisalpina, poi con Augusto parte integrante dello stato romano, si sviluppa in sintonia con le sorti dell'impero, con un ruolo tutto sommato marginale rispetto alle grandi vicende della storia. Di questa tranquilla cittadina, leggendo il volume, scopriamo molto: chi la governava, quali erano gli dei venerati, quali usanze, dove e come erano i principali edifici pubblici, le necropoli, il suburbium, cosa non c'è più e cosa resta. Per l'età romana le fonti archeologiche convolano a giuste nozze con quelle epigrafiche e letterarie e le informazioni si fanno non solo più abbondanti ma anche più sfaccettate e particolareggiate. Avere riunito nel volume il punto di vista di archeologi, topografi, storici e storici dell'arte, permette di sfruttare a tutto tondo questi dati.
La crisi del mondo romano porta con sé anche Bononia e la città tardoantica e ormai cristiana modifica sé stessa, scivolando con i traumi comuni a tutti gli insediamenti del territorio (famosa la citazione di Sant'Ambrogio sulle città emiliane definite semirutarum urbium cadavera) nell'età medioevale, argomento, promettono i promotori dell'opera, del secondo volume. Se le dimensioni nutrite del volume non permettono certo di infilarlo agevolmente in borsetta, il suo contenuto permette invece di passeggiare per Bologna guardando la città con occhi differenti, scovando sotto percorsi noti antichi itinerari e memorie.
Storia di Bologna. 1. Bologna nell'antichità, a cura di G. Sassatelli e A. Donati, Bologna, Bononia University Press, 2005, 811 p., euro 30,00.
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