Rivista "IBC" XI, 2003, 2
musei e beni culturali, biblioteche e archivi / mostre e rassegne, pubblicazioni
Sbaglia chi, come il poeta Simonide, crede che il tempo cancelli ogni cosa. A volte la memoria delle cose e degli uomini si radica profondamente fino a permeare l'anima dei luoghi e ciò che era dimenticato ritorna sotto gli occhi di tutti, in modo quasi scontato, come se fosse sempre stato lì. Fa quest'effetto entrare nella ex Sala Borsa di Bologna, attraversare la corte coperta, guardare in basso, al di là del pavimento in vetro e metallo, e scorgere le vestigia dell'antica basilica romana. Ti accorgi allora che non è difficile chiudere gli occhi e al posto della piazza coperta vedere il brulicare della vita nel foro, oltre 2000 anni fa, quando Bologna era Bononia e quando dove ora è la ex Sala Borsa, biblioteca multimediale entrata subito nel cuore dei bolognesi, vi era uno dei limiti del foro della colonia, nata nel 189 a.C. all'interno del programma di romanizzazione della regione.
"I Romani in Sala Borsa. La basilica civile di Bononia", mostra organizzata tra l'8 febbraio e il 29 marzo 2003 dal Museo civico archeologico, dalla Soprintendenza per i beni archeologici dell'Emilia-Romagna e dalla Biblioteca Sala Borsa, si è offerta al pubblico perfettamente inserita nella cornice della piazza coperta, dove si innalzavano per l'occasione due imponenti colonne ricalcate sulle misure dei colonnati che decoravano l'interno della basilica. L'evento, oltre a fare il punto sulle conoscenze di Bologna romana, ha offerto soprattutto la possibilità di illustrare al grande pubblico gli scavi archeologici, che coronavano la visita alla piccola esposizione, realizzata sotto la direzione scientifica di Cristiana Morigi Govi, Luigi Malnati, Jacopo Ortalli, Marinella Marchesi e Renata Curina.
Nelle vetrine agli occhi del visitatore sono stati offerti esempi delle decorazioni architettoniche superstiti, recuperate durante gli scavi degli anni Venti e del 1989-1994, i ritratti della casa imperiale che impreziosivano con gruppi statuari gli edifici pubblici, simbolo inequivocabile del legame tra governo locale e potere centrale. Materiali di diverse epoche hanno aiutato a ripercorrere la vita della basilica, dalle antefisse di fase tardorepubblicana alla base di colonna del rifacimento di età augustea, fino al tardo fregio di età antonino-severiana che chiude la visita.
All'accurata campionatura di materiali esposti si affiancava una forte pannellatura, che non solo supportava gli oggetti, ma permetteva al visitatore di farsi un'idea più che precisa di come era strutturata la città romana. Ecco allora prendere forma l'impianto stradale ortogonale, incentrato sugli assi principali, cardo e decumanus maximi, dove oggi sono gli assi Galliera-Valdaposa (nord-sud) e Rizzoli - Ugo Bassi (est-ovest). Intorno ai tracciati stradali fiorisce la città, con il suo teatro (i cui resti erano visibili in via Carbonesi), l'anfiteatro (che resta vivo nel nome della chiesa di San Vitale in Arena, in via San Vitale) e soprattutto il foro, la grande area pedonale (i tratti di strada rinvenuti non recano segni del passaggio di carri) dove la vita pubblica, amministrativa, commerciale e religiosa della città trovava il suo fulcro.
La storia degli scavi di Sala Borsa, insieme alle notizie sulla nascita e lo sviluppo di Bononia romana e alle schede dei materiali esposti, è confluita poi in un piccolo ma accattivante catalogo dell'esposizione, curato da Marinella Marchesi, che fornisce ulteriori dati per l'esplorazione di quello che fu e che è ancora il cuore della città. La mostra è finita, ma lo scavo è ancora lì, sotto il pavimento vetrato della corte coperta, visibile per chi avrà voglia di fare quattro passi in Sala Borsa, coniugando l'amore per la lettura con la riscoperta del nostro passato.
I Romani in Sala Borsa. La basilica civile di Bononia, a cura di M. Marchesi, Bentivoglio (Bologna), Grafiche dell'Artiere, 2003, 31 p., euro 5,00.
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