Rivista "IBC" XIV, 2006, 4

territorio e beni architettonici-ambientali / pubblicazioni

F. Padovan, Atlante dei Macromiceti della Regione Emilia-Romagna. Valutazione della biodiversità micologica nel territorio regionale, nelle singole province, nelle aree protette e in boschi di particolare interesse ambientale, Bologna, Regione Emilia-Romagna - Assessorato ambiente e sviluppo sostenibile, 2006.
Nel regno dei funghi

Alessandro Alessandrini
[IBC]

L'atlante della distribuzione dei macromiceti nel territorio regionale recentemente edito dall'Assessorato ambiente e sviluppo sostenibile della Regione Emilia-Romagna merita una seria attenzione; immediata è la percezione che si tratta di un lavoro a elevata densità: dati, tabelle, carte distributive, liste, immagini. Viene seguito il reticolo cartografico adottato per la Cartografia floristica dell'Europa centrale che, per modulo cartografico corrisponde al taglio della Carta tecnica regionale e della nuova cartografia dell'Istituto geografico militare, in corso di edizione. La distribuzione nota delle entità è presentata su un reticolo corrispondente alla cartografia 1:25.000; mentre il rilievo è stato svolto sul reticolo delle carte 1:10.000.

Le segnalazioni di presenza sono distinte tra quelle precedenti al 1993 e quelle successive. Vengono presentate oltre 700 carte di distribuzione regionale; inoltre, per altre 1.890 sono precisate le aree di presenza. Per chi conosce il lavoro che richiede un risultato di questo livello, l'opera, per qualità e quantità, è un risultato straordinario. Risultato derivante, oltre che dalla conoscenza della materia, anche dalla capacità di organizzare e gestire dati; ma un esito di questo tipo non sarebbe possibile senza il lavoro concreto e fisico di tanti rilevatori, animati dal desiderio di conoscenza e dalla disponibilità a lavorare per un progetto comune.

Come sempre, e come è nella natura delle cose, alcune aree risultano più ricche di altre. L'Emilia-Romagna è un territorio molto esteso, nel quale le condizioni ambientali sono estremamente diverse. Aree molto ricche di diversità ambientale risultano molto ricche anche di diversità biologica, e micologica in particolare. Anche la distribuzione dei rilevatori esercita un'influenza importante sull'esito di progetti come questi. Per esempio, osservando i dati sintentici e le carte di distribuzione, è evidente che i dati si concentrano soprattutto nella parte centrale della regione; e che alcune aree sono straordinariamente ricche, mentre altre, anche se hanno condizioni ambientali altrettanto ricche, risultano quasi senza dati. Un requisito fondamentale per la buona conoscenza è la continuità dell'esplorazione che andrebbe svolta per numerosi anni; diviene così più probabile rilevare la presenza anche di quelle specie che, pur essendo presenti allo stato vegetativo, producono corpi fruttiferi solo di rado e con condizioni climatiche molto particolari.

Il lavoro pubblicato assume un grande valore anche metodologico. La prima parte, infatti, illustra la metodologia seguita e, grazie ai dati e alla loro distribuzione, è possibile individuare gli hot spots della micodiversità regionale. Molto ricche sono le aree protette. Questo, come già accennato, deriva anche dalla scelta di concentrare le ricerche sulle aree stesse; ma viene confermato il fatto che effettivamente queste aree svolgono un ruolo chiave nella conservazione della diversità biologica regionale. Alle aree protette, e ad alcune altre aree di particolare importanza, viene dedicata un'ampia parte del volume. Oltre a una tabella riassuntiva, sono presentati analiticamente i dati per ciascuna area. Grazie a questi risultati ciascuna area protetta ha oggi uno strumento per migliorare le proprie capacità gestionali, sia per la conservazione che per l'informazione del pubblico.

Qui più in particolare emerge il valore del dato come fonte documentaria per effettuare valutazioni sulla qualità biologica ed ecologica del territorio: diversità, ricchezza, rarità, fragilità. Sono qualità sintetiche che devono essere monitorate nel tempo per misurare lo stato del patrimonio e per percepirne i cambiamenti. E anche per tenere sotto controllo i fattori che lo minacciano. Questo è sempre l'augurio di chi rileva, studia e trae conclusioni: che il proprio lavoro sia utile, serva ad aumentare la consapevolezza; che sia una risorsa conoscitiva, in sintesi, per la conservazione responsabile del patrimonio comune di diversità biologica.

Altre parti del volume si presentano come liste di nomi che, pur apparendo aridi e difficili da comprendere, ci consegnano risultati di valore straordinario. In primo luogo l'inquadramento tassonomico, che deriva dai più recenti studi basati sull'analisi delle sequenze del DNA; anche nel regno dei Miceti, infatti, grazie a queste metodologie sono state messe in luce affinità e relazioni che hanno profondamente ridisegnato l'albero sistematico; questo capitolo è opera di Alfredo Vizzini. Alle pagine 43-111 viene presentata la Lista di controllo dei macromiceti della Regione Emilia-Romagna: sono quasi 2.800 entità (quasi 2.700 specie) che rappresentano la Flora micologica del nostro territorio. Per ciascun taxon è dato anche un esauriente quadro sinonimico.

Sono poche altre le regioni italiane che possono presentare la lista dei macromiceti presenti. Infine, siccome i funghi sono esseri fisicamente concreti, ciascuno con le proprie caratteristiche morfologiche, per completare il quadro informativo vengono presentate 120 immagini, scelte per categorie omogenee.

 

F. Padovan, Atlante dei Macromiceti della Regione Emilia-Romagna. Valutazione della biodiversità micologica nel territorio regionale, nelle singole province, nelle aree protette e in boschi di particolare interesse ambientale, Bologna, Regione Emilia-Romagna - Assessorato ambiente e sviluppo sostenibile, 2006, 387 p., euro 15,00.

 

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