Rivista "IBC" XIV, 2006, 3
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali / immagini, mostre e rassegne, pubblicazioni
La prima edizione di "Reggio Emilia. Settimana della fotografia europea", svoltasi dal 28 aprile al 5 maggio 2006 con appendici espositive nei mesi seguenti, è stata una piacevole sorpresa organizzata dal Comune e non si può che essere d'accordo con l'assessore alla cultura Giovanni Catellani che nell'introdurla parlava della forte vocazione di Reggio per l'arte contemporanea, sin dagli anni Sessanta: qui "la cultura e l'arte hanno trovato nella contemporaneità un terreno fertile che ha permesso alla città di entrare a pieno diritto nella geografia culturale nazionale e internazionale". Si può anche citare come esempio il progetto, affidato a Claudio Parmiggiani, "Invito a: Luciano Fabro, Sol LeWitt, Eliseo Mattiacci, Robert Morris, Richard Serra", che proprio di recente, presso la Fondazione nazionale della danza, ha visto l'inaugurazione di tre steli di Mattiacci, precedute in passato dall'affresco di LeWitt alla Biblioteca "Panizzi" e da una scultura di Morris ai Chiostri di San Domenico (musei.comune.re.it/, sezione "Invito a").
Con la Settimana fotografica il pianeta dell'immagine è stato indagato a fondo da numerosi punti di vista, dalla ricerca all'analisi antropologica, storica e geografica. Su un così vasto panorama (www.reggiofotografia.it/) è possibile innestare temi tali da approfondire il pensiero sui nostri tempi: nella prima edizione i responsabili hanno pensato alla "città con i suoi limiti e i suoi confini", non intesi solo in senso strettamente fisico ma soprattutto mentale e culturale. Di qui la scelta di allestire due rassegne curate da Angela Madesani, "Storie urbane" e "Al limite", a cui si sono aggiunti molti altri appuntamenti in diversi luoghi della città emiliana: "Del guardare" con foto di Luigi Ghirri, "Trans Emilia", "Uno sguardo sulla città", oltre a conferenze varie.
"Storie urbane" (29 aprile - 25 giugno) era "polverizzata" in 10 sedi espositive ai quattro angoli di Reggio e presentava 15 fotografi tra cui Gabriele Basilico, Ingar Krauss, Lena Liv, Anne Tallentire, Martin Parr, tutti indirizzati a riflettere, ognuno con la sua cifra stilistica, sullo spazio civico e sulla comunità che lo abita. Il risultato mette in evidenza il disorientamento di un'epoca caratterizzata forse dall'abitudine di vivere in modo disarticolato l'urbanità e lo spazio collettivo (anche se va detto che forse in città medio-piccole, come Reggio, il rapporto con il paesaggio e le sue molteplicità è meno opprimente, più "naturale" e vissuto antropologicamente con maggiore sinuosità).
Come ricorda il titolo stesso, "Al limite. Arte e fotografia tra gli anni Sessanta e Settanta", la seconda mostra (29 aprile - 23 luglio) metteva invece in scena la riflessione che artisti di quegli anni (e successivi) hanno svolto sul rapporto tra foto come strumento di ricerca e linguaggi come la Pop e la Land art, l'arte concettuale e altri. Andy Warhol in Birth of Venus cuce 4 foto tra loro con lo stesso ritratto modernizzato; Bob Rauschenberg propone immagini più canoniche e in bianco e nero di luoghi che "rappresentano" città; Ugo Mulas è attento alle diverse possibilità della fotografia, dall'autoritratto alla molteplicità; Paolo Gioli ripensa delicate immagini ottocentesche in modo ironico; Franco Vaccari richiama sulla scena le notissime "esposizioni in tempo reale"; Claudio Parmiggiani propone immagini simboliche del suo percorso e Arnulf Rainer ripropone immagini tipiche dei primi anni Settanta, con bei ritratti "sporcati" da gessetto e olio.
Al limite. Arte e fotografia tra gli anni Sessanta e Settanta, a cura di A. Madesani, Milano, Baldini Castoldi Dalai editore, 2006, 176 p., _ 55,00.
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