Rivista "IBC" XIV, 2006, 3

musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni, storie e personaggi

Un altro '800. Gusto e cultura in una quadreria oltrepadana, a cura di S. Fugazza, A. Guarnaschelli, P. Nicholls, Milano, Skira, 2005.
Un altro Ottocento

Anna Maria Aldrovandi Baldi
[giornalista]

Il fascino del passato, nel campo dell'arte figurativa, continua a sedurre a dispetto di mode e avanguardie. La considerazione si riferisce a un bell'esempio di collezionismo privato, legato alla pittura dell'Ottocento, in mostra alla Galleria d'arte moderna "Ricci Oddi" di Piacenza dal 3 dicembre 2005 al 25 giugno 2006 (www.riccioddi.it). Nel 1924 Giuseppe Ricci Oddi, generoso signore piacentino (1868-1937), donò alla città la sua ricca collezione, con il preciso intento di testimoniare lo sviluppo delle arti maggiori in Italia, dall'inizio dell'Ottocento al primo ventennio del Novecento. Questo assemblaggio di pubblico e privato diede inizio all'attuale Galleria d'arte moderna della città. Una realtà che risulta tuttora fra le prime del nostro Paese, relativamente a quel periodo artistico e storico, poco celebrato in Italia. Qui, in esposizione per più di sei mesi, si è tenuta una rassegna di 44 opere, provenienti da una collezione privata dell'Oltrepo pavese, tutte risalenti all'Ottocento e tutte possedute da un proprietario che ha scelto l'anonimato. Pezzi pregiati e prevalentemente inediti, che permettono di allargare la conoscenza di "Un altro '800", con qualità sempre più conosciute e stimate, che arricchiscono il concetto di collezionismo.

Gli elementi che hanno evidenziato le affinità fra le due raccolte a confronto sono molteplici. Primaria è la considerazione che entrambe spaziano quasi esclusivamente nell'Ottocento, con poche eccezioni nel primo Novecento. Altro importante punto di contatto fra i due collezionisti è la lunga, caparbia, selettiva ricerca fra aste, antiquari e privati, che ha portato a reperire non sempre le opere più illustri ma quelle più significative per ogni artista rappresentato. Simile è pure il gusto per un'arte concreta, e questo ha spinto entrambi, in molti casi, verso gli stessi artisti: i Ciardi, Mancini, Pelizza da Volpedo, Liegi, Pratella e altri che, pur in epoche diverse, sono stati privilegiati mai come ipotesi d'investimento ma sempre favorendo il discorso culturale. Il paesaggio, il ritratto, la scena di genere e di realismo hanno catturato l'interesse sia dell'uno che dell'altro, così come è simile anche la concezione estetica che li ha mossi. Tutti e due hanno avuto interesse solo per l'arte figurativa, ma Ricci Oddi ha dimostrato apertura anche verso il nuovo. Egli definiva il suo rapporto con le opere ricorrendo alla metafora di "intime confidenze sussurrate in linguaggi svariati", mentre l'anonimo collezionista lombardo, dal canto suo, confessa: "Passo ore a cambiare posizione ai vecchi quadri, quando ne inserisco uno nuovo, [...] fino a raggiungere quell'armonia espositiva che mi rilassa, e che soddisfa il mio gusto estetico".

Detto questo, una visita alla Galleria "Ricci Oddi" non è solo un'immersione in un mondo passato, ma è pure un'occasione per scoprire piccoli e grandi tesori, generalmente custoditi nella penombra di intimi salotti borghesi. Un insieme di alta qualità che evidenzia esperienze di modernità verso il vero, la natura, le emozioni, il quotidiano e verso l'uomo, dipinto nella sua funzione storica e sociale. Poche ma pregevoli sono anche le presenze femminili, viste nella concezione più avanzata di lavoratrici, con un'acquisita coscienza sociale. Il realismo della bella rassegna integra la conoscenza di un periodo storico fra i più dinamici della nostra cultura, grazie all'apporto di tanti artisti: Avondo, Canella, Dall'Oca Bianca, Fontanesi, Gignous, Fattori, Ranzani e molti altri non meno importanti esponenti di un Ottocento alternativo.

 

Un altro '800. Gusto e cultura in una quadreria oltrepadana, a cura di S. Fugazza, A. Guarnaschelli, P. Nicholls, Milano, Skira, 2005, 112 p., _ 20,00.

 

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