Rivista "IBC" XIV, 2006, 2
musei e beni culturali, biblioteche e archivi / interventi, mostre e rassegne
La terza edizione di "Artelibro. Festival del Libro d'Arte" (Bologna, Palazzo di Re Enzo e del Podestà, 15-17 settembre 2006) è stata presentata il 4 maggio alla Fiera internazionale del libro di Torino (www.artelibro.it). Una particolare attenzione verrà dedicata, quest'anno, al libro da collezione e al libro antico. Tra le novità, una rassegna di mostre ed esposizioni coordinate con il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e con il Museo di arte contemporanea del Castello di Rivoli. Sul tema dell'editoria d'arte pubblichiamo in queste pagine una sintesi della ricerca condotta da Paolo Defant per la sua tesi di laurea in Economia delle imprese editoriali, discussa all'Università di Bologna a conclusione del corso di Scienze della comunicazione.
Per comprendere meglio il fenomeno dell'editoria d'arte da un punto di vista statistico è stato condotto un censimento di tutti gli editori d'arte che pubblicano in lingua italiana. La creazione di un database che comprendesse tutti gli editori d'arte è stata possibile utilizzando il Catalogo degli editori italiani 2005, pubblicazione annuale dell'Associazione italiana editori (AIE), ritenuto lo strumento più autorevole. È stata presa in considerazione una classificazione per insiemi: entro le cosiddette "opere di altro genere", sulla scorta delle principali analisi periodiche degli andamenti annuali dell'editoria condotte dall'AIE, è stato selezionato il segmento dell'"editoria d'arte". Rientreranno dunque nel segmento definito "editoria d'arte e di pregio" tutti i cataloghi stampati a corredo di mostre temporanee e di collezioni permanenti, i volumi monografici considerati opere di reference su artisti, movimenti e periodi artistici, e i libri d'artista. Sono stati isolati, così, 299 marchi editoriali che si occupano di editoria d'arte su un totale di 5.382 sigle editoriali che pubblicano libri in lingua italiana.
Dall'elaborazione e dall'aggregazione dei dati raccolti è stato possibile formare una carta d'identità dell'editore d'arte dell'Emilia-Romagna; incrociando i dati regionali con l'andamento nazionale del settore artistico sono emerse le peculiarità dell'impresa editoriale emiliano-romagnola. In particolare, delle 25 sigle editoriali registrate nella regione sono stati indagati aspetti quantitativi (localizzazione) e qualitativi (anno di fondazione, dimensioni, produzione e rapporto con le nuove tecnologie).
Per quanto concerne la distribuzione geografica delle imprese editoriali d'arte è stato riscontrato un forte sbilanciamento in favore dell'Italia Settentrionale (oltre la metà delle case editrici), con una certa preponderanza per l'Italia Nord-Occidentale (quasi un terzo delle imprese). Tuttavia, rispetto alla localizzazione media dell'intera filiera, l'editoria d'arte presenta un minore tasso di concentrazione nelle regioni del Nord (51% contro 54% e 31% contro 33,7% per l'area Nord-Occidentale).
Questa distribuzione più omogenea ha fatto emergere una prima caratteristica del settore: l'editoria d'arte presenta una forte territorialità, ipotesi corroborata da un quarto degli editori d'arte che si occupa, fra le materie trattate, di storia, arte, folklore e tradizioni locali. Questo radicamento territoriale si traduce molto spesso in una fitta rete di rapporti con associazioni locali come istituti, banche ed enti pubblici. L'editoria d'arte in Emilia-Romagna pare allineata alla tendenza nazionale: se infatti consideriamo unicamente la città di Bologna, essa integra solo 5 dei 25 editori d'arte con sede nella regione e, più in generale, l'intera Emilia-Romagna ospita il 5,3% della totalità degli editori d'arte italiani. Questa percentuale, se paragonata alla distribuzione complessiva degli editori italiani (quasi il 6%), conferma la maggiore omogeneità del settore dell'editoria d'arte.
La maggior parte delle imprese d'arte italiane è di recente fondazione: il 28% di esse è stata istituita dopo gli anni Novanta. Questo dato, tuttavia, non può essere letto senza considerare la riduzione dei costi delle tecnologie di stampa, che ha permesso, per esempio, ad associazioni culturali, di pubblicare a prezzi contenuti prodotti a marchio, proprio evitando la prassi della collaborazione con editori esterni. In leggera controtendenza appare l'Emilia-Romagna: rispetto a un sensibile calo della fondazione delle imprese nazionali registrato dal 2000 in poi, la regione fa registrare una variazione positiva dello 0,5% rispetto alle imprese di recentissima fondazione, contro una diminuizione nel quinquennio 1994-1999.
In media, l'editore d'arte italiano è di modeste dimensioni: ben il 70,6% delle sigle editoriali complessive non supera le 5 pubblicazioni annue. Si tratta di imprese editoriali piccole e talvolta piccolissime. Il dato dell'Emilia-Romagna, pur confermando questa tendenza, presenta una significativa peculiarità: nonostante registri il 64% di imprese editoriali d'arte di esigue dimensioni, la regione integra una percentuale di editori di medie dimensioni superiore alla media, per poi tornare a scendere rispetto agli editori di grandi dimensioni.
Per quanto riguarda il dato produttivo, riferito all'anno 2004, è importante partire da una netta ripartizione. Non tutte le sigle editoriali d'arte registrate hanno pubblicato nel corso dell'annata; il dato nazionale, infatti, evidenzia come il 28,4% degli editori non abbia indicato nuove uscite riferite al 2004. Il rimanente 71,6% degli editori si è rivolto in modo attivo verso il mercato proponendo almeno un titolo d'arte nel corso del 2004. Il dato dell'Emilia-Romagna cala sensibilmente riguardo alla produzione: dal 71,6% degli editori d'arte attivi su scala nazionale si passa a un 68% su scala regionale, con una percentuale pari al 32% di editori emiliani inattivi.
È stato riscontrato che, come accade nella totalità del mercato librario italiano, la produzione 2004 di cataloghi d'arte italiani risente di una forte concentrazione: il 39,1% dei titoli d'arte immessi sul mercato nel corso del 2004 è stato pubblicato da un numero ristretto di imprese (solo 11 case editrici, pari al 5,2% del totale). Anche in questo caso, però, il tasso di concentrazione produttiva non raggiunge quello dell'editoria nel suo complesso; i dati AIE, infatti, dicono che il 55,5% di tutte le novità prodotte nel 2003 provengono dall'1,8% di editori di grandi dimensioni. Anche in Emilia-Romagna la concentrazione produttiva, nel settore dell'editoria di pregio, rappresenta una realtà evidente; come conseguenza del fenomeno, la maggior parte dei titoli d'arte proviene da un numero esiguo di imprese. Ma a un'analisi più approfondita, il dato dell'Emilia-Romagna rivela una peculiarità: il 40% delle novità proposte nel 2004 proveniva da editori di medie dimensioni, per fatturato, struttura aziendale e ampiezza del catalogo (questa quota percentuale riguarda fasce di nuove proposte comprese tra le 6 e le 50 nuove pubblicazioni).
Il dato raccolto sulle imprese editoriali d'arte italiane in rapporto alle nuove tecnologie di connessione on line non pare confortante. In media gli editori d'arte sono impreparati nel confronto con le tecniche promozionali in ambiente internet: quasi un terzo degli editori non indica sul catalogo AIE di avere un sito internet e un altro terzo di editori presenti in rete non è attrezzato per la vendita diretta on line. Apparentemente la situazione in Emilia-Romagna sembra migliore se analizzata dal profilo meramente quantitativo: dei 25 editori d'arte della regione soltanto il 12% non segnala sul catalogo AIE la propria presenza sul web. E tuttavia quasi la metà (48%) delle imprese editoriali dell'Emilia-Romagna, pur presenti in rete, non consentono l'acquisto di libri direttamente dalla rete e soltanto il 32% delle sigle editoriali d'arte presentano un alto grado di interattività per l'acquisto dei propri titoli direttamente dal sito internet. Interfacce ancora troppo amatoriali, siti carenti sotto il profilo dei servizi, scarsa attenzione alla promozione on line e modalità di acquisto in rete non sufficientemente sviluppate: sono queste le arretratezze riscontrate nei siti degli editori emiliani, del resto molto simili ai limiti di gran parte degli editori d'arte italiani.
In conclusione, la carta d'identità dell'editore italiano d'arte presenta tratti peculiari molto forti: la sua distribuzione, se paragonata alla localizzazione del complesso delle imprese editoriali, è molto meno accentrata nelle regioni del Nord e nei capoluoghi di regione, e l'interesse più spesso locale della materia trattata porta gli editori a cercare un dialogo con istituzioni molto radicate nel territorio. Questa caratteristica ha contribuito a una diffusione più omogenea della piccola editoria, quella che nella gran parte dei casi non supera le cinque pubblicazioni annue. Anche il dato sulla produzione sembra risentire in misura minore della concentrazione produttiva tipica del settore librario nazionale. Tale relativa esiguità dell'impresa libraria media porta inevitabilmente a una bassa strutturazione sotto il profilo della promozione e del marketing: la prova riscontrata in questa analisi è l'insufficiente cura del rapporto con i potenziali acquirenti in ambiente internet.
Nel corso dell'analisi comparata dei dati nazionali con quelli regionali sono emerse le particolarità dell'impresa editoriale d'arte dell'Emilia-Romagna. La regione ospita 457 editori su un totale di 5.382 imprese italiane, ossia una percentuale dell'8,6%; di questi 457 editori, 25 sono specializzati in materie artistiche su un totale nazionale di 293, ossia l'8,5%. L'impresa editoriale media dell'Emilia-Romagna pare in tutto e per tutto assestata ai livelli intermedi del fenomeno nazionale: la produzione non è troppo concentrata in un unico cuore produttivo (il solo capoluogo di regione integra solo 5 case editrici capaci di offrire il 2,4% delle novità nazionali del 2004, percentuale ben lontana da quella dei poli di Milano e Roma). Eppure l'intera regione, nel corso del 2004, ha proposto 248 nuovi cataloghi d'arte, pari al 7,7% della produzione nazionale.
Per quanto concerne le caratteristiche dell'impresa, lo studio mette in luce un aspetto tipico della regione: la forma di casa editrice più diffusa è di medie dimensioni per fatturato, dipendenti, ampiezza del catalogo e nuovi titoli. Infatti, se il dato che indica la media regionale di pubblicazioni del 2004 per singola casa editrice si assesta a 10,1 nuovi titoli, il dato dell'Emilia-Romagna (9,9 novità) si colloca pienamente nella media. In definitiva l'impresa editoriale d'arte dell'Emilia-Romagna è una delle realtà regionali più rappresentative del panorama nazionale, un campione che ottimamente si presta a studi localizzati e le cui conclusioni possono essere trasposte senza troppe distorsioni su scala nazionale.
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