Rivista "IBC" XII, 2004, 2

musei e beni culturali / didattica

"Gestione e valorizzazione del patrimonio culturale delle Aziende sanitarie della Regione Emilia-Romagna", Bologna, 15 settembre 2003 - 15 febbraio 2004.
Ci pensa il referente

Maria Elena Barbieri
[collaboratrice dell'IBC]

Nell'ambito del programma regionale di "Valorizzazione dei patrimoni culturali delle Aziende sanitarie dell'Emilia-Romagna" (si veda in proposito l'articolo di Micaela Guarino La salute del patrimonio, in "IBC", X, 2002, 2) l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna e l'Azienda Unità sanitaria locale Bologna Nord hanno progettato e organizzato un'attività di formazione e aggiornamento realizzata dal 15 settembre 2003 al 15 febbraio 2004. Il corso, dal titolo "Gestione e valorizzazione del patrimonio culturale delle Aziende sanitarie della Regione Emilia-Romagna", è stato rivolto ai dipendenti di tutte le AUSL della regione che nel 2001 erano stati nominati dalle direzioni generali come referenti per i patrimoni culturali aziendali.

Il referente, figura dalla diversificata professionalità (vi sono amministrativi, medici, architetti, geometri, bibliotecari) riveste un ruolo di grande importanza nella gestione dei beni culturali sanitari, fungendo da elemento di raccordo tra gli orientamenti e le attività regionali e le iniziative programmabili a livello locale. Il punto di vista ravvicinato di cui può godere, soprattutto per il monitoraggio e le prime fasi di catalogazione, rappresenta infatti un elemento chiave nella tutela del patrimonio culturale sanitario.

Scopo dell'attività formativa è stato mettere a punto e approfondire i principali problemi riferiti alla salvaguardia e alla gestione dei beni culturali delle aziende. Durante i 10 incontri realizzati sono stati focalizzati numerosi temi: i processi di formazione e l'articolazione del patrimonio (architettonico, storico-artistico, bibliografico e documentario, scientifico); le metodologie per l'inventariazione e la catalogazione dei beni; le modalità di creazione di percorsi museali e le possibilità di fruizione permanente delle opere (per esempio in relazione ai beni afferenti all'ambito psichiatrico); il recupero delle risorse finanziarie per la valorizzazione delle collezioni.

La trattazione di ogni argomento è stata integrata dalla visita a strutture museali e culturali di interesse sanitario, a livello sia regionale sia extraregionale: per esempio, a Bologna, il complesso di Santa Maria della Vita (Santuario, Oratorio e Museo), il teatrino di Villa Mazzacorati, le Biblioteche scientifiche degli Istituti ortopedici Rizzoli, le collezioni dei Musei universitari di Palazzo Poggi; in territorio ravennate, le raccolte d'arte di Faenza, Brisighella, Lugo, Russi e Massa Lombarda; a Reggio Emilia, il Centro di documentazione di storia della psichiatria e il Palazzo Rocca Saporiti; nel Forlivese, la mostra "I beni della Salute", il Deposito della Strumentaria e l'oratorio del Santissimo Crocifisso di Meldola; a Siena, infine, l'ex ospedale di Santa Maria della Scala, l'Accademia dei Fisiocritici e il Centro universitario per la tutela e la valorizzazione dell'antico patrimonio scientifico senese.

Per la particolarità del tema trattato, un patrimonio che è culturale e sanitario al tempo stesso, per la non omologabilità delle singole aziende e dei rispettivi beni, per i livelli di conoscenza differenziati in cui le opere si presentano, per il contesto istituzionale in continuo mutamento, l'operazione ha avuto un forte carattere di sperimentalità. Fra i referenti e i docenti, in gran parte interni al gruppo di lavoro che porta avanti il programma regionale di valorizzazione, ma anche fra gli stessi referenti si è avviato un intenso scambio di stimoli, riflessioni, problemi. Questa vivace interazione ha prodotto un'integrazione di conoscenze e competenze destinata a costituire la solida base per la programmazione coordinata delle azioni future e per la creazione di una rete informativa e gestionale.

 

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