Rivista "IBC" XII, 2004, 1

musei e beni culturali / progetti e realizzazioni

Il Museo del Tricolore di Reggio Emilia ha una nuova sede. Il 7 gennaio 2004, nell'anniversario della nascita della bandiera nazionale, l'ha inaugurata il Presidente Ciampi.
Tre colori, un Paese

Maurizio Festanti
[direttore della Biblioteca municipale "Panizzi" di Reggio Emilia]

La bandiera nazionale italiana è nata a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797. Quel giorno i rappresentanti delle quattro città di Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ferrara, riuniti in congresso, proclamarono il tricolore bianco, rosso e verde come vessillo della Repubblica Cispadana, il nuovo stato sorto sotto la protezione delle armi francesi. La storica seduta si svolse all'interno del Palazzo Comunale nella grande sala costruita tra il 1772 e il 1787 su progetto di Lodovico Bolognini per ospitarvi l'archivio generale del Ducato. Il salone fu denominato in seguito Sala del Congresso e poi Sala del Tricolore ed è ora sede del Consiglio comunale e delle più importanti manifestazioni istituzionali della città. Per documentare il contesto storico e politico in cui si colloca la nascita della nostra bandiera, nei locali adiacenti alla storica Sala è stato allestito un Museo del Tricolore al quale ora, nell'ambito del progetto di ristrutturazione complessiva della sede municipale, è stata destinata come sede l'intera ala prospiciente piazza Casotti.

Il 7 gennaio 2004 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha inaugurato la prima sezione del Museo, dedicata al periodo napoleonico. Nella seconda sezione, la cui apertura è prevista nel corso del 2004, saranno esposti i documenti originali e i cimeli relativi alle vicende storiche del Risorgimento nazionale, fino almeno al 1897, l'anno delle grandi celebrazioni reggiane del primo Centenario del Tricolore che ebbero il loro culmine nel celebre discorso di Carducci. La struttura espositiva del Museo si articola in due percorsi paralleli: la storia della bandiera nazionale, dalla sua origine alla fine dell'epoca napoleonica, e la storia delle vicende politiche di Reggio Emilia, dalla nascita nel 1796 della Repubblica Reggiana al 1814 con l'inizio della Restaurazione.

L'apertura del nuovo Museo può considerarsi come il punto d'arrivo di un lungo percorso che ha visto l'impegno e la collaborazione di molte realtà pubbliche e private. Vale quindi la pena di ripercorrerne le tappe principali, per ricordare come un'intera comunità si sia prodigata nel recupero e nella valorizzazione della memoria storica relativa alla partecipazione di Reggio e dei reggiani alle lotte per l'unità e l'indipendenza nazionale. Già negli anni immediatamente seguenti la Costituzione dello Stato italiano si ha notizia di materiali museali riguardanti il Risorgimento depositati presso il Museo. Ne costituisce il primo nucleo quel "Gabinetto degli illustri reggiani" che il direttore don Gaetano Chierici, lui stesso fervente patriota, aveva costituito anche con l'intento di rendere omaggio ai concittadini che si erano particolarmente distinti nelle battaglie per la libertà della patria.

Ma è soprattutto a Naborre Campanini che va il merito di aver perseguito con particolare impegno la costituzione della raccolta risorgimentale, al cui arricchimento diede un fondamentale impulso fino alla morte. Non ci furono famiglie di protagonisti del Risorgimento reggiano e associazioni patriottiche che non fossero da lui interpellate per ottenerne in dono o in deposito testimonianze, oggetti, armi, medaglie, bandiere e fotografie. A questo assiduo impegno del Campanini non furono certo estranee le manifestazioni del primo centenario della nascita del Tricolore, che si celebrarono a Reggio il 7 gennaio 1897. Campanini stesso ne fu l'anima e il principale promotore e a lui si deve il testo dell'epigrafe che fu scoperta dal Carducci nell'atrio del palazzo comunale. Non è un caso che il grande poeta gli inviasse la pubblicazione del suo celebre discorso Per il Tricolore, pronunciato in quell'occasione, con la dedica: "A Naborre Campanini, mio ispiratore".

La disponibilità di nuovi spazi all'interno del museo consentì a Campanini di esporre la raccolta risorgimentale in una sala apposita e di dar vita quindi a un vero e proprio Museo del Risorgimento, aperto al pubblico nel maggio del 1902. Alla sua morte, la cura del museo risorgimentale passò nel 1925 ad Antonio Fulloni, che provvide al suo trasferimento nei più ampi locali dell'antica sagrestia della Chiesa di San Francesco, in precedenza adibiti a Pinacoteca. L'ambito cronologico della collezione fu esteso fino a includervi anche i materiali riguardanti la Prima guerra mondiale. Così riordinato e arricchito, il nuovo Museo del Risorgimento fu inaugurato il 21 aprile 1930.

La prima idea di istituire un Museo del Tricolore risale invece al 1966 e alla proposta che Ugo Bellocchi, autore di un testo fondamentale come Il primo Tricolore,1 edito tre anni prima, avanzò all'Amministrazione comunale in qualità di direttore della Biblioteca popolare. Il progetto elaborato da Bellocchi intendeva creare un percorso espositivo che avesse una forte valenza didattica e che ripercorresse la storia del Tricolore attraverso le diverse fogge assunte dalla nostra bandiera nazionale dalla sua origine fino alla forma attuale. A questo scopo fu rivolta alle amministrazioni e a enti vari di alcune città italiane la richiesta, spesso esaudita, di inviare una riproduzione in fac-simile di bandiere locali che potessero documentare l'evoluzione storica del Tricolore nelle sue fasi fondamentali. Il progetto tuttavia non andò in porto, anche se ebbe comunque il merito di gettare un seme destinato a dare in seguito i suoi frutti.

Sedici anni dopo, nel 1984, il disegno fu infatti ripreso su nuove basi. L'occasione fu offerta dalla proposta del Lions Club di contribuire a finanziare l'allestimento di un Museo del Tricolore da realizzare nelle sale adiacenti alla Sala del Tricolore. La proposta fu accolta dall'Amministrazione comunale, che incaricò il direttore dei Musei civici, Giancarlo Ambrosetti, di stendere un progetto preliminare. Ambrosetti collegò la creazione della nuova struttura a un più ampio piano di ristrutturazione dei Musei, che prevedeva anche una completa revisione dell'assetto del Museo del Risorgimento, di cui si proponeva di trasferire i principali cimeli nel nuovo museo, negli atti definito dunque "Museo del Tricolore e del Risorgimento". La ricongiunzione dei documenti e dei cimeli storici con il complesso monumentale della Sala del Tricolore offriva la possibilità di comprendere meglio il ruolo giocato da Reggio Emilia nelle genesi della nostra bandiera nazionale. L'ambito cronologico veniva pertanto ad abbracciare il periodo 1791-1814, dai primordi cioè dell'insurrezione reggiana contro il regime ducale fino alla conclusione dell'epoca napoleonica.

La prima sala del nuovo Museo del Tricolore fu così inaugurata il 7 gennaio 1985, mentre una seconda sala, il cui arredo sarà offerto ancora una volta dal Lions Club, verrà aperta nel 1987, sempre in occasione della ricorrenza del 7 gennaio. Le celebrazioni del Bicentenario del Tricolore, nel 1997, hanno poi rappresentato un'importante occasione per lo sviluppo del Museo e per la sua valorizzazione attraverso nuovi strumenti didattici e divulgativi. La struttura fu infatti ampliata di nuovo; fu dotata di un esauriente corredo didascalico, di due filmati sulla nascita del Tricolore a Reggio, di cui uno per i ragazzi, e di un catalogo a stampa, sia in italiano che in inglese; fu arricchita con nuovi pezzi prestigiosi; fu infine resa accessibile a distanza attraverso un sito Internet.

Il Museo, ampliato e riordinato, è stato inaugurato il 7 gennaio 1999 da Carlo Azeglio Ciampi, in veste di ministro del tesoro. In quella circostanza egli volle sottolineare con forza il significato della bandiera italiana come simbolo di appartenenza e di identità nazionale, ma in un'ottica di "valori condivisi da tutti i popoli d'Europa", quelli che sono a fondamento della civiltà europea e che sono sintetizzati nella Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. Per una straordinaria, ma certo non casuale coincidenza, è alla presenza dello stesso Ciampi, ora in veste di Capo dello Stato, che è stata inaugurata la nuova sede del Museo. Il suggello del Presidente della Repubblica è certo il miglior viatico che il Museo del Tricolore possa desiderare, mentre affronta una nuova, impegnativa fase della sua ormai lunga vita.

 

Informazioni

Musei civici di Reggio Emilia

Sala e Museo del Tricolore

Palazzo Comunale, Piazza Prampolini 1, Reggio Emilia

Telefono: 0522 456 805

Web: www.tricolore.it; musei.comune.re.it

 

Nota

(1) U. Bellocchi, Il primo Tricolore. Reggio Emilia 7 gennaio 1797, Reggio Emilia, Lombardini motori, 1963.

 

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