Rivista "IBC" XI, 2003, 4

musei e beni culturali / pubblicazioni

L. Corti, I beni culturali e la loro catalogazione, Milano, Bruno Mondadori, 2003.
Catalogatori cercasi

Stefano Luppi
[storico dell'arte collaboratore della Biblioteca "Poletti" di Modena]

Ecco un volume che non dovrebbe mai mancare sulla scrivania di ogni funzionario di soprintendenza o di istituto che si occupa di catalogazione e schedatura del patrimonio culturale del Bel Paese. Scritto da Laura Corti, e pubblicato di recente in una nuova edizione presso Bruno Mondadori, il volume I beni culturali e la loro catalogazione è molto utile perché fornisce il compendio su un tema attualmente all'ordine del giorno come quello della salvaguardia dei beni culturali. Talmente all'ordine del giorno da aver generato negli ultimi tempi una pubblicistica estesa, il cui esempio più noto è forse rappresentato da un volumetto di Salvatore Settis atto ad analizzare quanto la politica da Veltroni in poi ha fatto in questo settore. Com'è noto, con questo libro piuttosto polemico - Italia Spa, già recensito su queste colonne - Settis ha vinto la prima edizione del premio "Federico Zeri".

In tempi piuttosto grami per la tutela del nostro patrimonio artistico, architettonico e paesaggistico, ogni nuovo titolo giunge quindi con favore, soprattutto se servirà a svegliare ancora di più le coscienze su quanto abbiamo di più prezioso, per l'identità sociale, culturale e storica in Italia. Il libro di Corti ci introduce con molte esemplificazioni chiare e accessibili a un'azione intrapresa molti decenni fa, ma ancora ben al di là, purtroppo, dall'essere conclusa. La catalogazione del nostro patrimonio artistico, infatti, vede ancora presenti in molti archivi schedature di fine Ottocento; molti oggetti - certamente non sempre di spicco, ma ugualmente importanti per definire il vissuto storico della parte d'Italia ove essi sono allocati - non sono ancora fotografati o sono fotografati male; la struttura gestionale di questi dati sensibili è ancora molto diversa da regione a regione. Insomma, si procede con lentezza pachidermica e poco chiara cognizione di causa verso quello che è l'imperativo categorico in questo settore: sapere esattamente quanto e cosa deve essere tutelato.

E dire che, per contro, gli standard di catalogazione definiti dall'ICCD e adottati in Italia sono di qualità elevatissima e vengono analizzati persino all'estero. Questi strumenti sono inoltre da qualche tempo enormemente potenziabili dall'utilizzo delle tecnologie informatiche. L'autrice - una vera pioniera di questa branca di attività, da ella intrapresa nel 1976 presso l'Università di Siena - dedica un intero capitolo a questo aspetto. Leggendolo si comprende che utilizzare a fondo quanto la tecnologia oggi ci offre porterebbe a risultati eclatanti in termini di trattamento del materiale catalografico raccolto e potrebbe portare in breve tempo, oltre a una più semplice gestione dei dati, anche all'apertura di un mercato florido per quanto riguarda, ad esempio, i diritti per le riproduzioni fotografiche.

Ma prima di trattare i dati, come detto, occorre reperire tutte le informazioni: il personale dunque, spesso neolaureati o giovani specializzati, oltre alle conoscenze scientifiche dovrà ora aggiungere competenze informatiche e tecniche in genere. Il volume della Corti contiene infine una bibliografia e una sitografia utilissime curate da Giuseppe Marcon e rivolte a chi intenda dedicarsi per studio o lavoro alla materia, e un'appendice composta da un'ampia sintesi delle leggi e normative in materia di tutela e conservazione e catalogazione, a partire dalle "Norme per la redazione dell'inventario dei monumenti e degli oggetti d'arte" del 1907.

 

L. Corti, I beni culturali e la loro catalogazione, Milano, Bruno Mondadori, 2003, 336 p., Ç 27,50.

 

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