Rivista "IBC" XI, 2003, 3

musei e beni culturali / progetti e realizzazioni

Per la prossima riapertura del Museo "Guatelli" di Ozzano Taro (Parma) è stato messo a punto un progetto di fattibilità: abbiamo chiesto a uno degli autori di parlarcene.
Nel cantiere delle storie

Mario Turci
[direttore della Fondazione Museo "Ettore Guatelli" di Ozzano Taro (Parma)]

Vorrei ancora una volta sottolineare che la raccolta vien fuori da diverse casualità. Fra cui la mia "necessità" di far vedere le cose a scuola invece di parlarne soltanto. Sicuramente un po' seriosa all'inizio, e magari anche saccente (da scopritore dell'acqua calda, come capita a chi non conosce che ciò che fa) si è poi incanalata fra riflessione e divertimento, verso questa sua ultima strada. I riconoscimenti, recenti e a spicchi, in tempo per serenare la mia età, hanno poi mitigato l'ossessione del sempre fare e comprare, quasi a forzarne l'attenzione. Il rammarico è di non essere riuscito prima a far capire queste cose così essenziali, se pur così povere.1

 

Ettore Guatelli, nel suo museo di sessantamila oggetti, ha raccolto sin dal primo momento con l'intenzione e l'ossessione di trasmettere, di far servizio, di non perdere tempo. Guatelli sentiva il tempo come una sorta di tarlo che rischia d'impoverire le cose e gli oggetti se lasciati orfani della memoria che li ha visti protagonisti della quotidianità e per questo desiderava che le cose e le voci del suo museo potessero trovare il tempo e le occasioni per poter "insegnare", far riflettere, per essere sempre al servizio di tutti e di qualcuno.

La storia del Museo di Ozzano Taro è giunta oggi a una tappa significativa. La Provincia di Parma, i Comuni di Collecchio, Fornovo e Sala Baganza, la Fondazione Monte e l'Università di Parma si sono riuniti per la nascita di una Fondazione di partecipazione atta a raccogliere l'eredità di Ettore Guatelli e quindi dar vita a un organismo museale capace di essere "servizio", di tutelare, studiare e valorizzare quelle migliaia di oggetti, ma ancor più pronto a di fornire alla missione guatelliana tutto il tempo necessario all'incontro fra testimonianze, memoria e pubblico.

Traghettare il patrimonio guatelliano, fatto di un particolare stile museografico e di una rete fittissima di contatti e collaborazioni, dalle mani del suo autore a un istituto museale, ha immediatamente posto alla Provincia di Parma la sfida per la realizzazione di un progetto/percorso attento tanto all'originalità dell'esperienza, quanto alle esigenze di progettazione e organizzazione di un impianto gestionale appropriato.

Il Museo "Guatelli", per la sua storia e la sua specificità, richiedeva la realizzazione di uno studio di fattibilità che, a partire da una riflessione sulla complessità del suo patrimonio e dalla definizione della sua missione, potesse portare alla proposta analitica dei suoi possibili caratteri gestionali in termini culturali, organizzativi e economici. Lo studio di fattibilità, affidato a Pietro Clemente e a chi scrive, è stato realizzato in forma di progetto a carattere "esecutivo" e consegnato alla costituente "Fondazione Museo Guatelli" nell'ottobre del 2002. Nel frattempo la Provincia di Parma interveniva direttamente in opere di particolare urgenza al fine di realizzare un primo presidio per la tutela dell'intero patrimonio in attesa dell'attivazione del Museo in Fondazione (www.provincia.parma.it/guatelli/).

Patrimonio, museo, giacimenti. Non sarebbe stato possibile immaginare un progetto per il museo senza una riflessione sui caratteri originali e complessi del patrimonio guatelliano; non sarebbe stato possibile definire un progetto di museo senza una chiara individuazione delle forme della raccolta: "il museo" (ove c'è un ordine) e i "giacimenti" (spazi diffusi e plurimi dove c'è un diversificato caos: contenitori di cose non esposte, depositi, accatastamenti, cumuli, assumibili come "cantiere aperto" sia al passato delle intenzioni del raccoglitore e della provenienza delle cose, sia al futuro allestitivo e comunicativo).

 

Il museo, nel caso in questione, non è solo un oggetto paesistico, edilizio, collezionistico di grande complessità anche solo spaziale e distributiva, ma è anche una mappa del mondo cognitivo dell'autore, è un mondo non solo metaforicamente. Comunica ai posteri non solo per quel che è oggettivato visibilmente ma anche per tutto il valore di percorso umano che ha dato senso all'insieme e continua a illuminare il senso attuale. Ettore è un uomo che indaga, che si cerca e che cerca, il museo è stato il suo modo di indagare, di conoscere, di conquistare, di sedurre, di sapere cosa sono gli uomini, le relazioni, la storia.

Il concetto di patrimonio concerne tutta la dimensione della rete relazionale di Ettore Guatelli per abbracciare non solo gli oggetti e i documenti, ma la loro vita, produzione, manipolazione, il loro essere stati occasione di incontri e indagine. Per tale motivo la descrizione del patrimonio deve estendersi dal materiale all'immateriale, dalla vita dell'autore al segno lasciato tra e da tutti coloro che ne hanno incontrato l'opera e lo spirito, dai suoi scritti alle provocazioni produttive che ha disseminato, il patrimonio contiene - come requisito fondamentale - il senso che ne ha guidato la costituzione.

Si tratta di un patrimonio e di una missione la cui descrizione non rientra nei canoni correnti dell'esercizio dell'arte descrittiva e progettuale del nostro specialismo antropologico museale, perché non è stato trattato nel tempo secondo le regole pubbliche e professionali (che in parte non erano costituite o riconosciute) anzi secondo modalità "irregolari", originali, ma private, e quindi il patrimonio è molto ampio e molto fragile, legato a una difficile autoaffermazione il cui significato riguarda sia l'autore sia il gruppo sociale contadino ch'egli rappresenta a suo modo, e la storia locale e il rapporto contadini/intellettuali in quel territorio.

L'originalità di progetti e intenti non è riassumibile nel patrimonio materiale. La missione quindi deve farsi carico di ricostruire e restituire la progettualità interna dell'opera nella storia di Guatelli e del Museo, per offrirla a un futuro in cui chi era "concrezione" di questi mondi non ci sarà più.2

 

In armonia con le intenzioni guatelliane, con la volontà di istituzione di un organismo museale e in relazione alla definizione di patrimonio, è stata proposta, per il museo, una dichiarazione di missione capace di comunicare sinteticamente gli obiettivi degli investimenti, culturali e organizzativi, realizzati e che necessariamente si andranno a realizzare:

 

Per la parte allestita, e per il contesto domestico in cui risiederà per sempre, il Museo "Guatelli" ha come scopo quello di essere animato dalle intenzioni del suo fondatore, dalla sua ombra, dagli audiovisivi che ne ricordano le polemiche e le aspirazioni, le capacità di racconto e la curiosità umana. La parte non allestita (giacimento) è il luogo della sperimentazione di museografie possibili a partire da quella memoria delle idee del Maestro e dalle sue pratiche. Sembra legittimo che la missione del museo sia continuarne l'opera aperta e non istituzionale con la tutela delle istituzioni, per il riconoscimento che quelle forme di creatività popolare si nutrono di umori non istituzionali e di creatività, competenze, saperi, racconti, ordini estetici che è nella missione stessa dell'antropologia ascoltare, far parlare, scoprire.

In questo senso il museo è un museo antropologico più che del mondo contadino o etnografico, perché è al tempo stesso storia di cose e storia di vita, documento d'epoca e di democrazia dei linguaggi e delle iniziative, invenzione controcorrente e tempio degli antenati. Luogo di comunicazione tra i vivi e i morti, antenati, contadini, padri, gente dell'ultima guerra, poveri diventati benestanti. Luogo di smentita della ovvietà dell'ovvio: i creativi del pezzo di legno, del sasso, del rattoppo. Luogo della comunicazione che si fa con forme semplici e dell'arte che si fa con oggetti usati.

Il museo serve come il monumento in piazza a fare memoria per il futuro, serve a insegnare un mondo, serve a insegnare un atteggiamento creativo, a insegnare modi di allestimento, a imparare dai saperi pratici. Può essere il centro di valorizzazione delle esperienze locali periferiche, di una rete di dialogo informatico con i bisogni del mondo locale molteplice dei beni culturali demoetnoantropologici tra dilettantismo e professionismo. Si può relazionare con le scuole d'arte e le accademie, gli studi del design, con le ricerche fotografiche, con le università, con le scuole, i master, i corsi di specializzazione in beni culturali.

Progettazione architettonica e allestimento, pittura e scultura, master di museografia (o di installazionistica: il Museo "Guatelli" corrisponde all'idea di "installazione" per molti aspetti, giacché è una sorta di "teodolite" di alterità in un mondo circostante mutato), possono arricchirsi dell'esperienza e dell'uso del museo per la sua "straordinaria fotogenia", per l'attualità dell'autentico in un'epoca di morte dell'autenticità e per molte altre ragioni.

Il Museo "Guatelli" può chiedere al Museo dell'Europa e del Mediterraneo, in corso di allestimento a Marsiglia, di rappresentarlo e accogliere tracce della memoria dei "fondatori" contadini dei musei. Una delle caratteristiche del Museo "Guatelli" è l'assenza dell'idea di "etnicità" o di "etnos". Gli istituti storici della resistenza, l'Istituto "Alcide Cervi", le associazioni contadine e artigiane, i sindacati, le cooperative sono gli interlocutori associativi, documentaristici, sociali più importanti mentre l'Università e le associazioni di museografia lo sono sul piano tecnico-scientifico.

Il museo deve anche continuare a chiedere ai visitatori il loro uso degli oggetti, per arricchire la polifonia delle schede guatelliane. Realizzare il sito della varietà delle fonti e delle storie che confluiscono nel museo, raccogliere i racconti di coloro che furono vicini a Ettore in collaborazione con l'Associazione degli Amici del museo, raccogliere tutti gli studi e i documenti e i film ecc.: la missione del museo è gestire in modo professionistico e manageriale, e per conto delle istituzioni, l'eredità di una creatività antistituzionale, non professionistica, imprevista. L'opposto della missione sarebbe l'idea di regolarizzare e legittimare il museo facendolo diventare una strana collezione da usare per scopi di museografia corrente, banalizzandolo ora che, "finalmente", non c'è più quello "stravagante maestro".

Il museo di Ettore Guatelli è un sogno materializzato. La visione concretizzata di un sognatore "ingordo" che ci ha lasciato una eredità impegnativa.

 

Se la dichiarazione di missione ha avuto lo scopo di definire la proposta per gli orientamenti e le scelte sostanziali, il progetto di fattibilità è stato finalizzato alla individuazione dei percorsi organizzativi e culturali per fare del Museo "Guatelli", nella sua nuova forma gestionale, un istituto fedele ai caratteri e all'identità del suo fondatore e nel contempo una esperienza originale e qualificata nell'ambito della museografia, un organismo capace di suscitare interessi e collaborazioni in tutti quegli ambiti pubblici e privati richiamati dalla sensibilità guatelliana (arte contemporanea, letteratura, didattica, etnografia, ecc.).

Il progetto di fattibilità gestionale si presenta composto da una parte generale, che mira all'indirizzo e alla gestione del museo quale luogo dell'organizzazione e del servizio, da una parte relativa alla fattibilità economica e da una dedicata al progetto culturale.

Alla parte generale - suddivisa in Linee programmatiche, Fattibilità gestionale, Fattibilità organizzativa, Obiettivi generali nel periodo, Il cantiere - è stato dato il compito di definire gli ambiti e le aree gestionali e organizzative mirate a fare del museo un istituto attivo e produttivo sia in termini culturali, che sociali e politico-istituzionali (nella sezione dedicata a Il cantiere sono state sviluppate alcune aree problematiche la cui soluzione si presenta strategicamente rilevante per l'attivazione del funzionamento complessivo del museo: prossima apertura al pubblico, conservazione del patrimonio, gestione degli spazi, problemi della sicurezza).

Nella parte riservata alla fattibilità economica sono state evidenziate le aree di costo e quelle di ricavo in un quadro di periodo triennale con indicazione degli investimenti necessari e delle progressioni di spesa nel periodo. L'analisi ha tratto dalla parte generale i lineamenti gestionali e di indirizzo per trasformarli in fabbisogno economico relativo all'impegno di risorse per avviare l'attività museografica, scientifica, amministrativa e culturale del museo, per attivare i servizi e per organizzare, in relazione ai valori e ai servizi offerti, una politica per le entrate.

Infine al progetto culturale, scaturito dall'analisi e dalla riflessione sulla storia, l'identità e le potenzialità dell'esperienza guatelliana, è stato affidato il compito di scandire e descrivere gli ambiti sostanziali dell'azione di valorizzazione del museo e del suo patrimonio (storia, identità dell'autore, oggetti).

Con l'assunzione, da parte della Fondazione, del progetto di fattibilità descritto e con l'approvazione del primo bilancio di previsione (agosto 2003) il Museo "Ettore Guatelli" ha dato avvio alla sua nuova avventura culturale. Per l'originalità espositiva, quantità e qualità della collezione, rete di relazioni, dialogo interdisciplinare e figura dell'autore, esso assume, nell'ambito del patrimonio museale nazionale, una centralità che è fonte di molte attese, alle quali potrà presto rispondere adottando, in ogni sua pratica e iniziativa, lo stile del laboratorio, del "cantiere" di idee e soluzioni. Per sua identità e carattere il Museo di Ozzano Taro continuerà a sfuggire da ogni definizione che lo costringa a una "normalizzazione" della sua missione sostanziale: quella di accogliere e porre quesiti per fare delle storie e delle testimonianze che contiene lo spazio della creazione, della condivisione e del progetto.

 

Fondazione Museo Ettore Guatelli


Sede Ozzano Taro, Collecchio (Parma)


Patrimonio 60.000 oggetti


Superficie espositiva 2.500 metri quadri


Fondatori Provincia di Parma, Comune di Collecchio, Comune di Fornovo, Comune di Sala Baganza, Fondazione Banca del Monte di Parma, Università degli studi di Parma


Presidente Giuseppe Romanini


Consiglieri Caterina Siliprandi, Ferdinando Cigala, Maurizio Dodi, Giordana Dardari Davoli, Pier Paolo Lottici


Direttore Mario Turci

 

Note

(1) Il bosco delle cose. Il Museo Guatelli di Ozzano Taro, a cura di P. Clemente e E. Guatelli, Parma, Guanda, 1996, p. 67.

(2) Estratto dalla "definizione di patrimonio" del Progetto di fattibilità gestionale (P. Clemente, M. Turci).

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