Rivista "IBC" XI, 2003, 3

musei e beni culturali / progetti e realizzazioni, leggi e politiche

A Bologna il progetto per un sistema provinciale dei musei è oramai maturo: l'assessore alla cultura illustra le scelte possibili e i prossimi passi da realizzare.
Una provincia, cento musei

Marco Macciantelli
[assessore alla cultura della Provincia di Bologna]

"Una provincia, cento musei": è questo lo slogan che forse meglio sintetizza l'ampiezza dell'offerta museale del territorio provinciale di Bologna, caratterizzata dalla presenza di un centinaio di istituti rappresentativi di tutte le tipologie, dagli archeologici agli artistici, dagli storico-documentari ai demoantropologici agli scientifici, con presenze di rilievo anche su scala nazionale. Un panorama ricchissimo, che trova i suoi elementi più significativi nella diffusione dei musei su tutta l'area provinciale (sebbene oltre la metà risulti concentrata all'interno del Comune capoluogo) e nella loro capacità di offrire un quadro ampio e articolato delle vicende storiche e culturali del territorio. Ma egualmente rilevante appare la portata dell'impegno culturale profuso dagli istituti - che ha permesso anche a musei di ridotte dimensioni di sviluppare partnerships significative con le "grandi" istituzioni culturali per finalità didattiche e di ricerca - e la capacità progettuale dimostrata dalle amministrazioni locali, che consente di prevedere un significativo incremento dell'offerta museale nel giro di qualche anno.

D'altronde quelle stesse caratteristiche strutturali che rappresentano i loro punti di forza rischiano di costituire un vincolo allo sviluppo delle potenzialità di questi musei. Si tratta infatti per lo più (con le significative eccezioni di Bologna e Imola) di istituti di ridotte dimensioni, fortemente radicati nel territorio e espressione dell'identità locale, la cui gestione viene spesso assunta dalle stesse amministrazioni comunali in raccordo con le associazioni locali per lo studio e la valorizzazione del territorio. Diffusa è quindi la necessità di modelli gestionali meglio strutturati, poiché le risorse (specie quelle impiegate in spesa corrente) risultano in larga parte insufficienti, costringendo i musei, laddove siano assenti strategie mirate di comunicazione e promozione, a rivolgere la loro attività quasi esclusivamente alle scuole del territorio.

La sempre più sentita esigenza di valorizzare un'offerta tanto significativa quanto variamente connotata per dimensioni, titolarità, tipologia, capacità finanziarie e promozionali - esigenza rafforzata dalla recente adozione da parte della Regione Emilia-Romagna degli standard museali elaborati dall'Istituto regionale per i beni culturali (IBC) - ha indotto l'Assessorato alla cultura della Provincia di Bologna a avviare, nel quadro delle politiche regionali, un progetto per la realizzazione di un sistema museale provinciale.

Con questa iniziativa l'Assessorato - volgendo lo sguardo anche alle esperienze di Ravenna, Modena e Rimini, come a quelle di Siena e Torino - ha inteso sviluppare anche in campo museale le attività di sistema previste dalla Legge regionale 18/2000 e già consolidate nel settore archivistico-bibliotecario, ponendosi al contempo nell'ottica di una integrazione tra le proprie politiche di valorizzazione degli istituti culturali e quelle di promozione turistica.

Il sistema si propone di offrire ai musei del territorio, attraverso concrete iniziative di raccordo sovracomunale, nuove soluzioni promozionali, operative e gestionali, finalizzate a ampliare e qualificare la domanda da parte del pubblico, favorire la crescita quantitativa e qualitativa dei servizi offerti, rafforzare le capacità gestionali degli istituti, nonché sostenere il reperimento, la razionalizzazione e la qualificazione delle necessarie risorse finanziarie e professionali.

Sulla base di un progetto elaborato e coordinato del Settore cultura dell'amministrazione provinciale, lo studio di fattibilità per la realizzazione del sistema è stato affidato all'Agenzia di iniziative culturali dell'Emilia-Romagna (AICER), società per azioni partecipata dalla Regione e attiva da più di dieci anni nel campo dell'organizzazione di eventi culturali e della valorizzazione dei beni culturali. Attraverso i colloqui realizzati sul territorio con i soggetti interessati, a livello sia tecnico che politico, e a partire da un'analisi dei sistemi museali provinciali esistenti e di una mappatura completa degli istituti del territorio (articolata per tipologia, appartenenza geografica, competenze tematiche), lo studio è giunto a individuare tre ipotesi di sistema: l'istituzione di un vero e proprio sistema museale provinciale; la creazione di sottosistemi territoriali; la realizzazione di itinerari tematico-tipologici e geografici. Ipotesi non necessariamente alternative tra loro, ma che possono essere viste anche come fasi diverse - in termini sia sincronici che diacronici - di un processo sviluppato su più livelli, che tenga in considerazione i gradi diversi di maturazione delle singole realtà museali.


La prima ipotesi, che si allinea alle altre esperienze maturate sul territorio regionale, è quella di un vero e proprio Sistema museale provinciale, che prevede l'istituzione di un nuovo organismo regolato da una convenzione e retto da un apposito organo di gestione, nel quale la Provincia potrebbe assumere un ruolo di promozione e coordinamento della rete dei musei sotto il profilo decisionale, operativo, organizzativo e finanziario. Un simile sistema potrebbe utilmente esplicare le proprie funzioni soprattutto in materia di comunicazione e promozione, formazione e aggiornamento, coordinamento dell'attività didattica, ideazione di eventi e iniziative, pianificazione degli interventi ai fini dell'elaborazione del piano museale provinciale previsto dalla Legge regionale 18/2000, ma anche nell'ambito di progetti specifici come la creazione di un albo o registro provinciale o di una banca-dati selezionata per le professioni in ambito museale.


La seconda ipotesi, che prevede la creazione o il potenziamento di sottosistemi territoriali a partire da processi relazionali già attivati sul territorio, è finalizzata principalmente all'individuazione di soluzioni gestionali a rete dei servizi, che ne accompagnino lo sviluppo e il progressivo adeguamento agli standard regionali. La Provincia potrebbe in questo caso assumere un ruolo di tutor istituzionale, affiancando il processo di crescita delle autonomie locali del territorio.

L'avvio di tali sottosistemi potrebbe interessare nell'immediato, in particolare, alcune aree: l'Imolese (dove i musei di Imola potrebbero assumere il ruolo di centro-servizi esteso ai Comuni limitrofi, tenuto conto anche del nuovo assetto istituzionale derivante dalla recente costituzione del consorzio del Circondario); il Persicetano (dove servizi specifici come la guardiania, le visite guidate, la promozione dell'attività didattica potrebbero essere messi in rete attraverso l'Associazione intercomunale "Terre d'acqua"); il Pievese e il Budriese (la cui ampia articolazione museale potrebbe configurarsi in termini di sottosistema efficace non solo a livello cittadino, ma anche ai fini del coordinamento del territorio circostante, in particolare per quanto concerne Pieve di Cento, che accanto ai progetti condivisi nell'ambito dell'Associazione intercomunale "Reno-Galliera" sta sviluppando anche alcuni progetti di valorizzazione culturale in collaborazione con il limitrofo Comune di Cento).

E ancora la zona del Bazzanese (che attraverso la convenzione per la gestione in forma associata dei servizi culturali e museali sottoscritta dai Comuni nel 2002 e l'Ufficio del turismo intercomunale potrebbe sviluppare un coerente sistema territoriale che associ musei e percorsi naturalistici e enogastronomici); la Valle dell'Idice (che con il progetto intercomunale "Terra Idex" ha avviato un progetto di valorizzazione degli aspetti archeologici, storici, naturalistici e turistici del territorio); e infine l'Alta Valle del Reno (dove potrebbero essere avviate azioni di coordinamento organizzativo e gestionale tra i diversi soggetti coinvolti nella gestione dei musei).


L'ipotesi che appare di più immediata realizzazione è però quella che si fonda sulla individuazione di itinerari tematico/tipologici e geografici, finalizzati soprattutto alla realizzazione di iniziative comuni nel campo della comunicazione, della promozione e della didattica. Una scelta che, sulla base di finalità comuni di valorizzazione e promozione delle raccolte, consentirebbe di coinvolgere fin dalle prime fasi anche i musei del capoluogo, già strutturati su base sistemica nelle loro diverse articolazioni. E sulla quale appare ipotizzabile una convergenza di tutti i soggetti presenti accanto ai Comuni sul territorio: dalla Soprintendenza per i beni archeologici a quella per i beni demoetnoantropologici, dall'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna all'Università, dalle Curie alle chiese, dalle scuole ai privati.

Tra gli itinerari tematici il più rilevante, e diffuso in misura pressoché uniforme sul territorio provinciale, è probabilmente quello dei musei archeologici, che hanno peraltro avviato da tempo significative collaborazioni, nei campi della conservazione e della didattica ma anche della gestione, che vedono coinvolti i Comuni, la Soprintendenza archeologica e l'Università. Ma numerosi sono gli itinerari tematici che si possono individuare sul territorio provinciale, in grado di coprire una gamma estremamente ampia di interessi. Tra questi emergono i percorsi di arte antica, di arte moderna e contemporanea e di arte sacra e devozionale, accanto a quelli che attraversano i musei scientifici, della civiltà contadina e industriale, demoetnoantropologici, storici, della musica e dello spettacolo.

Tutti questi itinerari sono d'altronde espressione di connessioni profonde tra il patrimonio conservato nei musei e le altre emergenze storiche, monumentali e naturalistiche del territorio. In questa ottica il sistema potrebbe incentivare anche la realizzazione di itinerari geografici (calibrati su aree specifiche come ad esempio quelle di Bologna, della Pianura nelle sue articolazioni est, ovest e nord, dell'Appennino e della collina, e dell'Imolese), pensati come un "invito alla visita" di tutto il territorio considerato, che abbracci lo spettro più ampio dell'offerta culturale, turistica e enogastronomica.


Fin qui l'analisi e le proposte. A partire da queste, l'Assessorato alla cultura della Provincia di Bologna intende ora valutare congiuntamente a tutti gli enti interessati le modalità di attuazione e i percorsi da seguire per la realizzazione del sistema. Ma è fin d'ora ipotizzabile, qualora venga confermato un interesse che già appare ampio e articolato, avviare in tempi brevi un piano di comunicazione integrato, con la realizzazione di pubblicazioni promozionali comuni a tutti i musei, guide specifiche per gli itinerari di maggiore interesse e proposte didattiche differenziate, per consentire a un pubblico sempre più vasto di conoscere e apprezzare sempre più la ricchezza dei nostri musei.

 

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