Rivista "IBC" XI, 2003, 1

biblioteche e archivi / mostre e rassegne, pubblicazioni

Nel segno del corvo. Libri e miniature della biblioteca di Mattia Corvino re d'Ungheria (1443-1490), Modena, Il Bulino Edizioni d'Arte, 2002.
Nel segno del corvo

Paola Di Pietro Lombardi
[Ufficio Manoscritti antichi della Biblioteca Estense Universitaria di Modena]

I rapporti italo-ungheresi, già avviati da due anni con i convegni bibliotecari di Budapest (8-12 novembre 2000), di Roma (29-30 ottobre 2001) e di Napoli (11-12 novembre 2002), hanno preparato la manifestazione modenese del 15 novembre 2002, data in cui presso la Biblioteca Estense Universitaria di Modena è stata inaugurata la mostra "Nel segno del corvo. Libri e miniature della biblioteca di Mattia Corvino re d'Ungheria (1443-1490)" che rimarrà aperta fino al 15 febbraio 2003. L'evento politico costituito dall'ingresso dell'Ungheria nella Comunità europea è stato dunque anticipato da un evento culturale di portata internazionale: la parziale ricostruzione della Bibliotheca Corvina, con prestiti dalle biblioteche italiane e da varie biblioteche europee che conservano manoscritti provenienti dalla dispersa libreria di Mattia. Con la prospettiva di una più ampia ricostruzione virtuale di questa antica raccolta attraverso un progetto internazionale, che si auspica possa presto decollare, basato sull'applicazione di avanzate tecnologie digitali.

La mostra modenese, organizzata con un criterio semplicemente topografico, presenta, città per città, partendo dai nuclei più consistenti di Modena e di Budapest, i pezzi più rappresentativi della biblioteca di Mattia Corvino che presero direzioni varie alla improvvisa morte del re (1490). Tutte le biblioteche delle città italiane che conservano codici corviniani hanno partecipato all'esposizione prestando i propri pezzi (Biblioteca Trivulziana di Milano, Capitolare di Verona, Marciana di Venezia, Palatina di Parma, Laurenziana di Firenze, "Guarnacci" di Volterra, Casanatense di Roma, Nazionale "Vittorio Emanuele III" di Napoli e Apostolica Vaticana della Città del Vaticano). Il numero più consistente di codici italiani è quello appartenente all'Estense, ed è legato all'interesse collezionistico di Alfonso II d'Este, che acquistò ben 17 codici di Corvino sul mercato antiquario di Venezia nel 1560-1561, tramite il suo ambasciatore Girolamo Falletti. A 17 codici ammonta la campionatura delle opere provenienti da Budapest, cui si affiancano manoscritti provenienti dalle biblioteche di Vienna, Gottingen, Erlangen, Monaco e Toruń.

Anche soltanto dai 67 pezzi esposti, sui più di duecento oggi identificati come già appartenuti alla Corvina, è possibile enucleare gli aspetti fondamentali che hanno caratterizzato la raccolta di Mattia, costituita da codici di argomento religioso, contenenti le opere dei più importanti Padri della Chiesa e santi (San Tommaso, Sant'Ambrogio, Sant'Agostino, San Gregorio I papa, San Giovanni Crisostomo, San Girolamo), di contenuto letterario con opere prodotte da autori classici greci e latini e dai più noti umanisti (Ammiano Marcellino, Livio, Curzio Rufo, Polibio, Quintiliano, Appiano, Plauto, Tertulliano, Svetonio, Virgilio, Aristotele, Senofonte, Ludovico Carbone, Filarete, Andrea Pannonio, Marsilio Ficino, Pietro Ranzano, Giorgio Merula, Naldo Naldi) e di interesse scientifico (Strabone, Leon Battista Alberti, Roberto Valturio, Regiomontano, Teofrasto, Lucrezio, Celso, Seneca, Plinio).

Questi codici, tutti più o meno decorati, sono in genere miniati secondo lo stile dei bianchi girari dal più famoso artista fiorentino, Attavante degli Attavanti, affiancato da Gherardo e Monte di Giovanni, Francesco d'Antonio del Cherico, Francesco Rosselli. Sui fregi che ornano le pagine iniziali compaiono emblemi corviniani (anello con diamante, apiario, botticella, clessidra, corona singola e doppia, corvo, drago, pietra focaia, pozzo, sfera armillare, toro) e lo stemma di Mattia con i simboli dell'Ungheria e con il corvo che reca l'anello d'oro nel becco. A volte lo stemmma corviniano è affiancato da quello aragonese, avendo Mattia sposato Beatrice d'Aragona, sorella di Eleonora, moglie di Ercole I d'Este.

A corredo della mostra è uscito il sedicesimo volume della collana "Il giardino delle Esperidi", diretta da Ernesto Milano, con saggi di autori vari, italiani e ungheresi, nell'intento di presentare la biblioteca corviniana nei suoi aspetti fondamentali. Alle introduzioni del sottosegretario Nicola Bono, del ministro ungherese per la cultura Gábor Görgey, del direttore generale per i beni librari Francesco Sicilia e del direttore generale della Biblioteca "Széchényi" István Monok, segue un Ritratto di Mattia Hunyadi re d'Ungheria di Péter E. Kovács. La nascita della biblioteca di Mattia Corvino e il suo ruolo nella rappresentazione del sovrano è argomento affrontato da Árpád Mikó, il suo sviluppo e la sua storia in epoca successiva è studiato da István Monok in Questioni aperte nella storia della Bibliotheca Corviniana agli albori dell'età moderna e da Edith Madas in La storia della Bibliotheca Corviniana nell'Ungheria dell'età moderna.

Anna Rosa Venturi Barbolini ha indagato sulle Testimonianze dei rapporti tra l'Ungheria e lo Stato Estense, compiendo un puntuale sondaggio tra i manoscritti e le carte conservate presso la Biblioteca Estense Universitaria e l'Archivio di Stato di Modena. La provenienza dei codici è il tema trattato da Ernesto Milano in I codici corviniani conservati nelle biblioteche italiane, dove si esamina il corposo nucleo dei manoscritti attualmente individuato nelle biblioteche italiane, statali e non, includendovi anche l'Apostolica Vaticana fino a un totale di 44 codici. Una ricerca in fieri è quella di Anna Rosa Gentilini, che sta cercando di ricostruire la biblioteca dei Manfredi, signori di Faenza, in rapporto anche alla raccolta corviniana; sono infatti riscontrabili Lacerti manfrediani nella biblioteca di Mattia Corvino, che nel 1490 avrebbe acquistato la raccolta Manfredi. Angela Dillon Bussi ha studiato La miniatura per Mattia Corvino: certezze e problematiche, con particolare attenzione a quella fiorentina, a Bartolomeo di Domenico di Guido, a Mariano del Buono. Analogo studio iconografico è stato condotto in parallelo da Tünde Wehli con La pittura del libro alla corte di re Mattia a Buda.

Paola Di Pietro Lombardi in Mattia Corvino e i suoi emblemi ha esaminato i vari simboli che costellano i fregi dei codici di Mattia, fornendo una tabella di emblemi e stemmi rilevati sui codici corviniani conservati presso la Biblioteca Estense. Il recupero dell'antico alla corte di Mattia Corvino è al centro dello studio di Milena Ricci, che ha preso in considerazione le testimonianze epigrafiche su Mattia e l'Ungheria presenti nella Biblioteca Estense. I codici corviniani erano provvisti di legature in velluto con fermagli dorati, in cuoio, in pelle con impressioni a secco e lo stemma di Mattia. L'esame di queste legature storiche è stato compiuto da Marianne Rozsondai che ne ha fornito anche una tabella esplicativa in appendice.

A completamento dei saggi sono state presentate le schede bibliografiche di commento ai 67 codici esposti, appartenenti alla Biblioteca Estense Universitaria di Modena, alle altre biblioteche italiane, a biblioteche ungheresi, ad altre biblioteche europee.

 

Nel segno del corvo. Libri e miniature della biblioteca di Mattia Corvino re d'Ungheria (1443-1490), Modena, Il Bulino Edizioni d'Arte, 2002, 301 p., Ç 75.

 

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