Rivista "IBC" XI, 2003, 1

musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni

Le stanze della musica. Artisti e musicisti a Bologna dal `500 al `900, Milano, Silvana Editoriale, 2002. La quadreria di Gioachino Rossini. Il ritorno della Collezione Hercolani a Bologna, a cura di D. Benati e M. Medica, Milano, Silvana Editoriale, 2002. S. Pasqual, W. Bignami, M. Pollastri, D. Rosengard, Il Suono di Bologna. La grande liuteria bolognese fra `800 e `900, Bologna, Florenus Edizioni, Cremona, Edizioni Novecento, 2002.
Bologna la musica

Elisabetta Landi
[IBC]

Nell'autunno espositivo bolognese è stata di scena la musica, protagonista di due importanti rassegne. Compito della prima mostra illustrare "Le stanze della musica" con una panoramica complessiva sugli artisti e i musicisti a Bologna dal Cinquecento al Novecento, a cui si aggiungeva una sezione dedicata alla quadreria di Gioachino Rossini.

L'esposizione - allestita nel Palazzo di Re Enzo e del Podestà dal 23 novembre 2002 al 23 febbraio 2003, curata dal Comune e diretta dai Musei civici d'arte antica con il patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali e della Regione - ha reso omaggio a una tradizione che è parte integrante della storia della città: dalla cinquecentesca Cappella Palatina all'Accademia Filarmonica fondata nel 1666, tuttora attiva ed operante, cui fu aggregato nel 1770 Wolfgang Amadeus Mozart, ospite dei Pallavicini in via San Felice e alla Croce del Biacco; dal transito di importanti personalità di musicisti e di compositori alla presenza, in strada Maggiore, di Gioachino Rossini, il cui Stabat Mater venne eseguito per la prima volta nel 1843 all'Archiginnasio sotto una bacchetta di prestigio, quella di Gaetano Donizetti. Quindi le memorie di Bologna wagneriana, che insignì il musicista tedesco della cittadinanza onoraria e altri passaggi non meno famosi: Johannes Brahms per esempio, senza contare l'attività di Giuseppe Martucci e Ferruccio Busoni.

Strumenti, modellini, documenti (celebre il "compito" di Mozart per l'ammissione all'Accademia bolognese), spartiti, volumi e soprattutto dipinti, circa una settantina, hanno ritmato il percorso della mostra, dove figuravano, come nucleo centrale, i capolavori del Museo bibliografico musicale: Crespi, Reynolds, Gainsborough, Giaquinto. Introdotta da una rassegna cinematografica suggestiva, l'esposizione era articolata in aree tematiche dedicate ai teorici musicali tra Cinquecento e Seicento, al rapporto tra Padre Martini e il suo tempo, a Farinelli e all'opera del Settecento, a Mozart e Bach e all'Accademia Filarmonica, a Rossini e all'opera dell'Ottocento, a Wagner a Bologna, e infine a Respighi e al Liceo musicale. Integrava la manifestazione "La quadreria di Gioachino Rossini. Il ritorno della Collezione Hercolani a Bologna", curata da Massimo Medica e Daniele Benati. Opere importanti di Vitale, di Giovanni Bellini, Jacopo Tintoretto, Reni, Albani e altri capolavori conservati nella Pinacoteca Civica di Pesaro, rientrati temporaneamente a Bologna, hanno presentato sotto l'aspetto insolito di collezionista il compositore, che li acquisì nel 1868, in punto di morte, dai principi Hercolani.

Parallela alla manifestazione, comprensiva di concerti, conferenze, proiezioni e spettacoli multimediali, l'esposizione "Il Suono di Bologna" ha affrontato il tema specifico della grande liuteria bolognese fra Ottocento e Novecento. Alla mostra - organizzata dal Gruppo liuteria bolognese insieme alla Confederazione nazionale dell'artigianato e alla Fondazione Cassa di risparmio in collaborazione con l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna - si pensava dal 1998, nella ricorrenza del centenario della morte di Raffaele Fiorini (Musiano di Pianoro, 1828 - Bologna, 1898), caposcuola della produzione liutaria bolognese dell'Ottocento.

Risalgono al XIII secolo le origini della liuteria nostrana: liuti e viole da braccio, il cui uso era favorito dal vivace ambiente dello studio. Ne testimonia la "violeta" di Santa Caterina, tra i cimeli del museo del Corpus Domini: un esempio della popolarità di cui godettero questi strumenti, per la cui produzione Bologna seppe esprimere un'alternativa a Cremona soprattutto a partire dai primi anni del Cinquecento, quando si formarono le prime società di liuteria nel centro cittadino, incrementate dalla presenza di maestranze d'oltralpe. Capostipite fu Luca Maler, seguito dalle dinastie dei Brensi, dei Guidanti, dei Tononi, attorno ai quali si riunirono artigiani specializzati nella produzione di capolavori di rilevante valore artistico e commerciale.

Fino allo scadere del Settecento, quando motivi economici e sociali compromisero questa attività consolidata: toccò a Fiorini recuperarne i segreti per il rilancio della bottega di foggia antica. Complici nel caso le mutate condizioni della vita musicale dell'età postunitaria, dopo la stasi di metà Ottocento, quando Bologna, primo centro wagneriano in Italia, si avviò a diventare luogo privilegiato di grandi fermenti musicali grazie al livello elevato delle istituzioni musicali tradizionali. Dalla bottega di Fiorini discesero le personalità di Giuseppe, suo figlio, e indirettamente quelle dei più giovani Augusto e Gaetano Pollastri, Armando Monterumici, Cesare e Oreste Candi, fino a Otello Bignami, Ansaldo Poggi, Paolo Morara, Carlo e Natale Carletti (padri dell'odierna produzione di strumenti ad arco).

Ricordare questa tradizione e recuperare al pubblico il tesoro di una storia nota sino ad ora agli specialisti è stato quindi il proposito della mostra. Allestita in San Giorgio in Poggiale dal 7 al 22 dicembre 2002 e preceduta da una giornata di studi organizzata il 16 dicembre con il patrocinio della Camera di commercio, l'esposizione ha illustrato questa straordinaria avventura nelle sezioni dedicate alla locale scuola di liuteria moderna e a dodici liutai bolognesi, raccontati attraverso quaranta strumenti. Fotografie e documenti inediti rievocavano poi con attrezzi di lavoro, lettere e cimeli la suggestione di un laboratorio artigiano: come quello di Bignami in via Guerrazzi 10, ricostruito fedelmente e attualizzato da un apposito percorso didattico attraverso le diverse fasi di lavorazione, dimostrate in sito da un artigiano. Locandine, programmi e una sezione sui luoghi della musica bolognesi restituivano il fascino della prestigiosa vita musicale cittadina fra Otto e Novecento. Né potevano mancare giochi di suoni con sussidi multimediali per giovani musicisti e un programma di concerti per strumenti ad arco.

 

Le stanze della musica. Artisti e musicisti a Bologna dal `500 al `900, Milano, Silvana Editoriale, 2002, 189 p., Ç 30.

La quadreria di Gioachino Rossini. Il ritorno della Collezione Hercolani a Bologna, a cura di D. Benati e M. Medica, Milano, Silvana Editoriale, 2002, 113 p., Ç 25.

S. Pasqual, W. Bignami, M. Pollastri, D. Rosengard, Il Suono di Bologna. La grande liuteria bolognese fra `800 e `900, Bologna, Florenus Edizioni, Cremona, Edizioni Novecento, 2002, 120 p., s.i.p.

 

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