Rivista "IBC" XI, 2003, 1
territorio e beni architettonici-ambientali / pubblicazioni
Nel maggio del 2002 la University Press Bologna ha pubblicato a cura di Tommaso Mantovani, Anna Rita Parente e Elsa Silvestri Le tracce del sacro, un quaderno con gli atti del I Congresso interregionale tenutosi a Budrio il 27 e 28 febbraio del 1999 con l'intento di indagare la presenza diacronica dei beni religiosi nei vari territori regionali. Il convegno era nato come riflessione a seguito di una mostra, che portava lo stesso titolo di questa pubblicazione, tenutasi sempre a Budrio nel 1998, anche in previsione del Giubileo del 2000.
Lo scopo primo del convegno era riscoprire le tracce della fede e della religiosità sul territorio e fare il censimento di un patrimonio culturale sicuramente comune, quello dei beni di carattere religioso: beni che vanno compresi nella loro valenza artistica e culturale, non tanto per rafforzare un'identità nazionale che ha paura di soccombere di fronte a culture e religioni diverse e sempre più presenti nel nostro ambiente.
I numerosi interventi hanno analizzato l'immagine sacra come rappresentazione del divino attuata secondo modalità diverse, mediante l'inserimento in un contesto spaziale e quindi terreno: croci, maestà, edicole, altari, pitture murali, sculture popolari, pilastrini. L'immagine inserita nello spazio percorso ogni giorno da uomini comuni che vivevano di semplicità e lavoro, diviene in questo modo lo strumento che porta il sacro sulle strade; si tratta di simboli che si concretizzano in manufatti, di modelli iconografici che storicamente, nella loro peculiarità, testimoniano una identità comune.
La religiosità precristiana e quella cristiana trovano un elemento di continuità nella sacralizzazione dello spazio e del tempo della comunità ed è in questo modo che sullo spazio esterno si manifestano, in entrambi i casi, i segni reali di una ricerca interiore. Per ovvie ragioni, però, la valenza di queste "tracce" può essere colta solo alla luce della storia del Cristianesimo, la religione che più ha plasmato e modificato il territorio del mondo antico. Nel rapporto tra elementi precristiani e cristiani, comunque, entrano in campo trasposizioni e reinterpretazioni di simboli e oggetti, di luoghi, ma anche pratiche liturgiche come formule di preghiera e riti processionali.
Se i fondamenti della fede popolare vengono individuati utilizzando le modalità della ricerca storica si scopre che la religiosità popolare, intesa come rapporto tra l'uomo cresciuto nel mondo contadino e la religione, si compone di una serie di frammenti sparsi che non seguono i precetti del rito e della liturgia in modo assoluto: le condizioni socioeconomiche che caratterizzano un territorio portano infatti con sé esigenze diverse, che non possono sottomettersi ai dettami rigidi della fede. Così la sezione intitolata "La ricerca sul territorio" testimonia la devozione popolare nei vari luoghi, portando alla luce quella religiosità specifica che, partendo da una fede comune, si è manifestata a seconda delle specifiche realtà territoriali.
È inutile ribadire quanto la riflessione sulle religioni si sia dimostrata indispensabile negli ultimi mesi per capire gli sviluppi storici contemporanei: già durante il convegno il presidente del consiglio di allora, Massimo D'Alema, affermava che le guerre di religione sono finite. Ne eravamo certi (per lo meno riguardo al "nostro" Occidente) e sembrava quasi superfluo ricordarlo, ma la storia ha continuato a ribadirci che i suoi eventi si compongono di "corsi e ricorsi" e in quest'ottica il congresso del 1999 acquista un significato che va ben oltre la semplice recensione del patrimonio del nostro territorio.
Le tracce del sacro. Una ricerca sul territorio, dai culti pagani al cristianesimo, a cura di T. Mantovani, A. R. Parente, E. Silvestri, Bologna, University Press Bologna, 2002, 274 p., Ç 20.
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