Rivista "IBC" X, 2002, 4
biblioteche e archivi / progetti e realizzazioni
L'Archivio "Cesare Zavattini" - i cui materiali, dopo la scomparsa dello scrittore, sono stati oggetto di un riordino accurato da parte di Valeria Faletra e di un paziente e preziosissimo lavoro di controllo e cura scientifica ad opera del figlio Arturo - è stato acquisito dalla Biblioteca "Panizzi" di Reggio Emilia, che ha collocato questi materiali in una sala dei propri depositi intitolata al grande luzzarese e ubicata nella torre libraria. La realizzazione di questo progetto si deve in larga misura alla sensibilità dei figli Marco e Arturo ed agli stretti rapporti che nel corso degli anni erano stati allacciati dallo scrittore luzzarese con intellettuali, artisti, amministratori pubblici ed uomini politici reggiani.
Una convenzione stipulata nel 1990 tra la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Reggio Emilia e gli eredi di Cesare Zavattini, sancì ufficialmente questo sodalizio. Determinanti le comuni radici e il sostegno offerto da cooperatori oltre che da politici reggiani ed emiliani a progetti zavattiniani: negli anni tra la fine dei Sessanta e l'inizio dei Settanta si consumò la breve ma intensa stagione dei Cinegiornali liberi e successivamente, negli anni Ottanta, il tentativo di dar vita all'esperienza, poi fallita, di NTV. Sulla raccolta dei materiali che documentano la multiforme attività di questo straordinario artista, una parte dei quali si trova ancora presso la sua "storica" casa romana di via Sant'Angela Merici, è in corso - ad opera della biblioteca reggiana - un lavoro di ordinamento e di catalogazione su base informatica.
Oltre a proporsi di completare l'indicizzazione dei materiali e di incrementare, ove possibile, la dotazione originaria, l'Archivio si pone come obiettivo preminente lo studio e la valorizzazione della figura e dell'opera di Zavattini. Per questo, in occasione delle celebrazioni per il centenario della sua nascita, la "Panizzi" ha realizzato una serie di iniziative specificamente dedicate al perseguimento di questi obiettivi. Una di queste è la pubblicazione dei "Quaderni dell'Archivio `Cesare Zavattini'", il cui primo numero presenta lo studio di Michela Carpi intitolato Zavattini, direttore editoriale (Reggio Emilia, Aliberti, 2002).
Altro strumento fondamentale, ancora in corso di perfezionamento, sarà il sito web www.cesarezavattini.it, presentato al convegno "Una parola moderna: Zavattini scrittore", promosso il 25 ottobre 2002 dalla Soprintendenza per i beni librari e documentari dell'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC) e dalla Biblioteca "Panizzi". Il sito offrirà soprattutto la possibilità di fruire, attraverso cataloghi, ipertesti, documenti ecc., le multiformi articolazioni dell'attività culturale ed artistica di Za. Oltre al sito internet, la Biblioteca "Panizzi" sta avviando la realizzazione di un centro multimediale dedicato all'artista luzzarese. Esso consentirà l'interazione interdisciplinare e multimediale con l'opera di Zavattini; si avvarrà dei materiali dell'archivio e del sito web, e ne costituirà il punto di riferimento a livello nazionale ed internazionale.
Tra i materiali dell'archivio zavattiniano un fondo particolarmente importante, consegnato alla Biblioteca "Panizzi" nel 1992, è quello dei "Lavori cinematografici". Esso si compone di materiali in gran parte inediti e di varia lunghezza, per lo più dattiloscritti con numerose ed ampie annotazioni manoscritte, che sono stati individuati e selezionati nell'Archivio romano dell'artista, per conto dell'IBC e ancora una volta da Valeria Faletra. In realtà non tutti questi documenti sono soggetti cinematografici. In generale, oltre ai soggetti, nel Fondo "Lavori cinematografici" sono presenti anche numerosi altri documenti: sceneggiature, trattamenti, scalette, note di lavorazione, riferimenti bibliografici e altro ancora. L'inventario analitico (dattiloscritto) di questi materiali è stato informatizzato e sarà consultabile anche dal sito web.
I lavori cinematografici di Za sono in totale duecentoventidue. Sessantaquattro di questi sono stati realizzati; centocinquantotto non hanno avuto sbocchi cinematografici; in realtà ne esistono numerosi altri che per ragioni diverse non sono conservati in archivio. I primi soggetti risalgono al 1934. Sono in parte inediti ed hanno varia lunghezza: dall'idea racchiusa in una paginetta, sino a cartelle e cartelle di materiale tutte dedicate ad un unico progetto. Tra le sceneggiature - corredate da appunti, documentazioni e sequenze realizzate e poi tolte nel montaggio - compaiono quelle di film celebri, quali Ladri di biciclette, Umberto D., La ciociara, Miracolo a Milano, Bellissima, ecc. Un materiale piuttosto copioso riguarda La Veritàaaa (1982), l'unico film di cui Zavattini fu anche regista.
Un altro fondo importantissimo è quello delle lettere e dei carteggi. L'epistolario di Cesare Zavattini - dopo una indispensabile organizzazione operata presso l'Archivio romano, e una prima inventariazione delle lettere dalla A alla C - è stato trasferito presso la Biblioteca "Panizzi" e sottoposto ad un'accurata catalogazione grazie ad un apposito programma informatizzato. È oggi consultabile sotto la voce "Carteggio Zavattini" tra i Cataloghi speciali della Biblioteca reggiana ed è anch'esso collegato al sito web. Il fondo è davvero corposo: tra le lettere dei corrispondenti e le minute di risposta, l'ordine di grandezza sopravanza di gran lunga le centomila unità. Il carteggio comprende moltissimi nomi prestigiosi, testimonianza viva di quasi sessant'anni di vita artistica e di impegno politico: da De Sica a Blasetti, a Borges, Vittorini, Bernari, Repaci, Aleramo, Clair, Wyler, Morandi, Pasolini, Strehler, ecc. Dalle lettere esce mirabilmente l'energia intellettuale di Zavattini, animatore della scena culturale italiana del Novecento.
Ma l'Archivio comprende migliaia e migliaia di altri reperti. Narratore, poeta e autore teatrale, Zavattini ha tracciato di ogni opera numerosissime stesure, continuamente riviste e riscritte. Anche la sua attività giornalistica è documentata da oltre duemila articoli, a volte firmati anche con pseudonimi. Dopo gli esordi sulla "Gazzetta di Parma", le prove narrative su "Solaria" e "La fiera letteraria", Zavattini ha inventato e diretto giornali (come "Il Settebello"), approntato collane editoriali (come "I giovani"), scritto cronache, recensioni, ricordi, novelle (in "Piccola", "Il giornale delle meraviglie", "Il caffè", "Il secolo XX", "Il secolo illustrato", "Il tempo illustrato", ecc.). Questo materiale (insieme a numerosissimi interventi critici su Zavattini) è stato raccolto sin dal 1937 grazie al servizio effettuato dall'"Eco della stampa".
Accanto alla sua produzione letteraria e cinematografica, i materiali che Zavattini ci ha trasmesso documentano anche il suo impegno nell'ambito della promozione e della divulgazione culturale. Il dibattito sul neorealismo e il tema della pace sono solo alcune delle grandi questioni che hanno fortemente appassionato il grande artista luzzarese: l'archivio possiede documenti e testimonianze di un'attività intellettuale svolta in realtà a vari livelli, come promotore di festival cinematografici, premi letterari e rassegne pittoriche, come animatore di cooperative culturali e associazioni cinematografiche, come relatore di conferenze in Italia e all'estero (negli Stati Uniti, in Unione Sovietica, in America Latina e in particolare a Cuba, dove Zavattini ha promosso la nascita di una giovane scuola di cineasti).
Il settore iconografico è poi particolarmente ricco. La Biblioteca "Panizzi" ha acquisito in anni non lontani centoventi opere fra le più significative dell'itinerario pittorico zavattiniano, opere che il sito web propone con un programma informatico anch'esso linkabile, utilissimo per ricerche e studi su questo aspetto particolare della sua proteiforme attività. Ma nell'archivio non mancano le foto, che riguardano preminentemente la documentazione dell'opera pittorica di Zavattini (completata anche da cataloghi e da interventi critici); i ritratti a lui dedicati da fotografi famosi (Avedon, Zanca, Berengo Gardin, ecc.); le foto di Luzzara, della Bassa padana e del Po, a cui ha dedicato due memorabili libri.
La qualità e la molteplicità dei documenti di cui si compone l'Archivio "Zavattini" - manoscritti e diari, foto e videodocumentazione, registrazioni sonore e ritagli di stampa - non è che l'indice dello straordinario fervore della "bottega" zavattiniana.
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