Rivista "IBC" X, 2002, 4
biblioteche e archivi / didattica, progetti e realizzazioni
Il 27 aprile 2002, nel cuore del centro storico di Carpi (Modena), a piano terra di Palazzo Pio, è stata aperta una biblioteca per ragazzi dal nome evocativo: "Il falco magico". La leggenda vuole infatti che Carpi sia stata fondata da Astolfo, re dei Longobardi, il quale dopo aver perso il proprio regno vagò alla ricerca del suo falcone giungendo infine in una terra fertile, dove ritrovò il suo "falco magico" e qui, in segno di ringraziamento, fece erigere una chiesa intorno alla quale sorse la città di Carpi. Con la scelta di questo nome si voleva, insieme, evocare il fascino della leggenda e richiamare le storie che la biblioteca, sin dalle sue origini, raccoglie e tramanda. Anche il logo della biblioteca si ispira alla leggenda di Re Astolfo ed è stato magistralmente disegnato da Emanuele Luzzati, che ha accettato con entusiasmo di collaborare con noi anche per l'arredo scenografico della sala dei più piccoli.
Dunque una biblioteca per i bambini, per i ragazzi, per i giovani, per le famiglie e quindi per la città. Non ci sembra fuori luogo ricordare l'antico sogno di Alberto III Pio, ultimo principe di Carpi, che voleva lasciare la propria biblioteca alla città affinché venisse messa a disposizione "del pubblico"; ma i Pio persero il principato e alla morte del nipote Rodolfo, che aveva ereditata la preziosa raccolta, questa andò all'asta e per la maggior parte dispersa. Il sogno di Alberto, tuttavia, sembra rivivere oggi nel "Falco magico".
Entrando in biblioteca da piazza Martiri ci troviamo in un cortiletto interno, il ninfeo del principe, uno dei luoghi in cui poteva ritirarsi per riflettere, rasserenare il corpo e lo spirito, trovare nel silenzio e nella meditazione conforto ai propri affanni. E in questo cortile raccolto, dove presto verranno collocate delle panchine, i ragazzi, pur trovandosi nella principale piazza di Carpi, possono godere quella quiete che fa della biblioteca un luogo dove il pensiero e la mente si alimentano, e dove è possibile sperimentare un reale distacco dalle mille sollecitazioni a cui siamo quotidianamente sottoposti. Una biblioteca che si presenta allo stesso tempo come uno spazio confortevole dove i ragazzi possono ritrovarsi per leggere e studiare, ma anche per trascorrere il loro tempo libero, per socializzare, navigare in internet, guardare un film e ascoltare un CD, e dove è possibile coniugare in maniera costruttiva e proficua il sapere virtuale che viaggia nelle strade telematiche e il sapere che la carta stampata ancora ci trasmette.
In occasione dell'apertura di questo nuovo servizio abbiamo cercato di indagare la storia della sezione ragazzi, consapevoli che il nostro lavoro e i nostri risultati sono il frutto di una crescita culturale avvenuta nel tempo e grazie all'impegno e all'amore per il sapere di coloro che ci hanno preceduto. La biblioteca per ragazzi di Carpi, infatti, ha una storia che risale ai primi anni del Novecento e precisamente al 1914, quando in occasione dell'apertura della nuova sede della biblioteca in alcune sale di Palazzo Pio, venne organizzata dalla direttrice, la professoressa Pia Bacci, una sezione per i più giovani. La consultazione dell'inventario dei beni immobili del comune degli anni che vanno dal 1870 al 1890 ci ha permesso inoltre di appurare che una dotazione seppur minima di libri per ragazzi esisteva anche prima del 1914, probabilmente sin dall'inaugurazione della biblioteca pubblica a Carpi nel 1872. Una raccolta di 120 libri per ragazzi di data di pubblicazione anteriore al 1920 sono ancor oggi conservati nel nostro fondo antico.
Dopo gli anni di decadenza del servizio, che coincisero con il periodo tra le due guerre e ovviamente con la seconda guerra mondiale, gli istituti culturali ricevettero nuova linfa grazie al passaggio alla regione delle funzioni amministrative in materia di musei e biblioteche, che portò in primo luogo a Carpi alla nascita dell'assessorato alla cultura (1973). Un grande impulso allo sviluppo della sezione ragazzi si ebbe però con gli anni che vanno dal 1988 ad oggi; nell'ambito dell'ampliamento della biblioteca comunale venne assegnato ai ragazzi un ampio spazio, che ha permesso l'organizzazione del patrimonio librario in maniera più consona alle loro esigenze e quindi una maggiore e migliore fruizione, creando le premesse per uno sviluppo che è stato decisivo anche per la scelta della progettazione di una biblioteca ragazzi come sede autonoma.
Il progetto di una sezione ragazzi fisicamente distaccata dalla biblioteca ha - nel nostro caso specifico - delle ragioni contingenti, ma nasce anche da scelte maturate dall'esperienza e dal lavoro con i ragazzi. Le ragioni contingenti si riferiscono alla esigenza di trovare un nuovo spazio per la sezione ragazzi, in quanto la sede in cui era ospitata doveva subire un intervento strutturale di vasta portata, ancor oggi in corso: questa effettiva carenza di spazio è culminata con il collocamento a deposito per un anno circa dell'ottanta per cento del patrimonio librario per ragazzi e con la chiusura delle sale a loro destinate.
Le scelte invece hanno motivazioni più articolate: le diverse attività condotte a partire dalla fine degli anni Ottanta con i ragazzi, sia nel tempo libero che nel tempo scolastico, hanno evidenziato spesso problemi tra le esigenze di silenzio per chi in biblioteca si dedica principalmente allo studio e le evidenti necessità di socializzazione, di movimento e di gioco dei più piccoli, per i quali il rapporto con il libro è spesso vissuto attraverso modalità ludiche.
La progettazione avviatasi nel 1999 ci ha permesso di trarre beneficio dall'esperienza maturata dal 1988, in quanto da quel momento hanno preso avvio un aggiornamento più consistente della sezione ragazzi e diverse attività rivolte alla fascia 3-14 anni, destinate sia alla scuola che al tempo libero. Si sono susseguiti negli anni diversi progetti: corsi d'aggiornamento per docenti sulla letteratura per ragazzi; letture e presentazioni di libri a tema per le classi; letture-spettacolo e laboratori nel tempo libero; bibliografie mirate alla promozione della lettura e del libro.
Da un lato l'ampia offerta di proposte ha aumentato la frequentazione della biblioteca e il numero dei prestiti, mentre dall'altro le iniziative proposte si sono spesso rivelate insufficienti in relazione alle richieste e quindi non in grado di soddisfare tutte le esigenze del pubblico giovanile. Queste le premesse dalle quali ha preso avvio il progetto elaborato da un gruppo di lavoro composto perlopiù da personale interno (Lauro Casarini, dirigente del Settore cultura; Anna Prandi, direttrice della Biblioteca; Emilia Ficarelli, responsabile della Sezione ragazzi; Giovanni Gnoli, architetto dirigente del Settore restauro e conservazione; Maurizio Benetti, geometra; Eros Miari, esperto di promozione della lettura), con una consulenza - in fase iniziale - di Antonella Agnoli. Si riportano in sintesi i principali esiti del progetto:
Spazi
Dai 150 metri quadrati dei locali precedentemente occupati si è passati agli attuali 550.
Patrimonio
14.500 volumi a scaffale aperto (aggiornamento annuo: 1.500 volumi; scarto e deposito: circa 300/400 all'anno). Oltre ai libri la Biblioteca ha una dotazione di circa 400 videocassette, 150 CD-ROM e CD musicali, 3 abbonamenti a quotidiani e 17 a periodici.
Pubblico di riferimento
Uno degli elementi portanti del progetto è stata ovviamente la scelta del pubblico a cui destinare le risorse ed il patrimonio della biblioteca, come dato da cui partire per studiare l'organizzazione del servizio e l'articolazione delle sezioni. Sino a quel momento la biblioteca ragazzi si era rivolta alla fascia 0-14 anni e non era mai stata attivata una sezione per gli adolescenti. In fase di elaborazione del progetto si è quindi valutato attentamente l'opportunità di estendere agli over 14 il nuovo servizio, arrivando ad una scelta positiva che si è basata principalmente su due punti:
- non si voleva creare una "biblioteca per piccoli", rischiando di perdere anche il pubblico dei 13-14 anni: questo aspetto del problema è emerso soprattutto dal confronto con altre realtà che già avevano avuto esperienze in questo senso;
- l'estensione sino a 16 anni permette da un lato un allineamento con l'obbligo scolastico e dall'altro il panorama editoriale per ragazzi ha molte analogie nella fascia destinata ai 12-16 anni, differenziandosi invece con proposte molto più articolate per gli over 16. È infatti possibile individuare agevolmente collane, testi di narrativa e divulgazione sino ai 16 anni, che peraltro si rispecchiano e rimandano all'editoria più propriamente scolastica, mentre risulta difficile selezionare testi per giovani a partire da 16-17 anni, in quanto si tratta di libri che si collocano a tutti gli effetti nel patrimonio per gli adulti.
Rimane comunque il fatto che i giovani tra i 14 e i 16 anni rappresentano una fascia "fluttuante" che è difficile inquadrare in un settore o servizio, ed è presumibile che a seconda della educazione alla lettura ricevuta questi ragazzi possano frequentare contemporaneamente l'uno o l'altro servizio, usufruendone di volta in volta in maniera differente a seconda della maturità dei singoli e delle specifiche esigenze. Compito della biblioteca è agevolare il passaggio e creare punti di contatto tra le due realtà per non lasciare "vuoti pericolosi", in un momento di naturale "distrazione" e allontanamento dalla lettura.
Sezioni
Gli spazi sono stati pensati in maniera flessibile e il più possibile "aperti", ma non indifferenziati, in modo che l'utente possa orientarsi autonomamente e comprendere con facilità la distribuzione del patrimonio. Le scelte sono state dettate anche dall'esigenza di creare un ambiente nel complesso sobrio e confortevole, dove il colore e la vivacità sia data dal libro, che deve essere sempre "in primo piano". Lo scaffale è inoltre molto flessibile: permette di creare movimento o isolare spazi con semplici soluzioni d'arredo; vi si possono inserire agevolmente contenitori per periodici o per materiali multimediali e sul fianco è possibile montare piccoli ripiani in legno o supporti metallici per l'esposizione di libri. Il libro infatti, soprattutto per i ragazzi, necessita di essere "mostrato", collocandolo di piatto, poiché la sola visione del dorso ne limita la visibilità e quindi la consultazione.
Il lavoro della commissione si è quindi occupato dell'organizzazione degli spazi. Innanzitutto si è scelto di creare uno spazio over 14 a sé stante, dotandolo di tipologie differenti di materiali, proprio per favorire al massimo, anche attraverso altri supporti, il "contatto" con il libro. Troviamo in questa sezione principalmente libri di narrativa e saggistica di carattere musicale e inoltre 3 riviste in abbonamento, CD musicali con possibilità di ascolto in sede, videocassette e 2 postazioni multimediali.
Un'altra sezione che si è ritenuto opportuno strutturare in maniera articolata è la sezione 0-7, in considerazione del tipo di pubblico e dell'alta frequentazione da parte dei più piccoli della biblioteca. I bambini di questa fascia d'età sono infatti grandi lettori e assidui frequentatori di tutte le proposte di letture animate, mentre nelle famiglie notiamo una sempre maggiore attenzione per il libro e una chiara coscienza del suo valore educativo. Si è deciso pertanto di creare un angolo per la lettura animata nella sala destinata agli 0-7, attraverso una struttura di forte impatto visivo ed emotivo: un teatrino di 2 metri per 4, realizzato dal noto scenografo e illustratore Emanuele Luzzati. Questo teatro, con un fondale che riprende l'immagine del bosco e il boccascena disegnato a palchi con bambini come spettatori, crea un magnifico effetto e si presenta come il miglior invito alla lettura e al gioco con i libri. La struttura è dotata di schermo per la proiezione di diapositive, che all'occorrenza può accompagnare la lettura.
Completano la zona "spettacolo" piccole seggiole e panchine dipinte con colori vivaci da Luzzati, che vengono opportunamente utilizzate per letture e arredo scenografico. Non abbiamo infine rinunciato alla pedana con i cuscinoni da utilizzare per una lettura informale: qui il bambino si rilassa, sfoglia il libro e pare provare il massimo piacere nel poter leggere "in libertà"; si crea una situazione estremamente favorevole in cui l'apprendimento si mescola magicamente alla possibilità di fantasticare e sognare attraverso i racconti e le storie: una situazione in grado di generare quell'amore per il libro che si spera possa trasformarsi in un sentimento duraturo e acquisito.
Nella sala dei piccoli troviamo inoltre un angolo per i genitori e gli educatori, con testi di pedagogia, psicologia dell'età evolutiva, puericultura e letteratura per l'infanzia: i genitori infatti, mentre aspettano i bambini intenti alla lettura o alla scelta di un libro, dimostrano interesse per temi di carattere educativo; il nostro intento non è quello di creare una sezione completa (compito che rimane al settore adulti), ma di offrire spunti e occasioni che favoriscano l'approccio con queste tematiche.
Per quanto riguarda il patrimonio multimediale si è optato per una scelta mediata: troviamo infatti in uno spazio autonomo i CD-ROM e la maggior parte delle videocassette con un televisore a disposizione per la visione in sede; anche 3 delle 5 postazioni multimediali sono collocate in un'area dedicata, posta nella zona della consulenza e prestito per permettere una continua interazione con il personale. Una parte però delle videocassette, come anche 2 postazioni multimediali, sono integrate con il patrimonio librario nella zona over 14. Rimane comunque il fatto che questo materiale è stato collocato per scelta "tra i libri": ci è parsa infatti superata l'idea di una sala multimediale completamente staccata, e si è lavorato piuttosto nell'ottica di una integrazione, anziché di una separazione dei patrimoni. La ricchezza risiede infatti nel cogliere la specificità del contenuto informativo di ciascun medium e nel saperlo mettere in sinergia con gli altri supporti.
Per i periodici è stata prevista la classica emeroteca, ma questo non ci ha impedito di inserire 2 riviste per bambini nella sezione 0-7 e alcuni periodici nello spazio over 14, privilegiando la specificità di questi materiali, espressamente rivolti a queste fasce d'età: il loro uso è più proficuo se sono collocati a portata del pubblico di riferimento. Sono state collocate invece nell'emeroteca le riviste di interesse più generale.
Infine troviamo una sala per letture e conferenze, che all'occorrenza può essere utilizzata anche per laboratori e mostre. Per poter far fronte alle esigenze dei diversi usi la sala è stata volutamente tenuta "destrutturata", con solo una leggera struttura a parete per esposizioni di quadri o pannelli e tutto lo spazio rimanente lasciato libero: una dotazione di tavoli, sedie, postazione multimediale, schermo, diaproiettore e televisore viene conservata normalmente in deposito e utilizzata di volta in volta in base alle diverse necessità.
Le altre sezioni della biblioteca ragazzi sono articolate in maniera più tradizionale, riprendendo il modello sperimentato in precedenza, che prevede una suddivisione tra saggistica e narrativa (quest'ultima divisa per fasce d'età).
Il nostro lavoro ha avuto come obiettivo prioritario la creazione di una biblioteca intesa come progetto culturale, nella consapevolezza delle funzioni pedagogiche, civili e sociali di questo servizio. Una biblioteca dove trascorrere piacevolmente una parte del proprio tempo libero, dove i giovani sentano "la necessità" di andare, una biblioteca che sappia far crescere in maniera coinvolgente la loro intelligenza, le loro curiosità e in definitiva il loro sapere.
Il patrimonio, la sua organizzazione, così come le scelte relative al recupero architettonico e all'arredo, sono state dettate e improntate alla necessità di un ambiente gradevole, rilassante, dove l'utente sia piacevolmente indotto a "trattenersi". Accanto al libro più tradizionalmente scolastico il ragazzo trova infatti testi di divulgazione, ricchi di illustrazioni e graficamente accattivanti, che sanno dare risposte alle loro curiosità e sono capaci di stimolare ulteriori approfondimenti: libri di scienze, astronomia, storia, basati spesso su racconti della vita quotidiana, guide di viaggio per i più giovani, libri sulle esplorazioni ecc. Anche la narrativa classica è collocata a fianco delle più recenti proposte dell'editoria giovanile. Le collane di lettura più amena fungono spesso da "esca", nella speranza che la lettura diventi "contagiosa" e si inneschi un processo di crescita quantitativa e qualitativa.
La biblioteca non è un obbligo come la scuola, noi dobbiamo essere capaci di conquistare i ragazzi, dobbiamo riuscire a creare un "bisogno", una benefica dipendenza dalla lettura e dal libro che li accompagni giorno dopo giorno e sia in grado di favorire il loro accrescimento culturale, ma non solo. Il libro ti fa sognare, le storie ti possono trasportare lontano dal quotidiano, dalla tristezza e dalla noia e persino mostrarti "l'altra faccia della luna".
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L'Archivio storico comunale di Carpi è istituto di tradizione consolidata e di notevole consistenza, caratterizzato dalla presenza degli atti prodotti dall'amministrazione locale dal 1538 ai giorni nostri. L'Archivio ha funzionato, sul territorio, come luogo di concentrazione archivistica; in esso, infatti, sono confluiti archivi di enti soppressi, di nobili famiglie, di studiosi locali, molto importanti per la ricerca sulla storia cittadina.
A Carpi, caso piuttosto raro, è ancora depositato l'Archivio notarile mandamentale, contenente gli atti rogati dai notai carpigiani a partire dal XIII secolo. Per queste peculiarità l'Archivio di Carpi ha ottenuto dal Ministero per i beni culturali, nel 1997, il riconoscimento di "Archivio di notevole interesse storico". Assai sostenuta è stata poi l'attività di promozione e sostegno di ricerche e tesi di laurea, con vere punte d'eccellenza soprattutto in materia di storia urbana, come appare dalle numerose pubblicazioni curate dall'Archivio e dai suoi operatori.1
Rimanendo invariato l'impegno dell'Istituto nei confronti dei suoi utenti abituali, gli storici e gli studiosi professionisti, si è cercata nel tempo l'apertura verso un'utenza maggiormente allargata. Il compito è stato facilitato, circa due anni or sono, dal trasferimento della sede dell'Archivio nell'Ala Ex-Carceri, facente parte del complesso architettonico di Palazzo Pio, appositamente restaurata ed attrezzata per contenere depositi, uffici ed altri spazi, vitali per l'attività dell'Istituto e prima pressoché inesistenti.
Nella nuova sede si è potuto organizzare, nella primavera del 2002, un piccolo ciclo di conferenze e visite guidate, "Carpi: immagini e segni della sua storia", curate da Manuela Ghizzoni ed incentrate sulla valorizzazione del patrimonio e sull'evoluzione della città. Durante l'estate l'Archivio ha proposto due serate di letture, musiche e immagini intitolate "Voci dalla storia", nelle quali, partendo dalle cronache cittadine, si sono rievocati due momenti della storia carpigiana. L'11 dicembre 2002 l'istituto ha presentato il volume Memorie storiche critico-topografiche della città di Carpi...", edizione critica di un importante manoscritto settecentesco di Don Natale Marri, fondamentale per la conoscenza di Carpi, del territorio e dei suoi mutamenti nel tempo. Fino al 19 gennaio sulla figura del Marri sarà aperta una mostra in Palazzo Brusati-Bonasi, sede della Fondazione della Cassa di risparmio di Carpi, che ospiterà anche tutti gli eventi collaterali.
L'attività didattica dell'Archivio, negli ultimi anni, è stata posta scientemente al centro di questa strategia di divulgazione e promozione. Fra i tanti altri utenti possibili si è puntato con decisione agli studenti ed alla scuola. Le ragioni di questo sono molteplici e vanno ricercate nel momento di particolare vivacità che ha attraversato il mondo scolastico, in seguito all'introduzione di novità nei programmi scolastici e al rinnovamento della didattica della storia, contestualmente ad una nuova legislazione dei beni culturali, che impone all'archivio di porsi in dialogo con la scuola. È stata una fase, dunque, in cui archivio e scuola si sono mossi insieme, riducendo reciprocamente le distanze.
Sul terreno pratico l'incontro con il mondo della scuola ha avuto come catalizzatore l'istituto culturale più di ogni altro abituato a dialogare con studenti ed insegnanti: la biblioteca. Naturale punto di riferimento per l'attività quotidiana di consulenza e orientamento, la biblioteca si è posta, nel contesto carpigiano, come promotrice di iniziative di approfondimento e guida alla ricerca bibliografica, oltre che di corsi d'aggiornamento per insegnanti. La sinergia fra archivio e biblioteca è stata dunque fondamentale per la nostra esperienza fin dall'inizio, nell'ormai lontano 1997, quando venne presentata la prima edizione di "Carpi e la sua storia. Archivi e scuola", da parte degli operatori dei due istituti, Gilberto Zacché (per l'Archivio) ed Emilia Ficarelli (per la Biblioteca). L'iniziativa nasceva come un corso d'aggiornamento per i docenti sui temi della didattica della storia, affiancato ad un laboratorio, facoltativo, da realizzare con le rispettive classi. Si definiva in prima istanza una formula che - pur essendo debitrice agli esempi modenesi, dai quali proveniva la curatrice dell'iniziativa, Franca Baldelli - aveva una precisa fisionomia.
La caratteristica principale era la presenza del tutor, figura di mediazione fra la classe e gli insegnanti da una parte e gli istituti dall'altra. Il tutor, che può essere a sua volta un ricercatore, un insegnante, uno studioso, accompagna la classe nelle varie tappe del laboratorio. Il suo ruolo viene tuttora da noi considerato indispensabile per la buona riuscita del lavoro; si tratta di un principio non sempre condiviso da altre realtà, che in alcune esperienze non hanno usufruito della collaborazione di questa figura. Egli compie preliminarmente la ricerca sull'argomento prescelto dalla classe, individua i documenti, aiuta i ragazzi e gli insegnanti nella lettura e nella comprensione, li conduce a formulare ipotesi e conclusioni; infine coordina l'elaborazione del prodotto finale. Soprattutto il tutor si incarica di accorciare le distanze fra due mondi così distanti come la scuola e l'archivio, di adattare il sapere fortemente specialistico e strutturato proprio di quest'ultimo a favore di nuovi interlocutori, a cui questo sapere è estraneo e difficilmente comprensibile.
Anche per queste ragioni il percorso laboratoriale è stato impostato con una scansione delle tappe che permettesse ai ragazzi l'acquisizione di una sicura metodologia di ricerca bibliografica ed archivistica. Ogni classe compie, prima del lavoro sui documenti veri e propri, un esame del materiale edito, per compilare una bibliografia sull'argomento d'indagine che serva da punto di partenza e, al tempo stesso, aiuti a comprendere la differenza fra vari tipi di fonti. Segue poi una visita "di presentazione" dell'archivio, istituto che, a differenza della biblioteca, costituisce per i ragazzi una vera, e quasi sempre piacevole, scoperta.
L'esame delle carte, che il tutor avrà scelto tenendo presenti la classe e le capacità dei suoi componenti, è generalmente una fase che desta interesse misto a timore reverenziale, nei confronti di pagine antiche, scritture indecifrabili e termini oramai desueti, che si svelano pian piano sotto i loro occhi. È necessario tutto il polso del tutor per condurre avanti la ricerca, e per evitare che i ragazzi si attardino sui documenti perché non li intendono o perché, più spesso, se ne affezionano; il documento non va contemplato, va interrogato, attraverso una griglia prestabilita che li guida alla comprensione ed alla estrapolazione delle informazioni utili alla ricerca. Si tratta della fase più delicata, quella che decide della riuscita del laboratorio: la fase che rende capaci di acquisire e rielaborare informazioni, metterle a confronto con ipotesi precedentemente formulate, verificare se vengono confermate o inficiate, passando dall'acquisizione di un sapere meramente riproduttivo ad un ruolo di produttori attivi di storia.
Non è sempre facile condurre in porto la ricerca attraversando le secche di un intero anno scolastico, tra scadenze, burocrazia e umori di classi ed insegnanti. Nell'esperienza carpigiana si è rivelato fondamentale l'obiettivo, posto come indispensabile, del prodotto finale in cui far confluire il lavoro della classe. Le forme praticate sono state le più varie, dal semplice fascicolo al CD-ROM, dall'audiovisivo alla mostra di fine anno scolastico, tutte iniziative volte a motivare e concretizzare l'esperienza fatta, lasciandone traccia per le scuole, i genitori, la collettività. I trentanove lavori prodotti dal 1997 ad oggi testimoniano la buona adesione delle scuole carpigiane e ci spingono a riproporre l'esperienza anche per l'anno scolastico 2002-2003, seppur dando la possibilità di scegliere, in alternativa alla formula consueta, il laboratorio simulato. Questa variante, frutto dell'esperienza maturata in questi anni, risponde sia al desiderio di poter provare un modello "semplificato" di laboratorio di storia anche da parte degli insegnanti più timorosi, sia alla necessità di conciliare meglio le esigenze del programma scolastico con quelle abbastanza onerose del laboratorio "tradizionale".
Per meglio cogliere la valenza educativa, oltre che strettamente didattica, dei laboratori, si sono svolti in due anni consecutivi due seminari, intesi come momento di riflessione e studio. Il primo, "L'Officina della storia. Le fonti della ricerca", il 29 aprile 1999, ha visto a confronto a Carpi, su questi temi, archivisti, storici, insegnanti;2 il secondo, un seminario nazionale sulla didattica della storia, si è tenuto il 2 maggio 2000 sempre a Carpi e ha introdotto un elemento innovativo di confronto di esperienze attraverso una tavola rotonda alla quale hanno preso parte docenti, presidi e rappresentanti del Provveditorato agli studi della provincia di Modena.
Infine, abbiamo voluto creare un momento di confronto anche con i veri protagonisti de "L'Officina della storia", i ragazzi che partecipano ai laboratori, cui è stata dedicata la giornata di studi del 12 aprile 2002, condotta da Frediano Sessi (scrittore, ricercatore e storico). Il programma dei lavori si è incentrato su due parti, una prima dedicata alla presentazione dei lavori svolti dai ragazzi durante l'anno scolastico, attraverso elaborazioni grafiche e informatiche, mentre nella seconda il conduttore, molto abilmente, è riuscito a far riflettere i giovani protagonisti sul valore non solo istruttivo, ma anche pedagogico e civico del laboratorio di storia. Sono emersi infatti i temi della soggettività della ricerca storica, della conoscenza del passato come chiave per comprendere e interpretare il presente, sino alla ricostruzione dell'identità di gruppo.
Note
(1) Per una rassegna puntuale si veda Il Comune editore. Catalogo ragionato delle edizioni del Comune di Carpi, a cura di G. Zacchè, Carpi, Comune di Carpi, 1999.
(2) La didattica negli archivi, a cura di E. Ficarelli e G. Zacchè, San Miniato (Pisa), Archilab, 2000 (Saggistica / Seminari e Convegni, 4).
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