Rivista "IBC" X, 2002, 3

territorio e beni architettonici-ambientali / convegni e seminari, progetti e realizzazioni

Un convegno del giugno scorso e una mostra che aprirà il prossimo anno: due momenti di un progetto di studio sul disegno militare e sulle fortificazioni a Malta in età moderna.
Malta baluardo d'Europa

Francesco Menchetti
[specializzando in storia dell'arte moderna presso la Facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Bologna]

Il 28 e il 29 giugno 2002, presso la rocca di Bertinoro (Forlì-Cesena) nonché residenza universitaria dell'ateneo bolognese, si è tenuto il seminario internazionale "Malta baluardo d'Europa: disegno militare e fortificazioni a Malta in età moderna". Nella sontuosa residenza castellana di Bertinoro si sono dati appuntamento i maggiori esperti europei di architettura fortificata per esporre i propri studi sulle mura di Malta, un sistema fortificato esteso per oltre quaranta chilometri di lunghezza e sviluppatosi durante il corso di quattro secoli dal 1530 in poi.

I docenti e i collaboratori del Dipartimento di architettura e pianificazione del territorio della Facoltà di ingegneria, promotori del seminario (Giampiero Cuppini, Laura Baratin, Francesco Menchetti, Claudia De Lorenzi, Antonino Lentini, Giovanni Bacci), hanno voluto da un lato rendere pubblico il lavoro di restauro svolto in questi ultimi anni per il Governo maltese, e dall'altro porre le basi per un'ambiziosa mostra denominata "Malta: baluardo d'Europa". Con l'occasione si sono definiti i componenti del comitato scientifico e le principali aree di approfondimento dell'esposizione, prevista per il 2003-2004.

La mostra coinvolgerà non solo Valletta e Bologna ma anche altre importanti capitali europee, approfondirà lo studio della cartografia storica (sarà in mostra anche la vastissima collezione privata dell'avvocato maltese Albert Ganado), le vicende inerenti alla committenza, e quelle relative ai progetti degli ingegneri militari inviati a Malta dalla Santa Sede e dal Re di Spagna. Le altre sezioni dell'allestimento espositivo riguarderanno i metodi di costruzione, l'evoluzione dell'artiglieria militare, i modelli geometrici descritti nei trattati di architettura e i moderni metodi di conservazione che si avvalgono della cartografia numerica tridimensionale.

Il tema dominante è stato il recente restauro delle mura di Floriana e della chiesa di Santa Caterina d'Italia a Valletta realizzato grazie all'ausilio di uno staff di architetti e studiosi provenienti dall'Università di Bologna, e dal Centro regionale del catalogo dell'IBC. I lavori si sono aperti con la prolusione del professor Paolo Pupillo, prorettore dell'Università di Bologna, seguito dagli interventi svolti dal rappresentante del Governo di Malta, Vittorio Cassar, direttore del Ministero per le risorse e le infrastrutture, da Gian Luigi Bragadin, presidente dell'Istituto italiano dei castelli, e da Giampiero Cuppini, professore ordinario di Restauro architettonico all'Università di Bologna e responsabile scientifico per i restauri di Valletta.

Insieme ad una nutrita rappresentanza dell'University of Malta e del Governo maltese hanno esposto le loro relazioni emeriti docenti quali il decano dell'University of Liverpool, il professor Quentin Hughes, caposcuola tra i ricercatori a Malta e zelante studioso dei sistemi difensivi progettati nell'arcipelago. Gran parte degli interventi sono stati incentrati sulla fondazione di Valletta, progettata nel 1565 dall'architetto cortonese Francesco Laparelli per diventare la nuova sede del Gran Maestro La Vallette e dell'Ordine dei Cavalieri di San Giovanni Gerosolimitano. La Nuova Città, secondo alcuni studiosi una straordinaria "città ideale" del tardo Rinascimento, ha visto l'avvicendarsi di decine di progetti e di altrettanti ingegneri militari residenti e stranieri, provenienti nel Cinquecento dal Ducato di Urbino, dal Granducato di Toscana, dallo Stato pontificio, e nel Seicento dalla Francia, dove si era raggiunto il primato conseguito dai modelli poliorcetici di Vauban.

A tal proposito non si deve tralasciare l'opera di un emiliano poco studiato e del tutto sconosciuto: l'acquedotto costruito a Malta nel 1610 dall'ingegnere bolognese Bontadino Bontadini, un'operazione monumentale ancora oggi visibile realizzata per portare l'acqua corrente nella Valletta. Bontadini, vissuto nell'epoca di Caravaggio, condivise con il celebre pittore il destino di una morte misteriosa e violenta, sopraggiunta in questo caso per mano di un sicario inviato da Francesco Bentivogli, cavaliere di Malta.

Nei quattro secoli che vanno dal governo dei Cavalieri fino alla dominazione inglese, nelle isole dell'arcipelago di Malta si è sviluppato un sistema fortificato molto complesso, definito da grandiose piazzeforti, da possenti cinte bastionate e da numerose torri costiere. Nell'ambito del seminario gli studiosi hanno posto l'attenzione sui progetti e sull'attività dei primi ingegneri militari italiani giunti sull'isola per volontà di Filippo II, re di Spagna: in particolare il professor Marino Viganò (Università della Svizzera Italiana - Lugano) ha esposto i disegni inediti eseguiti da Giacomo Paleari Fratino, e chi scrive ha documentato i numerosi lavori eseguiti dagli ingegneri provenienti dal ducato di Urbino governato da Guidubaldo II della Rovere (Bartolomeo Genga, Baldassarre Lanci e Scipione Campi). Inoltre Steven Spiteri, sovrintendente delle fortezze di Malta, ha illustrato meticolosamente lo sviluppo delle costruzioni "alla moderna" progettate sull'isola dal 1530 al 1565, auspicando infine di potere incontrare presto a Malta tutti gli studiosi e gli architetti coinvolti nelle opere di restauro e nell'allestimento della mostra "Malta: baluardo d'Europa".

 

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