Rivista "IBC" X, 2002, 3
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali / mostre e rassegne, pubblicazioni
"La scultura si traveste". Non riesco ad eludere, dal pensiero, questa metafora di Andrea Emiliani che descrive il carattere proteiforme dell'arte plastica. Essa si comporta come Proteo, dio secondario del mare, e se è provocata dall'interrogativo della mente dell'uomo, che la guarda da più punti di vista, non concede precise risposte se non quello di essere, da secoli, un affascinante enigma.
Il titolo della seconda edizione di "Rocche e scultori contemporanei", Memorie alchemiche, evoca due temi, la memoria e l'alchimia, che per loro stessa natura sono soggette a continuo mutamento e trasformazione, tanto che la rassegna di quest'anno impone una riflessione globale sul concetto di metamorfosi: dei luoghi, dei monumenti, delle opere.
La manifestazione, in rete tra alcune scelte rocche medievali del territorio romagnolo, è stata articolata nell'organizzazione e curatela da Marisa Zattini, che ha orchestrato le mostre di Luigi Mainolfi nella Fortezza medievale di Castrocaro Terme, di Antonio Violetta nella Rocca Sforzesca di Riolo Terme, di Giuseppe Maraniello nella Rocca Sforzesca di Imola, di Gloria Argeles nella Rocca Albornoziana di Forlimpopoli e di Alex Pinna nella Rocca Vescovile di Bertinoro; con un'operazione capace di coniugare significati culturali e valenze turistiche in maniera interessante, tanto da coinvolgere, in sinergia, l'Assessorato alla cultura della Regione Emilia-Romagna, i Comuni di Castrocaro Terme e Terra del Sole, Forlimpopoli, Imola, Riolo Terme e Bertinoro, con il patrocinio della Presidenza della Repubblica e del Ministero per i beni e le attività culturali.
Un suggestivo viaggio nella storia medievale, moderna e contemporanea che dimostra come le espressioni artistiche dall'indiscutibile valore estetico, siano esse architettura, pittura, scultura o altra forma riconosciuta, s'integrino l'una con l'altra creando originali stimoli: creativi per l'artista, impegnato ad un confronto con uno spazio assai diverso da quello consueto della Galleria, e turistico emozionale per il pubblico, che ha l'occasione di visitare luoghi storici inusuali e valorizzati ad hoc da opere di famosi scultori.
Luigi Mainolfi, presentato in catalogo da Alberto Fiz, ha fatto volare i suoi Alatini nella volta della scala della Fortezza, mentre Il giuoco delle palle si snocciola sul muro di cinta e Con nacchere a Caracas illumina, come potrebbe fare un sole, l'ampia muraglia. Giuseppe Maraniello, intervistato da Lea Vergine, ha esposto i suoi ingegnosi lavori nelle sale della rocca imolese, creando un ulteriore ponte temporale con opere la cui attualità concettuale non esita rimandare ad archetipi e graffiti arcaici. Ermetico, costruito su una personale simbologia, il lavoro di Antonio Violetta, accompagnato dal testo di Claudio Spadoni, si chiama Il viaggio d'Ulisse; il luogo, nel caso la rocca, è il libro, l'artista è il poeta e la scultura le sue parole. Il dinamismo surreale di Gloria Argeles, letta da Marco di Capua, dà voce ad un'umanità alienata, costretta, che lotta con superfici e materia sino a liberare, con improvvisa leggerezza, la propria ombra negli spazi nel fortilizio; conclude Alex Pinna, presentato da Andrea Bellini, preferendo la dimensione narrativa dell'arte che, attraverso la rievocazione favolistica, lascia emergere l'inquietudine e gli aspetti più segreti delle fiabe e concretizza in materia ciò che esse fanno trasparire in filigrana, quale viatico verso un'interpretazione della realtà.
Rocche e scultori contemporanei. Progetto in rete 2002. Memorie alchemiche, a cura di M. Zattini, con testi di A. Bellini, M. Di Capua, A. Fiz,
C. Spadoni, L. Vergine, Cesena, Il Vicolo, 2002, 125 p., 1.500 copie numerate.
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