Rivista "IBC" X, 2002, 2

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali / mostre e rassegne, pubblicazioni

Jacopo Barozzi da Vignola, a cura di B. Adorni, C. L. Frommel, C. Thoenes, R. J. Tuttle, Milano, Electa, 2002.
La regola del Vignola

Elisabetta Sirotti
[architetto]

Il cinquecentesco Palazzo Boncompagni a Vignola accoglie fino al 7 luglio una mostra, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Vignola, su Jacopo Barozzi, nato in questa cittadina nell'ottobre del 1507 e morto a Roma nel 1573. Artista rigoroso, formatosi sullo studio dei monumenti antichi, profondo conoscitore della teoria vitruviana, il Vignola occupa una posizione di assoluto rilievo nella storia dell'architettura, anche per l'eccezionale contributo nell'ambito della ricerca teoretico-matematica. Appunto in questo ambito si collocano le sue due opere: la Regola delli cinque ordini, edita nel 1562, e Le due regole della prospettiva pratica, uscita postuma nel 1583.

Allo studio e alla ricerca Barozzi seppe affiancare con enorme successo un'intensa e diversificata attività di progettazione. Per oltre vent'anni, a partire dal 1550, dopo la direzione del cantiere di S. Petronio e l'esperienza francese alla corte di Francesco I a Fontainebleau, sarà al servizio di ben cinque pontefici. Sono appunto di quegli anni la straordinaria Villa Giulia voluta da Giulio III, che lo portò in breve ad avere fama di uno dei maggiori architetti europei, e la trasformazione del Palazzo di Caprarola per conto della famiglia Farnese, sfarzoso capolavoro della maturità. Sempre per conto dei Farnese intraprese la costruzione dell'imponente residenza di Piacenza, opera che non verrà portata a compimento. Grazie ad Alessandro Arnese ottenne l'incarico per la Chiesa del Gesù, che diverrà il prototipo dell'architettura chiesastica per ben tre secoli.

La straordinaria capacità progettuale e lo spessore di studioso del Vignola sono ampiamente illustrati nella bella mostra curata da Bruno Adorni, Cristoph L. Frommel, Christof Thoenes e Richard J. Tuttle, curatori anche del ponderoso catalogo edito da Electa, mentre l'organizzazione si deve a Maurizio Ricci e Vincenzo Vandelli. Diverse tonalità di grigio, luci soffuse, atmosfera ovattata caratterizzano il sobrio ed elegante allestimento realizzato da Gaetano Marzani (Progettisti Associati, Sassuolo). Il percorso espositivo inizia al piano terreno del severo Palazzo Boncompagni, opera del Vignola, per proseguire attraverso la splendida scala a spirale al piano nobile.

Fra le numerose opere esposte - circa duecento fra disegni, progetti, manoscritti e volumi a stampa, provenienti dalle più importanti biblioteche, collezioni private e prestigiosi musei italiani ed europei - non si può non menzionare il piccolo ma prezioso autoritratto del Primaticcio, proveniente dagli Uffizi, e l'affascinante bronzo raffigurante Ercole Commodo, del Castello di Fontainebleau.

Di fondamentale interesse la sala dedicata alla trattatistica dove, protette in teche climatizzate, sono esposte le preziose edizioni a stampa in più lingue della Regola, che testimoniano l'ininterrotta fortuna nei secoli di questo "manuale del progettista". Di grande importanza anche il fascicolo autografo parte de Le due regole della prospettiva, conservato presso l'Accademia di S. Luca. Tra le altre opere autografe del Vignola si segnalano i due progetti per il completamento della facciata della basilica di S. Petronio a Bologna, ai quali si affianca quello di Baldassarre Peruzzi proveniente dal British Museum.

Parallelamente alla mostra di Palazzo Boncompagni si è tenuto a Piacenza, nei giorni 18-20 aprile, il convegno "Vignola e i Farnese", dedicato all'approfondimento degli esordi dell'artista e al suo rapporto con la famiglia Farnese. L'esposizione di Palazzo Boncompagni contribuisce a definire i contorni della personalità di un grande architetto, contemporaneo di Michelangelo, Serio, Sangallo e Palladio, che unì nella propria opera classicismo e modernità e che certamente anticipò il barocco borrominiano.

 

Jacopo Barozzi da Vignola, a cura di B. Adorni, C. L. Frommel, C. Thoenes, R. J. Tuttle, Milano, Electa, 2002, 436 p., Ç 110.

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