Rivista "IBC" X, 2002, 2
musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni
La schedatura dei beni artistici, la sua storia e i suoi criteri: questo il soggetto proposto da "Lo spazio il tempo le opere. Il catalogo del patrimonio culturale", l'esposizione organizzata dalla Soprintendenza al patrimonio storico artistico insieme all'Istituto centrale per il catalogo, col contributo di Rolo Banca, ed allestita fino al marzo scorso nelle sale della Pinacoteca Nazionale di Bologna. Una mostra fondamentale, sia per la ricchezza dei beni storici documentati che, non di meno, per le informazioni sulle opere esposte, ben 120, esaminate nel dettaglio nel corso di un viaggio che si svolge internamente alla scheda, redatta attraverso le domande utili alla compilazione.
Luogo, autore, stato di conservazione, notizie storiche, documenti: indicazioni tradizionali della carta d'identità dell'oggetto, punto di partenza per lo studio e la valorizzazione di un patrimonio costituito da celebri o meno noti capolavori. Dalla serie dei dipinti in parte inediti che ritraggono la campagna bolognese dell'ultimo scorcio del XVI secolo, documentazione importantissima per la storia del territorio attribuita a Lavinia Fontana, alla Venere di Dosso Dossi, all'Ebe del Canova, ad uno splendido Cagnacci, al Burrini; dalla scultura alla suppellettile e ai numerosi oggetti dell'arredo liturgico, ai disegni, alle stampe, alle fotografie, per arrivare quindi agli strumenti scientifici e tecnici, capillarmente documentati nelle diverse modalità di inventariazione, la mostra ha fornito un materiale di studio approfondito.
Ma non è soltanto la pubblicazione delle schede relative agli oggetti lo scopo del catalogo, ricchissimo, che correda la mostra. Curato da Anna Stanzani, Oriana Orsi e Corinna Giudici, il volume ripercorre la storia della schedatura: dalle ricognizioni che a partire dal Settecento affermarono l'esigenza di conoscere il volume effettivo del patrimonio d'arte, ai fini della conservazione, agli editti del governo pontificio e alla legislazione postunitaria fino alle modalità e agli strumenti più innovativi per la catalogazione del patrimonio artistico e culturale italiano.
Densi e numerosi i saggi del volume: dal catalogo come strumento di conoscenza e di tutela (Bentini, Emiliani, Raimondi), alle attività di formazione e di ricerca nel sistema italiano (Settis), all'evoluzione giuridica del patrimonio artistico italiano (Volpe), sino alle problematiche connesse all'inventario dei beni culturali della Chiesa (mons. Santi, Gavazzi). Studi di Sandra Vasco Rocca e Anna Stanzani affrontano gli orientamenti di base e il concetto di bene culturale esteso al territorio al quale si indirizzarono, nel tempo, le campagne di rilevamento (Ferrante), mentre il sistema informativo generale, l'interoperabilità, i problemi connessi all'accesso ai dati del patrimonio culturale, la ricerca e la formazione pensate ai fini di una catalogazione integrata del patrimonio, con la gestione automatizzata, sono gli argomenti trattati da Elisabetta Giffi, Matilde Amaturo, Erminia Sciacchitano, Elena Plances e di nuovo Flavia Ferrante, prima che un'apposita sezione sulla gestione automatizzata, sugli l'Archivi fotografici nazionali e della Soprintendenza (Callegari, Giudici, Stanzani) concluda questa prima parte del volume.
Una parte specifica, ripartita in sezioni, rende conto dei luoghi, con alcuni saggi sulla catalogazione affrontata nel tempo sui diversi settori del patrimonio culturale: dai beni storici dell'Appennino (Emiliani) alla rappresentazione cartografica, geografica e aerofotografica del territorio (Majoli, Mancinelli, Boemi); è poi la volta delle differenti pertinenze dei beni culturali, dall'importante argomento della tutela statale attraverso il vincolo (Castellani, Ferrante) all'appartenenza rituale e privata : arte ebraica e sinagogale (Caro), collezionismo (Cavalli). La natura specifica dell'oggetto e le conseguenti modalità di schedatura e conservazione sono quindi precisate dalla sezione successiva, riguardante grafica e arte su carta (Papaldo, Faietti), catalogazione dei beni fotografici (Bonetti) attraverso la scheda F (Giudici), degli oggetti demoetnoantropologici materiali tramite la scheda BDM (Simeoni, Baratelli) e di quelli immateriali (scheda BDI). Infine, degli strumenti tecnico scientifici (scheda STS) (Miniati, Bonoli) e dei più noti oggetti d'arte (scheda OA) (Vasco Rocca).
Altri saggi precisano inoltre nel dettaglio le principali suddivisioni delle varie categorie di oggetti e l'organizzazione iconografica della sterminata quantità di soggetti che popolano la produzione figurativa (Stanzani); questioni conservative (Cordaro, Borsetti), fonti e documenti (Stanzani, Ghelfi), guide (Cammarota, Pedrini, Lorenzini, Moscoloni, Barbieri, Pasini) precedono le problematiche inerenti le modalità di catalogazione del codice miniato (Lollini), dei beni numismatici (Stasolla), dell'arte contemporanea, dell'archeologia e dell'architettura (Briganti). Chiudono la rassegna alcune considerazioni sulla valutazione e la valorizzazione del patrimonio culturale pubblico (Marsicola, Sattalini), del quale il volume racchiude le differenti modalità di schedatura, proponendosi come prezioso strumento di aggiornamento e di lavoro.
Lo spazio il tempo le opere. Il catalogo del patrimonio culturale, a cura di A. Stanzani, O. Orsi, C. Giudici, Milano, Silvana Editoriale, 2001, 608 p., s.i.p.
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