Rivista "IBC" XXVIII, 2020, 1

Dossier: CRATERI. Rigenerare il territorio

territorio e beni architettonici-ambientali, dossier / leggi e politiche, progetti e realizzazioni

Per una nuova metodologia di indagine del territorio e del paesaggio contemporaneo

Lorenza Bolelli
[IBC]

L’emergenza Covid-19 ha fatto comprendere a tutti, istituzioni e singoli cittadini, l’importanza di ripensare al rapporto tra essere umano, spazio e natura. Quando l’IBC, Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, ha ideato il bando sulla rigenerazione culturale – vinto dal Progetto Crateri–, si pensava di intervenire in un territorio e un paesaggio feriti dal sisma del 2012, dove le comunità ancora portavano le ferite nonostante la tempestiva ricostruzione. Oggi, superata la fase di lockdown, conseguenza della pandemia mondiale, vale la pena fermarsi a riflettere ancora una volta e ancora più profondamente su quali siano i valori su cui fondare il rapporto tra uomo e natura, tra qualità della vita e territorio, e in che modo una comunità possa prendersi cura di un patrimonio collettivo di storia e luoghi, in condizioni di limitata mobilità sociale e comunitaria. Sviluppare la resilienza delle comunità agli eventi naturali e sanitari è necessario, ma lo è ancor di più formulare un nuovo thesaurus alla base delle relazioni, che metta al primo posto termini come sostenibilità, cura, rigenerazione, presa in carico, conoscenza e salvaguardia.
La sostenibilità ambientale è uno degli obiettivi tra i più ambiziosi da perseguire: è una sfida, non verso l’ambiente, ma nei confronti di noi stessi, delle nostre abitudini. Fortunatamente a livello istituzionale, nel governo del territorio regionale, qualcosa si sta facendo. La Regione Emilia-Romagna con l’approvazione della Legge sul contenimento del consumo del suolo (L.R. n. 24 del 2017) ( 1) e aderendo alle direttive dell’Agenda 2030 sullo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite ( 2), ha inteso promuovere interventi volti alla rigenerazione urbana e al riuso del patrimonio architettonico abbandonato, per riattivare processi sociali, ambientali e territoriali che possano essere utili alle comunità locali al miglioramento della qualità di vita e dell’ambiente, riconoscendo uno stretto legame tra il benessere umano e la salute dei sistemi ambientali e naturali.
Il tema della rigenerazione urbana e sociale è quindi parte di questo cambio di paradigma e non può che essere il risultato di un progetto polifonico di attività che rispondano ad esigenze e domande di benessere non più procrastinabili: la conoscenza del territorio, delle comunità, dell’economia, della cultura e dell’ambiente.
In questa fase storica la cultura, il territorio e il paesaggio si inseriscono con obiettivi e finalità nuove nell’attività dell’IBC. L’Istituto ha colto l’opportunità fornita dal Centro di Documentazione del Sisma, (istituito dalla Regione nel 2017) ( 3) e ha sviluppato un bando volto alla definizione di strumenti e azioni per la conoscenza del paesaggio e del territorio urbano e per attività di rigenerazione sociale e culturale; a settembre 2019, al termine della selezione delle proposte, la risposta più convincente è risultata quella del progetto Crateri. L’obiettivo è stato quello di valorizzare, attraverso pratiche di resilienza, di rigenerazione culturale e di azioni di comunità, le aree dei nove Comuni della provincia di Modena inclusi nel Centro di Documentazione del Sisma. È stato così intrapreso un nuovo percorso di conoscenza dei luoghi che, pur tenendo in considerazione metodologie di analisi e catalogazione dei beni architettonici e ambientali (attività che hanno caratterizzato l’IBC in passato sotto la guida di figure come Lucio Gambi e Andrea Emiliani) ( 4) le ha rese contemporanee, rivolgendo l’attenzione a un concetto esteso di patrimonio culturale identitario e radicato negli interessi delle comunità che abitano i paesaggi della regione. In piena rispondenza con le azioni individuate dalla Convenzione di Faro (2005) ( 5) che, di fatto, supera il concetto di “patrimonio culturale” a favore del più innovativo principio di “eredità culturale”, come insieme di risorse ereditate dal passato e come espressione di valori in continua evoluzione, il progetto Crateri identifica bene questo percorso multidisciplinare di conoscenza del territorio; una conoscenza finalizzata a progetti di riattivazione culturale di luoghi dismessi o abbandonati (in questo caso a causa degli eventi sismici del 2012). Partendo da azioni e pratiche partecipate di comunità si vengono così a definire metodologie utili alla rigenerazione di spazi e luoghi che appartengono alla memoria o alla storia delle comunità, favorendo la nascita di nuove e diverse energie sociali ed economiche.
L’Associazione Planimetrie Culturali di Bologna, capofila del progetto, ha saputo coinvolgere una ensemble associativa di differenti realtà che, in alcuni casi, hanno svolto già precedentemente delle ricerche in aree colpite dal terremoto nel centro Italia. Tra i nove Comuni del cratere modenese a cui è stato lanciato l’appello, hanno aderito al progetto i Comuni di Concordia sulla Secchia e Medolla.
La forza di Crateri sta nell’aver fatto confluire energie diverse nell’obiettivo comune di attivare e riattivare potenzialità di sviluppo sociale e urbano interrotte dal sisma coinvolgendo, contemporaneamente, più comuni di uno stesso territorio con storie simili ma non uguali. La metodologia di indagine si è sviluppata per fasi successive: in fase 1 si partiti da una mappatura, attraverso la restituzione iconica dei luoghi abbandonati (teatri cinema scuole..) e del paesaggio dimenticato. Immagini restituite alle comunità attraverso lo sguardo di un collettivo di fotografi (Forza Maggiore), e “rese parlanti” attraverso la narrazione delle “mappe emozionali” (Spazi Indecisi e Amigdala). Il racconto dei luoghi e la percezione del territorio contemporaneo si è attuata attraverso le voci dei più piccoli con i ragazzi delle scuole elementari del terzo e quinto anno, e con i racconti degli adulti che hanno ricordato cosa hanno rappresentato per loro, per la loro storia, quei luoghi, quei paesaggi. La fase 2 del progetto si è invece indirizzata verso i processi amministrativi e giuridici a disposizione delle amministrazioni e dei cittadini, utili per riattivare gli spazi abbandonati e rigenerare luoghi dedicati alla vita sociale, culturale ed economica delle comunità locali (dall’art. 16 della L.R. n.24 del 2017, agli usi civici promossi da comuni del sud e nord Italia per la gestione dei beni comuni). Per questo molti incontri sono stati finalizzati allo studio di soluzioni possibili e hanno coinvolto amministratori locali, stakeholders e tecnici comunali (Accademia di Belle Arti di Bologna, Studio Performa, un team di avvocati) con l’obiettivo di creare una “cassetta degli attrezzi” utile agli amministratori ad intraprendere percorsi di riuso temporaneo di spazi dismessi.
Crateri ci ha insegnato che la strada per uno sviluppo sostenibile e condiviso è possibile, che il percorso intrapreso dalle associazioni del progetto può costituire un metodo, non l’unico certo, per far recuperare ai luoghi e alle comunità un rapporto identitario di corrispondenza reciproca e che questo si può fare con costi sostenibili. Si apre così un percorso nuovo, al fianco delle amministrazioni locali, nelle pratiche di partecipazione, conoscenza e valorizzazione dei luoghi culturali e dei paesaggi regionali.

Progetto CRATERI

Capofila del progetto:
Planimetrie Culturali Bologna
Il progetto è stato ideato, condotto e portato a termine
con il supporto, l’esperienza e le competenze di:
Accademia delle Belle Arti, Bologna
Amigdala Aps, Modena
Cittadinanzattiva E.R, Bologna
Collettivo Forza Maggiore, Roma
Iperpiano, Novara
Planimetrie Culturali, Bologna
Spazi Indecisi Aps, Forlì
Studio Performa A+U, Bologna
Dottoressa Paola Capriotti
Avvocato Elia De Caro, Bologna
Hanno collaborato attivamente:
Comune di Concordia sulla Secchia
Comune di Medolla
Si ringraziano le dirigenti dei due Istituti comprensivi di Concordia sulla Secchia e di Medolla, le insegnanti e tutti i bambini delle classi coinvolte nei laboratori scolastici per la collaborazione.

1. La Legge regionale n. 24 del 2017 sul contenimento del consumo del suolo ha introdotto due importanti articoli nella definizione e aggiornamento dei PUG comunali: l’art.15 per una mappatura dell’abbandono e l’art.16 per il riuso temporaneo dei luoghi abbandonati.

 

2. L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità. Sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, l’Agenda è costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – inquadrati all’interno di un programma d’azione più vasto costituito da 169 target o traguardi, ad essi associati, da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale entro il 2030.

3. Il Centro di Documentazione del Sisma è stato istituito dalla Regione Emilia-Romagna con D.G.R. n.288/2017 e indirizzato a nove Comuni della provincia di Modena (Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Finale Emilia, Medolla, Mirandola, Novi di Modena, San Felice sul Panaro, San Possidonio, San Prospero,) inclusi nelle aree del cratere del sisma del 2012. L’obiettivo attraverso la costituzione del Centro è quello di raccogliere e mettere a disposizione studi, materiali, fotografie e mappature che aiutano a ri-definire la narrazione di un evento destabilizzante per le comunità colpite, al tempo stesso, in grado di cambiare, il rapporto con il proprio paesaggio, con il patrimonio culturale storico, architettonico, ambientale, e la storia di una comunità.

4. Lucio Gambi e Andrea Emiliani sono stati rispettivamente Presidente e Vicepresidente dell’Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna fondato nel 1974.

5. È il 27 ottobre del 2005 quando a Faro, in Portogallo, viene siglata la Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore dell’eredità culturale per la società. Il testo è composto da cinque parti, in cui vengono definiti obiettivi, responsabilità e modalità di cooperazione: è il frutto delle aspirazioni dei singoli stati per riformare il sistema culturale, in particolar modo incentivando l’innovazione e favorendo la partecipazione pubblica.

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