Rivista "IBC" XXVI, 2018, 4

Al servizio della città

Daniela Simonini
[Direttrice Biblioteca Comunale Manfrediana di Faenza]

Il 24 novembre la Biblioteca Comunale Manfrediana di Faenza ha festeggiato i suoi primi 200 anni di vita al servizio della città.
Il 25 novembre 1818 con una cerimonia solenne annunciata dal Gonfaloniere Pietro Mazzolani e alla quale parteciparono le più alte cariche cittadine veniva ufficialmente aperta al pubblico la Biblioteca Comunale di Faenza. La cerimonia si tenne il giorno di Santa Caterina nel locale del soppresso Liceo Dipartimentale, nell'ex convento dei Gesuiti, attuale sede del Liceo Classico.
Le origini della Biblioteca risalgono alle soppressioni napoleoniche delle case religiose e alle conseguenti confische delle librerie conventuali, tuttavia, nonostante la nomina nel 1804 del primo bibliotecario, fu solo grazie all’attività di Giovanni Gucci che l’istituto poté finalmente cominciare a esercitare la sua funzione. L'attività di Gucci fu veramente encomiabile e con la sua direzione sembrò aprirsi per la biblioteca una nuova fase. Nel 1816, appena nominato, redasse il primo catalogo, in cui elencava 7.391 volumi e creava il fondo destinato a conservare le opere riguardanti Faenza e il suo territorio. Nel 1825 seguì il trasferimento nell’attuale sede dell’ex convento dei Servi di Maria e sollecitò il deposito delle opere stampate dalle tipografie faentine. Dimostrò, infine, una concezione molto moderna e non da semplice “custode della libreria”, come veniva definito negli atti ufficiali, circa le funzioni culturali della biblioteca. Compiti culturali che aveva inserito già nel 1818 nell’articolo 11 della Disciplina: “Ad oggetto di promuovere le cognizioni e di esercitare gli ingegni, nei primi giovedì di ogni mese verrà letta una memoria latina, o italiana nella Libreria sopra diversi argomenti”. Negli anni della sua direzione le raccolte, e non solo quelle bibliografiche, si incrementarono grazie ad acquisti e donazioni. Nel 1828 dovette lasciare l’incarico per motivi di salute, non prima però di essere stato considerato un bibliotecario.

Oggi la Biblioteca di Faenza, nonostante i danneggiamenti bellici del novembre 1944, che provocarono la distruzione del corpo centrale dell’edificio, causando la perdita di diverse decine di migliaia di volumi, degli inventari e dei cataloghi storici, conserva un patrimonio ingente, di oltre 550.000 unità.

Un patrimonio che comprende importanti fondi storici con 400 manoscritti antichi fra cui tre codici miniati, il Codice 117 Bonadies, noto come Codex Faenza e conosciuto a livello mondiale, più di 100 incunaboli, oltre 4.000 cinquecentine. Amplissima è la collezione di pubblicazioni moderne ad ampio spettro disciplinare, 2.300 DVD, 4.500 CD e 2.800 vinili, a cui si aggiungono quotidiani e riviste, alcune delle quali rappresentano degli unicum a livello internazionale. A questo patrimonio, più strettamente bibliografico, si aggiungono fondi archivistici, artistici con i disegni di Domenico Rambelli e Romolo Liverani, fotografie, incisioni, strumenti musicali, monete, lapidi.

La Biblioteca di Faenza è anche un luogo molto amato dai faentini. Nel corso di questi due secoli le donazioni sono state ininterrotte e importanti. È, infine, uno degli istituti culturali del territorio fra i più frequentati.

Nel 2017 le presenze, seppure rilevate a campione e limitatamente alle sole sale studio, hanno confermato l'aumento costante del pubblico, che dopo aver superato le 25.000 unità nel 2016, grazie anche all’adeguamento di alcuni servizi come lo Spazio giovani e la riorganizzazione di quello per i più piccoli, si sono attestate nel 2017 a 30.730.

Nei primi nove mesi del 2018 si è registrato un ulteriore incremento di 7.000 presenze.

A questo dato vanno aggiunte le presenze per il servizio internet (dato 2017: 11.373) e per i prestiti esterni di libri e di materiale multimediale (dato 2017: 76.825).

Negli ultimi anni il personale della biblioteca è stato impegnato nella riorganizzazione dei servizi per rispondere alle esigenze e ai bisogni dei cittadini per migliorare l’offerta formativa e informativa, offrire servizi di qualità, esercitare una funzione incisiva e una efficace interrelazione tra biblioteca e pubblico, svolgere un ruolo sociale, culturale ed economico riconosciuto dalla comunità.

L’emeroteca è stata trasformata con la collaborazione dei ragazzi, che hanno ideato logo e scelto il nome (“Culture club”), in uno spazio riservato ai giovanissimi fra i 13 e i 17 anni. Le collezioni della sala ragazzi sono state revisionate e ricollocate per fasce d’età e sono stati acquistati nuovi arredi per renderla adeguata alle esigenze dei più piccoli.

La Biblioteca si presenta come un continuum fra raccolte storiche e contemporanee al punto che per superare la contrapposizione fra biblioteca storica e biblioteca pubblica gli spazi della sezione moderna, aperta nel 1998 per i libri a scaffale aperto, sono stati riorganizzati e oggi ospitano la sola letteratura e un settore dedicato ai viaggi. Altri interventi hanno riguardato la sala consultazione con lo spostamento nei depositi della maggior parte delle enciclopedie generali.

Una accurata ricognizione dei magazzini ha consentito di individuare i fondi non ancora riordinati o inventariati o catalogati e di avviare alcuni interventi, che hanno già prodotto risultati importanti:

le descrizioni bibliografiche dei fondi cosiddetti “costitutivi”, ovvero risalenti alle origini della biblioteca e conservati, dopo il recupero e la disinfestazione, nella Sala del Settecento (oltre 15.000 libri), sono disponibili on line nel catalogo della Rete bibliotecaria di Romagna e San Marino; è in corso il recupero del retrospettivo della Raccolta Locale, che conta oltre 47.000 esemplari. Sono stati riordinati tutti i quotidiani e le riviste in previsione di una conservazione coordinata con le altre grandi biblioteche della Romagna, mentre alcune riviste contemporanee sono state ammesse al prestito esterno.

Un lavoro prezioso è stato realizzato sui fondi archivistici (presto sarà on line in IBC Archivi il fondo di Domenico Rambelli) e sul gabinetto delle stampe, disegnie fotografie con la pubblicazione su PATER (il catalogo del patrimonio culturale dell’Emilia-Romagna) delle schede e delle immagini (oltre 500) dei disegni di Romolo Liverani. Recentissimo è il riordino con un inventario sommario delle diverse migliaia di fotografie conservate.

 

L’ultima fatica, fortunatamente non fisica ma non meno impegnativa, è stato il nuovo sito ( https://www.manfrediana.it/), on-line dal 29 ottobre 2018, in cui trovare non solo i servizi, le proposte, gli spazi, la storia delle raccolte de i fondi e del complesso monumentale, ma anche alcune curiosità storiche.
Il nuovo sistema informativo va ad aggiungersi alla Biblioteca digitale faentina, che si propone la progressiva digitalizzazione dei fondi e delle collezioni, o di loro nuclei significativi, conservati dalla Biblioteca, con l’obiettivo di far conoscere, rendere fruibile e valorizzare un patrimonio culturale di grande pregio, senza pregiudicarne la conservazione.
Il riconoscimento sociale della Biblioteca come caposaldo dello sviluppo culturale è passato anche attraverso la collaborazione con gli istituti e le associazioni culturali del territorio, in particolare con le scuole.
Una collaborazione che ci ha portato nell’anno scolastico scorso a incontrare 246 classi con le quali abbiamo realizzato laboratori di promozione della lettura e di accesso all’informazione e alla conoscenza. Un lavoro importante, fondamentale per l’attività e la funzione culturale delle biblioteche pubbliche, nel quale la biblioteca crede fermamente con grande profusione di energie e risorse. Anche per l’anno scolastico in corso sono stati proposti numerosi percorsi differenziati, dagli asili nidi fino alle scuole secondarie di secondo grado. Fanno parte dell'offerta formativa per le scuole secondarie di primo e secondo grado i laboratori sulle fake news, sull'uso delle fonti on line e il cyberbullismo.

Se il coinvolgimento dei giovani è fondamentale per l’attività e la funzione culturale delle biblioteche pubbliche, che lavorano per il futuro, frutto della collaborazione con gli istituti scolastici è la ricerca “La biblioteca ritrovata”, progetto vincitore della VII edizione del bando “ Io amo i beni culturali” promosso dall’Istituto Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna. Gli studenti dell’indirizzo classico del Liceo Torricelli Ballardini hanno ricostruito attraverso le fonti storiche, i documenti d’archivio e le note di possesso le vicende delle raccolte librarie del Padri Gesuiti di Faenza. Grazie a questa ricerca è possibile ricomporre, seppur virtualmente, la raccolta libraria spezzata fra Biblioteca comunale e Biblioteca del Liceo. Tutto ciò è stato possibile andando oltre la semplice descrizione bibliografica, analizzando quegli elementi che caratterizzano il singolo esemplare rispetto agli altri della medesima edizione. Questi elementi costituiscono le tracce più o meno evidenti ed esplicite della sua storia e delle vicende trascorse da quando il libro è uscito dall'officina tipografica. Fra questi elementi vi sono i dati relativi ai possessori, che ci consentono di riconoscere i fili delle antiche raccolte, ricostruire passaggi di proprietà, mappare in modo concreto la società intellettuale della zona, e in questo caso la cultura monastica dei padri gesuiti. Nel catalogo della rete bibliotecaria di Romagna e San Marino è possibile effettuare la ricerca per possessore, un dato che viene inserito nel momento della catalogazione dell'esemplare. Ancora parziale resta la ricomposizione della biblioteca che aveva avuto origine con il lascito testamentario del cardinal Rossetti confluita in quella del Seminario al momento della soppressione dell’ordine nel 1773, possibile per il momento solo per le edizioni del XVI secolo.

La biblioteca di Faenza è un istituto impegnato a svolgere con continuità politiche di promozione della lettura, a garantire l’accesso ai documenti e alle informazioni, a sostenere la crescita socio-culturale del territorio e della comunità, a promuovere il confronto delle idee e del pensiero critico. Quali sfide debba raccogliere per continuare ad essere una presenza viva e attiva nella città per i prossimi anni, come possa essere luogo di cittadinanza attiva, di confronto ed avere una dimensione identitaria, come possa essere luogo di inclusione sociale ponendo al centro del proprio agire la conoscenza, l'apprendimento, la lettura come elemento di interpretazione della realtà sono i temi dibattuti nel corso della tavola rotonda intitolata semplicemente Una biblioteca per la città, che ha concluso la giornata del 24 novembre.

I festeggiamenti per i primi duecento anni di storia, pensieri, idee e passioni nel cuore della città non possono non chiudersi con gli auguri di buon compleanno di alcuni fedeli lettori sulla pagina facebook: “Buon compleanno Biblioteca! Dalle favole sotto l'albero agli ultimi esami universitari, hai accompagnato la crescita di tantissimi faentini. Ognuno ti ha interpretata in forme diverse. Tu hai fatto sentire tutti a casa propria. Grazie perché accogli.”

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