Rivista "IBC" XXVI, 2018, 2

territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi / media, progetti e realizzazioni

Una piattaforma digitale per raccontare le città e le loro trasformazioni nella storia attraverso i film e i documentari delle cineteche europee.
Tutta mia la città

Silvia Ferrari
[IBC]

Cinema e città: un rapporto inscindibile iniziato oltre un secolo fa, alla fine del XIX secolo proprio con l’invenzione della tecnica cinematografica. Il cinema nasce con l’attitudine a documentare e la vita nelle città diviene immediatamente il principale scenario dove si muove lo strumento della macchina da presa pronto a registrare la realtà quasi come messa in scena e a riproporla, vista con occhi nuovi, accanto all’esperienza quotidiana. Pensiamo ai pionieri della nuova arte, primi fra tutti i fratelli Lumière: già nelle fasi di sperimentazione essi filmavano “cartoline” in animazione, cioè vedute di città, producendo vere e proprie forme primordiali di documentario urbano, benché ancora privo di intenzionalità estetiche.
Il cinema è una grande finestra aperta sul mondo e questa sua spiccata vocazione a testimoniare l’immagine urbana e a restituire la fisionomia della città in ogni suo aspetto sensibile è il principio su cui nasce il progetto contemporaneo I Media Cities: lo sviluppo di un ambiente digitale, interattivo e con funzionalità innovative, dedicato ai film e ai documentari, per sperimentare ricerche multidisciplinari sulle città europee e le loro trasformazioni nel corso della storia, indipendentemente dalla lingua e dai confini.

I Media Cities è un progetto europeo (parte del programma Horizon 2020 a sostegno di proposte sulla ricerca e l’innovazione in Europa) nato nel 2016 e promosso da 17 enti tra archivi cinematografici e audiovisivi, istituti impegnati nella ricerca storica, partner esperti nell’innovazione tecnologica e nei modelli di business digitali, in rappresentanza di otto Paesi europei.
I materiali che arricchiscono la piattaforma – film, documentari, materiali video ma anche molte immagini appartenenti a fondi fotografici storici – provengono dalle collezioni di cineteche ed istituti culturali di Atene, Barcellona, Bologna, Bruxelles, Copenaghen, Francoforte, Stoccolma, Torino, Vienna, per un ammontare di circa 800 film e 6000 fotografie.
Per quanto riguarda il territorio bolognese, l’IBACN, Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, è impegnato in qualità di ente di ricerca per lo studio dei documenti audiovisivi messi a disposizione dalla Fondazione Cineteca di Bologna. Ha inoltre un ruolo specifico nell’attività di divulgazione scientifica dei risultati del progetto, oltre ad essere partecipe della messa a punto della struttura di metadati sottesa alla piattaforma digitale. Il coinvolgimento dell’Istituto è particolarmente significativo perché può contare su un’esperienza quarantennale nell’ambito degli studi sul territorio, oltre a dare un apporto di alte competenze utili allo sviluppo del progetto per attività come la catalogazione, la raccolta dati e la gestione di banche-dati, nel campo delle biblioteche, archivi, musei e beni culturali in generale.

Com’era Bologna prima dell’abbattimento delle mura? Qual era l’aspetto di Piazza Maggiore e del centro storico prima delle guerre mondiali, e come è mutato con gli eventi bellici, con lo sviluppo industriale, l’ammodernamento dell’impianto urbanistico, la costruzione di nuovi edifici? Come si vestivano i bolognesi all’inizio del secolo, come si spostavano, come vivevano la città e cosa è mutato tutto ciò in un secolo? Qual è il luogo della città più ripreso come set cinematografico nel corso dei decenni? Quali personaggi pubblici, tra attori, politici, artisti, facevano la loro apparizione in città?
I documenti presi in analisi dall’Istituto, nell’ambito della sola città di Bologna, sono vari ed eterogenei, sia documentari che film di finzione, provenienti da registi professionisti come da operatori amatoriali, o di natura giornalistica, muti e sonori: tra i circa 188 film, si parte dai titoli più remoti che risalgono al 1909, come “Primo giro ciclistico d’Italia” e si arriva agli ultimi del 1980 che riportano l’attenzione sulle ferite della città dopo la strage alla stazione ferroviaria con pellicole come “Attentato terroristico alla stazione di Bologna” e “Funerali per la strage del 2 agosto”. Oltre 4.000 immagini fotografiche sulla storia di Bologna arricchiscono questo patrimonio visivo sulla fisionomia e l’identità della città. Tantissimi gli eventi come anniversari, celebrazioni, parate, raduni, manifestazioni, scioperi, performance artistiche, e le inchieste (la città soffocata dal traffico, la crescita di nuovi quartieri e di nuovi centri industriali, i grandi lavori sulle infrastrutture urbane, …); alcuni reportage sono filmati dalla Questura di Bologna, altri dalla Federazione locale del P.C.I. Grande spazio viene dato all’operato dell’amministrazione comunale, con particolare attenzione alle politiche sociali e ai temi dell’assistenza agli anziani e all’infanzia, dei servizi pubblici e della condizione dei lavoratori. Rari invece i film di finzione, come “La prova misteriosa” del 1922. Un panorama quanto mai vasto e variegato che ha come ambientazione il capoluogo emiliano nel corso di un secolo di storia.

Destinato a due tipologie di utenti – ricercatori da un lato e pubblico generico dall’altro – il progetto ha l’obiettivo di rendere accessibili i materiali del patrimonio digitale coinvolto e impiegarlo come fondamentale sistema di comunicazione contemporaneo per la lettura e la conoscenza dei luoghi e la loro mappatura geografica e storica.
La piattaforma I Media Cities (che sarà pubblicata e resa accessibile a partire da aprile 2019) è strutturata a partire da un motore di ricerca che rappresenta il vero e proprio scheletro del progetto e consentirà ricerche trasversali sia generaliste che specifiche su singoli temi. Si potrà infatti selezionare un intero nucleo di documenti filmici afferenti alla collezione di provenienza o a una città, oppure richiamare un titolo o una parola chiave. Un motore di ricerca avanzato infatti consente di analizzare il materiale secondo una lista di categorie di ricerca elaborata specificamente per questo progetto e improntata ai temi legati alle trasformazioni della città: consiste in un amplissimo vocabolario che spazia nei campi sociologico, storico, architettonico, antropologico e urbanistico e che è composto di macro-voci (come ‘spazi’, ‘edifici e strutture’, ‘persone’, ‘trasporti e veicoli’, ‘oggetti’, ‘segni e simboli’, ‘attività ed eventi’, ‘tempo’…) poi declinate in successive sotto-categorie che affinano il livello di ricerca, dando luogo a migliaia di voci di ricerca.
Si potranno altresì eseguire ricerche in modo trasversale a partire da una data, lungo una timeline in un arco cronologico che va dal primo documento filmico disponibile sulla piattaforma (per i materiali di Bologna dal 1909) fino al 1980 (il limite cronologico scelto per sperimentare il progetto). La “timeline” consentirà di muoversi attraverso i decenni e rilevare la quantità di documenti presenti per quel dato periodo e muoversi lungo la linea del tempo per comprendere appieno le trasformazioni della pianificazione urbana.

Una delle ricerche più interessanti per i futuri utenti della piattaforma – immaginiamo – è rappresentata dalla presenza delle mappe che consentiranno di restituire georeferenziati tutti i luoghi presenti nei film e nei documentari dell’ambiente digitale. Questa mappatura georeferenziata permetterà all’utente di analizzare l’evoluzione di uno stabile, di un quartiere o di una piazza nel corso degli anni, attraverso il mezzo cinematografico. Inoltre, potrà stimolare un paragone tra centri cittadini europei diversi ripresi in una stessa epoca.
Ogni documento si presenta attraverso l’insieme di informazioni di metadati che lo descrivono così come ogni archivio di appartenenza lo ha catalogato a suo tempo mentre la sinossi ne riassume i contenuti. Un video player consente la visualizzazione rendendo disponibile anche la suddivisione degli shots (il segmento di video compreso tra un cambio di inquadratura e l’altro) che compongono il film.
Di grande interesse l’impiego di strumenti di innovazione tecnologica, oltre all’approccio Linked Open Data (LOD) per il metadata model, che saranno integrati nella piattaforma e riguarderanno azioni automatiche che il sistema effettuerà nei termini di: divisione in shots, riconoscimento del movimento della telecamera, identificazione automatica di alcuni soggetti specifici presenti nei film come persone, veicoli, oggetti dell’arredo urbano, correzione della qualità video rispetto ad alcuni ricorrenti difetti della pellicola (soprattutto per i documenti più datati). Ogni strada, piazza, personaggio, edificio, momento storico, identificato e taggato su timeline e mappa, sarà anche corredato da approfondimenti storico-artistici grazie a link con dati, siti, riferimenti bibliografici che l’utente stesso avrà modo di implementare a sua volta.

Tutto ciò potrà essere a disposizione di chi vorrà ricercare, conoscere, curiosare, ma anche arricchire con nuovi contenuti video o testuali la storia della propria città.

 

I partner del progetto I-Media-Cities:

Cinémathèque Royale De Belgique (Coordinatore)

Consorzio Interuniversitario Cineca

Fraunhofer Gesellschaft Zur Förderung Der Angewandten Forschung

IMEC

Fondazione Cineteca Di Bologna

Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna

Museo Nazionale Del Cinema - Fondazione Maria Adriana Prolo

Urban Center Metropolitano Torino

Institut Català De Les Empreses Culturals

Universitat De Barcelona

Svenska Filminstitutet

Stockholms Universitet

Tainiothiki tis Ellados - Greek Film Archive

Ethniko Kai Kapodistriako Panepistimio Athinon

Deutsches Filminstitut - Dif

Det Danske Filminstitut - Dfi

Österreichisches Filmmuseum

Ludwig Boltzmann Institute for Neo-Latin Studies - Austria

 

Azioni sul documento

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