Rivista "IBC" XXV, 2017, 4
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali / didattica, progetti e realizzazioni
Il progetto Viaggio tra Arti e Mestieri, avviato nel giugno 2017 con la realizzazione della versione pilota, ha la finalità di far conoscere alle giovani generazioni il proprio territorio attraverso un percorso ludico-educativo sviluppato nell’ambito delle attività di un campus estivo.
Nata dall'associazione L.O.P.L.O.P. e dalla cooperativa Agamede, l’idea è stata lanciata per la prima volta con il coinvolgimento di quattro comuni della Basilicata: Abriola, Anzi, Calvello e Laurenzana, piccoli centri caratterizzati da diversi elementi di continuità e tradizioni specifiche. Il gruppo, formato da 5 bambini per comune – tutti al 5° anno della scuola primaria – è stato formato grazie alla partecipazione delle scuole del territorio. Proporre la cultura come veicolo di divertimento è l’ambizione dell’intero progetto.
Il patrimonio italiano è ricco di testimonianze spesso silenti e lontano dai circuiti del turismo di massa; valorizzare realmente i tanti luoghi del nostro Paese che racchiudono queste preziose memorie richiede azioni precise e mirate. Da questi presupposti nasce l’idea di un progetto che avvicini i più giovani all’arte, che sia capace di abbattere barriere culturali, emotive, psicologiche che spesso si instaurano nell’approccio alla fruizione culturale.
Guide e compagni di viaggio dei bambini durante i 5 giorni di campus sono Girolamo e Giovanni Todisco, due artisti del Cinquecento nati nel territorio, di cui restano testimonianze nei quattro comuni interessati. Una lettera dei due artisti introduce ogni giornata e racconta cosa accadrà e quali missioni attenderanno i giovani esploratori d’arte odierni.
Ogni giorno è dedicato alla scoperta di uno dei 4 comuni: la mattina si visita un ciclo di affreschi realizzato dai Todisco, il pomeriggio si fa la conoscenza di un artigiano del luogo. I cicli di affreschi raffigurano scene sacre (come le Storie della Vergine e le Storie di Ges ù) ben contestualizzate nel territorio. Decidiamo di far conoscere i vari affreschi attraverso modalità diversificate, per offrire un’esperienza ricca e dimostrare che esistono tanti modi con cui possiamo conoscere il patrimonio: dalla visita animata alla drammatizzazione, dalla lettura iconografica (mediante caccia al tesoro) al gioco strutturato a squadre fino al laboratorio didattico.
Dopo aver concluso le attività relative agli affreschi il gruppo fa la conoscenza degli artigiani: ad Abriola le maestre cioccolatiere fanno realizzare decorazioni in cioccolato e biscotti; a Calvello il ceramista Rocco Gallicchio ci apre le porte del suo laboratorio ed insegna a realizzare diversi manufatti decorati con pigmenti naturali; ad Anzi i presepisti che hanno allestito un coinvolgente presepe poliscenico conducono un’interessante visita in cui scopriamo che i capolavori nascono spesso da materiali di recupero; a Laurenzana visitiamo un’antica filanda dell’Ottocento e l’ultima proprietaria illustra ai bambini le evoluzioni dei macchinari fino a far provare le maglierie degli anni ’80 del Novecento.
Il quinto giorno il gruppo si ritrova ad Abriola, a Palazzo De Stefano, settecentesco palazzo signorile che ci ospita per l’intero progetto. Qui viene lanciata l’ultima missione da compiere: trasformarsi in frescanti per un giorno: il gruppo impara la tecnica dell’affresco in modo che, fase dopo fase, ogni partecipante realizzi il proprio affresco illustrando uno dei soggetti iconografici incontrati nei giorni precedenti.
Quest’ultima giornata è dedicata anche alla valutazione dell’intero progetto, che decidiamo di sviluppare con un focus group suddiviso in più momenti volti a consentire a tutti i partecipanti di esprimere il proprio pensiero tramite modalità a loro più congeniali. Partiamo con la libera associazione di idee, per poi passare al confronto in piccoli gruppi e terminare con lo strumento della scrittura.
La valutazione è sorprendente e testimonia quanto il gruppo sia stato partecipe per tutta la settimana, curioso e attento, fino al momento della valutazione cui partecipa con grande serietà e voglia di condividere.
Da questo confronto emerge come l’intero progetto nel suo complesso abbia avuto un altissimo gradimento. Tra gli aspetti maggiormente apprezzati vi sono le attività pratiche, la scoperta di nuovi luoghi della cultura attraverso attività ludiche e la possibilità di creare nuove relazioni interpersonali. Più volte i bambini e le bambine sottolineano l’importanza dell’aver stretto nuove amicizie e la consapevolezza che da quel momento in poi avranno amici e amiche da sentire, anche al telefono.
Tra i numerosi commenti espressi in merito è significativo quello di Anita che ha sottolineato come a un certo punto del campus si sia dimenticata che i bambini provenissero da paesi diversi perché era come stare insieme da sempre. L’elemento relazionale è stato fortemente favorito dalla struttura delle attività che prevedono confronto, condivisione ed interazione su più fronti. Punto di forza questo che favorisce l’apprendimento, aumenta il gradimento generale e il divertimento.
“ Io ho imparato che basta poco per stare bene, - sottolinea Chiara - il primo giorno ci siamo divertiti insieme e il secondo abbiamo già iniziato a legare.”
Molti sono i bambini che evidenziano la scoperta dell’arte come veicolo di divertimento: nessuno pensava che sarebbe stato possibile giocare con l’arte ad esempio con la realizzazione dei quadri viventi o con una caccia al tesoro.
Benedetta ad esempio ammette “Grazie alla lettura ho scoperto la mia passione per l’arte, non lo sapevo che mi piaceva così tanto.”
Il progetto pilota si conclude con una mostra didattica di tutti i lavori dei partecipanti cui prende parte la cittadinanza intera.
I prossimi passi da compiere ci conducono in altre regioni d’Italia dove la speranza è di replicare il progetto Viaggio tra Arti e Mestieri, attivando nuove reti di collaborazioni e raccontando di nuovi territori.
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