Rivista "IBC" XXV, 2017, 4

biblioteche e archivi / convegni e seminari, pubblicazioni

Muovendo dalla nuova guida della Biblioteca Gambalunga di Rimini, due studiosi dialogano sulla funzione della biblioteca oggi.
Le biblioteche non sono innocue

Margherita Spinazzola
[IBC]

La Biblioteca Gambalunga di Rimini ha celebrato a dovere i suoi 400 anni, con tante iniziative, nuove acquisizioni, migliorie varie. Proprio nel corso di quest’anno di grande visibilità, si è sentito il bisogno di redigere due ricchi opuscoli dedicati rispettivamente ai servizi offerti e ad una breve guida bilingue delle sale storiche della biblioteca.

Le bibliotecarie riminesi avevano notato che lo striscione e i totem espositivi sulla via Gambalunga avevano incoraggiato molti turisti spesso stranieri ad entrare in biblioteca. Non mancano certo le pubblicazioni dedicate alla Biblioteca e ai suoi tesori, né la stessa Carta dei Servizi. Tuttavia, l’interesse recente di un nuovo pubblico vuoi turistico vuoi di nuova residenza in città, ha fatto nascere l’idea di guide serie ma agili che rispondessero alla curiosità di chi entra anche magari per una sola volta ‘a palazzo’.

La guida alle sale storiche recupera molti degli elementi che caratterizzavano la più corposa pubblicazione del 2000 curata da Piero Meldini ( 1); le immagini fotografiche delle sale, dei particolari artistici e architettonici e dei documenti più preziosi accompagnano brevi testi in italiano e in inglese. È un formato assai popolare negli shop museali, meno nelle biblioteche italiane. La pubblicazione è stata curata dalla biblioteca, tradotta da Mark Roberts, sostenuta da SGR per la cultura (Società Gas Rimini) ‘a sostegno della bellezza del patrimonio artistico culturale del territorio’ e ha visto la collaborazione dell’Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna (IBC), già coinvolto nella guida del 2000.

Proprio per inserirsi nel mosaico celebrativo dell’anno, il 16 dicembre scorso non c’è stata una vera e propria presentazione della guida ma un pomeriggio dedicato alle biblioteche, intitolato provocatoriamente Le biblioteche non sono innocue.

Hanno partecipato l’assessore alla cultura del Comune di Rimini Massimo Pulini, Amalia Maggioli del Gruppo Maggioli, Demis Diotallevi di SGR, Roberto Balzani Presidente dell’IBC e Maria Bettetini dello IULM, International University of Languages and Media di Milano, con l’introduzione di Oriana Maroni della Biblioteca Gambalunga, senza trascurare il parterre des rois che contava anche Piero Meldini e Marcello Di Bella i due precedenti direttori della Gambalunga (ora priva di tale ruolo) e il semiologo Paolo Fabbri.

Massimo Pulini ha paragonato la Biblioteca Civica al cervello della città, luogo di creazione e conservazione della memoria del territorio, così come per il Ponte di Tiberio si è parlato del fiume come vena del corpo cittadino, della strada come suo nervo. Come ogni parte del corpo ha quindi bisogno del giusto nutrimento senza il quale il nuovo non si può sedimentare né arricchire la memoria.

Amalia Maggioli e Demis Diotallevi non si sono limitati ad un saluto formale o all’illustrazione del proprio sostegno economico alle varie iniziative della Gambalunga, ma si sono addentrati nella discussione sull’Art Bonus, fra defiscalizzazione e mecenatismo, sui suoi vantaggi, limiti e integrazione con altri strumenti. Del resto, come avrebbe ricordato Oriana Maroni nel delineare la storia della biblioteca e il suo ruolo nel corso dei secoli, il primo mecenate fu proprio Alessandro Gambalunga che, allo smacco del parvenu ad opera del patriziato locale, reagisce affidando per testamento i suoi libri al Comune, perché si creasse una biblioteca civica e lo fa con istruzioni precisissime in merito finanche al personale da destinarvi e alla cura dei volumi.

Questi due elementi hanno caratterizzato gli interventi di Maria Bettetini e Roberto Balzani, l’una parlando della conservazione della stampa e del digitale, degli spazi necessari, delle diverse modalità di fruizione, l’altro della valorizzazione gestionale che deve andare di pari passo con quella del patrimonio, a garanzia del patrimonio stesso affidato al pubblico, vuoi da Gambalunga a Rimini, vuoi da Ulisse Aldrovandi a Bologna, per raggiungere il futuro, oggi come allora navicella nello spazio.

Ma allora la biblioteca è innocente o no? Quanti amministrano la cosa pubblica e quanti decidono le politiche comprendono che il valore prodotto giustifica gli alti costi? Forse. Di Bella ha ricordato di quando si insegnava ai dirigenti il valore della visibilità politica delle iniziative culturali, Bettetini che il successo dei festival del libro sono evidenza per tutti della vivacità e della sua necessaria conservazione e messa a disposizione, Balzani che si cura il patrimonio per trasporto al futuro ma non per mummificazione in quei luoghi dove si formano le opinioni, sponde per un’opinione pubblica divorata dalla semplificazione dei clic.

 

1 La Biblioteca civica Gambalunga. L'edificio, la storia, le raccolte, a cura di Piero Meldini, Rimini, Biblioteca civica Gambalunga, Fondazione Cassa di risparmio di Rimini, 2000.

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