Rivista "IBC" XXV, 2017, 1

musei e beni culturali, biblioteche e archivi / progetti e realizzazioni

Zeri & Lode. Il patrimonio della Fondazione Zeri in Linked Open Data

Francesca Mambelli
[Fondazione Federico Zeri]
Marilena Daquino
[Centro di Risorse per la Ricerca Multimediale - Università di Bologna]

“The first and no doubt the most important photograph database on Italian art is the one at the Zeri Foundation”. Con queste parole, nel 2010, “The Art Tribune” descriveva il catalogo della Fototeca Zeri ( 1) frutto del progetto di schedatura e digitalizzazione dello straordinario archivio fotografico che Federico Zeri ha lasciato all’Università di Bologna. Tale progetto, iniziato nel 2003 grazie al supporto della Regione Emilia-Romagna e di altri sponsor pubblici e privati, nasceva dalla convinzione che un database liberamente accessibile su internet fosse lo strumento più efficace per assicurare visibilità ai documenti iconografici raccolti da Zeri e alle informazioni sulle opere da essi veicolate.

Se questa apertura dei dati a un vasto pubblico appare ormai una scelta scontata, l'evoluzione delle tecnologie del web avvenuta negli ultimi anni ha evidenziato come l'accessibilità, l'interoperabilità e la riusabilità dei dati richiedano che venga assicurata innanzitutto un’adeguata espressività ai dati stessi. Crescono infatti i progetti di scambio e condivisione tra istituzioni operanti nel campo del Cultural Heritage che mirano a trarre vicendevole beneficio dall'integrazione di dati capaci di trasmettere il proprio contenuto semantico alle macchine.

In questo contesto si inserisce il progetto Zeri & LODE il cui obiettivo è la rappresentazione del catalogo Zeri sotto forma di Linked Open Data (LOD) in accordo con i modelli concettuali (i.e. le ontologie) condivisi dalle comunità di riferimento, per permettere il riuso delle risorse informative e la creazione di nuove e più espressive applicazioni per lo studio e la ricerca.

La raccolta analogica e la sua descrizione

L'eccezionalità dell'archivio Zeri risiede certamente nel numero di fotografie (circa 290.000) raccolte da un'unica personalità, e nella coerenza dell'ordinamento dei fototipi che trasmette l’idea di storia dell'arte dello studioso. Rispetto ad altre collezioni, straordinaria è la ricchezza di informazioni presenti sui versi delle fotografie sotto forma di timbri, marchi e iscrizioni: segni prodotti da Zeri e da altri soggetti che hanno realizzato o utilizzato i fototipi.

Per varie generazioni di storici dell’arte le fototeche sono state uno strumento indispensabile per esercitare l’occhio e quindi per sviluppare le capacità attributive. Possedere e poter confrontare il maggior numero di fotografie di opere d’arte è stata la base della connoisseurship. La suddivisione dei fototipi in cartelle intestate ai vari autori è stato lo strumento per costruire una tassonomia di artisti e scuole sufficientemente certa sulla quale impostare ricerche formali, storiche o iconografiche. Questa volontà di raccolta e classificazione a supporto dell’atto attributivo rappresenta quindi un elemento ricorrente che si è cercato di valorizzare prima in sede di catalogazione, poi di riorganizzazione dei dati in vista della loro pubblicazione sotto forma di LOD.

Il tentativo di valorizzare e di rendere ricercabile la sovrabbondanza di informazioni presenti sul verso delle foto, in gran parte riferite al loro soggetto, ha portato all’elaborazione di una banca dati in cui, accanto alla scheda descrittiva della fotografia ( Scheda F-ICCD), fosse presente una seconda unità catalografica primaria, chiamata Scheda Opera. Quest’ultima riporta i dati essenziali sull’oggetto riprodotto, tra cui attribuzioni, localizzazione, provenienza, datazione, soggetto, riferimenti bibliografici.

Attorno a queste due unità si sviluppa un sistema di authorities dedicato da un lato ai nuclei informativi principali (autori, struttura dell’archivio, bibliografia) dall’altro ad altre tipologie di fonti documentarie presenti in Fondazione e considerate da Zeri complementari alle foto per lo studio dell’opera d’arte: i documenti cartacei allegati alle fotografie e i cataloghi d’asta presenti nella sua raccolta.

Il progetto Zeri & LODE

Rappresentare il modello elaborato dalla Fondazione Zeri per descrivere la complessità dell'archivio fotografico, unitamente alla collezione di cataloghi d'asta e ai materiali d'archivio, ha richiesto la compartecipazione di diverse professionalità. Il team interdisciplinare che ha ideato il progetto Zeri & LODE vede la collaborazione di storici dell'arte della Fondazione Zeri e di esperti in digital humanities e knowledge organizationdel Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica e del Dipartimento di Informatica, Scienza e Ingegneria dell'Università di Bologna.

Il valore aggiunto del progetto sta nell'elaborazione di un modello concettuale finora mancante nel panorama del Cultural Heritage, che riesca a restituire e a coniugare la complessità dei domini della fotografia e della storia dell'arte, unitamente a quelli dell'archivistica e della biblioteconomia.

Quale buona pratica, si è optato per il riuso di ontologie esistenti e largamente adottate nel mondo del Cultural Heritage , sviluppando nuovi modelli solo per la descrizione di aspetti non ancora esplorati. Ontologie quali CIDOC-CRM per la descrizione dell'oggetto d'arte e le SPAR Ontologies in riferimento alla documentazione fotografica e archivistica allegata, sono stati affiancati da un modello creato ad hoc, HiCO, in grado di rappresentare l’atto dell’attribuzione. Quest’ultimo analizza le metodologie adottate dal soggetto produttore, e poi dal catalogatore, nella scelta dell’autore a cui intestare le opere, siano esse fonti, pareri autorevoli, didascalie o la semplice classificazione della foto all’interno del sistema archivio.

Tale livello di approfondimento nella rappresentazione della conoscenza ha richiesto inoltre l'accurata analisi da un punto di vista semiotico dell'oggetto “fotografia”, nella sua doppia natura di documento e monumento: veicolo dell'opera d'arte riprodotta ma anche espressione della volontà del fotografo e quindi opera anch’essa, meritevole di un’adeguata valorizzazione. Nel contesto del ciclo di vita del documento fotografico, la descrizione dei ruoli e delle personalità coinvolte (committenti, fotografi, stampatori, collezionisti) è stata ricondotta a un modello che consentirà in futuro la corretta integrazione dei dati sulle foto con authorities e banche dati relative a fotografi e artisti, aprendo nuovi percorsi di ricerca per la storia della fotografia.

Il risultato del lavoro di analisi concettuale è stato la creazione di due ontologie speculari, F Entry Ontology e OA Entry Ontology, per la descrizione rispettivamente delle fotografie e delle opere d'arte riprodotte, in grado di valorizzare questa mole di meta-informazioni e assicurarne un corretto riuso da parte di ricercatori e altre istituzioni culturali.

In accordo con questi modelli è stato realizzato il dataset RDF, rappresentativo di circa 30.000 schede F, e dei 19.000 oggetti documentati dalle foto. I dati sono disponibili online ( https://w3id.org/zericatalog/) per la libera navigazione tramite browser RDF LODView, l'interrogazione tramite SPARQL endpoint ( http://data.fondazionezeri.unibo.it/query) e il download ( http://amsacta.unibo.it/5497/).

La documentazione relativa a Zeri & LODE – inclusiva delle tabelle di mapping dagli standard ICCD a RDF, di alcuni esempi d'utilizzo e delle informazioni sul linking ad altri dati presenti nella LOD cloud – è stata messa a disposizione della comunità scientifica perché possa costituire una base di confronto nello sviluppo di progetti simili.

L’obiettivo è ancora quello di estendere le potenzialità offerte dal semantic web, nell'ottica di un proficuo dialogo tra modelli e dati.

 

1 http://www.thearttribune.com/Some-photograph-databases.html

 

Bibliografia essenziale

F. Mambelli, Una risorsa online per la storia dell'arte: il database della Fondazione Federico Zeri, in Digital Humanities: progetti italiani ed esperienze di convergenza multidisciplinare, Roma 2014, pp. 113-125.

C. Gonano, F. Mambelli, S. Peroni, F. Tomasi, F. Vitali, Zeri e LODE: Extracting the Zeri photo archive to linked open data: formalizing the conceptual model, in Proceedings of the 2014 IEEE/ACM Joint Conference on Digital Libraries (JCDL 2014), Washington 2014, pp. 289–298.

M. Daquino, F. Mambelli, S. Peroni, F. Tomasi, F. Vitali, Enhancing semantic expressivity in the cultural heritage domain: exposing the Zeri Photo Archive as Linked Open Data, disponibile su arXiv.org. ArXiv:1605.01188

 

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