Rivista "IBC" XXIV, 2016, 2
musei e beni culturali / didattica, linguaggi, progetti e realizzazioni
“… Io al museo vorrei poter usare le mani per toccare e il naso per odorare gli oggetti …”
Francesca, 9 anni, non vedente congenita
Questa frase può essere considerata l’essenza e il punto di partenza di un progetto nato grazie ai preziosi incontri che a volte la vita ci permette di fare.
Nel maggio 2015 si svolge presso il Museo Civico di Bracciano la visita di una classe di terza elementare, nella quale vi è un’alunna non vedente, accompagnata dalla sua assistente tiflodidattica. Organizzata secondo le esigenze di apprendimento di ciascuno, viene vissuta con attenzione e coinvolgimento. E, come in rare occasioni accade, la perfetta sinergia fra i Servizi Educativi e l’assistente tiflodidattica fa nascere l’idea di far compenetrare gli strumenti della tiflodidattica e quelli dell’educazione museale.
Quando a Francesca, bambina non vedente congenita, viene chiesto cosa le piacerebbe fare in un museo lei prontamente risponde che vorrebbe poter toccare e annusare. E così nasce Oltre lo sguardo: la multisensorialità come chiave d’accesso al museo. Un progetto, questo, che affronta un tema attuale nella realtà museale italiana e di respiro internazionale che è quello dell’accessibilità al museo. Un museo che vuole essere “al servizio della società e del suo sviluppo”non può che individuare tra i suoi punti fermi l’accessibilità: fisica, sensoriale, culturale. Un museo deve perseguire l’obiettivo di abbattere ogni tipologia di barriera potenziale per tutti i suoi visitatori: linguistica, emotiva, psicologica. E deve farlo, non lavorando per compartimenti stagni ma nell’ottica dell’inclusione di tutti i suoi visitatori. Un museo che vuole essere realmente accessibile deve proporsi come terreno di sperimentazione – di strumenti e metodi inediti – e di ascolto delle esigenze di tutti.
Queste riflessioni hanno guidato fin dal principio le fasi di ideazione e sperimentazione del progetto, che è stato poi oggetto della tesi della sottoscritta di Master in Servizi Educativi del Patrimonio, dei musei storici e di arti visive, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Oltre lo sguardo nasce come progetto rivolto a classi di scuola primaria e secondaria di primo grado, con bambini non vedenti, ipovedenti e vedenti, e propone di conoscere le opere del museo invertendo la logica d’insieme che il canale visivo offre, utilizzando invece altri linguaggi – tattili, olfattivi, uditivi – per ricostruire il senso dell’opera.
Il principale obiettivo è quello di far vivere un’esperienza multisensoriale condivisa che favorisca l’inclusione di bambini non vedenti o ipovedenti nella propria classe e che consenta, al contempo, la comprensione e una maggior conoscenza della minorazione visiva da parte dei compagni vedenti. Le strategie e i metodi utilizzati favoriscono il confronto tra pari e la riflessione rispetto agli strumenti di conoscenza che il nostro corpo ci offre.
Oltre lo sguardo è diversificato, al suo interno, per tipologie di proposte, metodologie e strumenti utilizzati. Sono state progettate quattro visite multisensoriali tematiche, al buio, le quali raccontano da diversi punti di vista la storia di Bracciano nel tempo: I fiori nella collezione, La vita quotidiana nel territorio, I riti e le tradizioni nella comunità, L’amore per l’arte. Due sono i laboratori didattici al buio: Ad ogni spazio la sua forma: le Terme di Vicarello, un laboratorio sulla percezione dello spazio; Disegnare con la mente. È dal segno che nasce un disegno, laboratorio sull’apprendimento del disegno. Il progetto è il risultato di un percorso di ricerca attento alle buone pratiche ( 1) e del lavoro di un’équipe pronta a mettersi in gioco, formata da Sara Fracassi, assistente tiflodidattica, Moutiè Adibi, ragazzo ipovedente, Leonardo Lozzi, bambino non vedente congenito, Elisa Venuti, addetta alla comunicazione e dalla sottoscritta, educatrice museale.
L’incontro fra due discipline specifiche come la tiflodidattica e l’educazione museale ha consentito uno scambio di metodi e strumenti che si sono rivelati fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. La scoperta delle opere avviene attraverso la descrizione verbale, supportata da strumenti didattici realizzati con materiali poveri e con i quali i bambini hanno familiarità: le tavole tattili consentono di individuare alcuni dettagli e di far comprendere forme significative e materiali; i disegni ottenuti mediante il piano in gomma favoriscono la comprensione tramite esplorazione tattile di alcuni dipinti; la stimolazione olfattiva, in particolare di alcuni fiori, rafforza il significato iconografico di alcuni elementi mentre la stimolazione uditiva favorisce la creazione di un contesto narrativo coinvolgente ed evocativo. Un posto rilevante, nella costruzione mentale delle immagini, è rivestita inoltre dalla drammatizzazione: l’uso del linguaggio del corpo favorisce l’immedesimazione, anche emotiva, da parte dei bambini, e consente di verificare se gli strumenti di supporto usati e la descrizione verbale siano stati efficaci.
Il tempo investito nella ricerca, nell’ideazione degli strumenti e nella sperimentazione ha condotto l’équipe a raccogliere interessanti risultati dai momenti di valutazione condivisi con le classi e le insegnanti. L’approccio multisensoriale al museo è efficace con i visitatori vedenti quanto con i visitatori non vedenti in quanto chiama in causa memorie personali, emozioni, immagini mentali che si attivano al meglio mediante il confronto.
A partire da queste considerazioni nasce l’idea sperimentare Oltre lo sguardo con il pubblico delle famiglie e con il pubblico degli adulti. Così nel luglio 2016 nasce una nuova fase di sperimentazione. Con le famiglie si è prediletta la dimensione ludica e il confronto tra nuclei mentre gli adulti sono stati coinvolti in un’esperienza di visita più lunga seguita da un aperitivo al buio con degustazione di prodotti del territorio. Gli esiti registrati risultano decisamente positivi per entrambi i nuovi pubblici coinvolti e il desiderio è che Oltre lo sguardo possa varcare la soglia del Museo per condividere metodi e strumenti.
Bibliografia di riferimento
L' arte a portata di mano: verso una pedagogia di accesso ai beni culturali senza barriere, atti del Convegno, Portonovo di Ancona, 21-23 ottobre 2004,a cura di Museo tattile statale Omero, Roma, Armando Editore, 2006
Musei e apprendimento lungo tutto l’arco della vita. Un manuale europeo, a cura diKirsten Gibbs, Margherita Sani, Thompson Jane, EDISAI Editore, Ferrara, 2007
Francesca Piccardi, I libri tattili illustrati nel processo di educazione all’immagine del bambino con deficit visivo, in “Tiflologia per l'integrazione”, n. 1, 2012, Monza, Biblioteca Italiana per i Ciechi
Immagini da toccare. Proposte metodologiche per la realizzazione e fruizione di illustrazioni tattili, a cura di Antonio Quatraro, Monza, Biblioteca Italiana per i Ciechi, 2004
Secchi Loretta, L’educazione estetica per l’integrazione, Carocci editore, Roma, 2004
Andrea Socrati, Le metodologie didattiche del museo tattile statale Omero: totem sensoriali. Per una didattica dell’arte multisensoriale e inclusiva, in “Tiflologia per l’integrazione”, n. 3, 2011, Biblioteca Italiana per i Ciechi, pp. 173-178
Massimiliano Trubbiani, L’immagine tattile e la sua restituzione oggettuale, in “Tiflologia per l’integrazione”, n. 1, 2008, Biblioteca Italiana per i Ciechi, 2004, pp. 29-36
1 La prima esperienza di buone pratiche individuata è quella di una mostra dal titolo Tate Sensorium, allestita presso la Tate Britain dal 26 agosto al 4 ottobre 2015 . Tate Sensorium è un percorso multisensoriale su quattro opere del XX secolo, realizzato dalla società di designers Flying Object, il quale prevede per ciascuna opera stimolazioni sensoriali di diverso tipo che implementano quella semplicemente visiva. La seconda esperienza di buone pratiche individuata si localizza a Ferrara dove, dapprima presso la Pinacoteca nazionale di Palazzo dei Diamanti (2014) e poi presso il museo di Casa Romei (2015), sono state progettate e realizzate tavole tattili con riproduzioni di opere d’arte delle collezioni a partire da materiali di recupero. Un terzo esempio di buone pratiche individuato relativamente al progetto è il percorso tattile della nuova sezione di Arti Islamiche, inaugurato nel 2012, al Louvre e ideato da Tactile Studio: 9 postazioni tattili consentono di toccare una riproduzione di ciascuna opera, o di un dettaglio, ed esplorare un campione del materiale con cui è realizzato l’originale.
Il quarto punto di riferimento di buone pratiche è The Touchy Subject, progettorealizzato presso il museo Solomon G. Guggenheim di New York e ideato dall’artista Carmen Papalia insieme agli educatori museali.Consiste in un tour guidato degli spazi del museo ad occhi chiusi, all’interno del quale i visitatori sono accompagnati da educatori che invitano ad esercitare udito, olfatto e tatto per riscoprirne l’architettura e le forme. Durante il tour i visitatori hanno la possibilità di esplorare oggetti e materiali evocativi della collezione e degli spazi.
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