Rivista "IBC" XXIII, 2015, 1
musei e beni culturali, biblioteche e archivi / interventi, leggi e politiche
L'ultima riforma del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo è entrata in vigore il 10 dicembre 2014. Nell'ottica del ministro che l'ha promossa, Dario Franceschini, si tratta di un'operazione non dettata esclusivamente dalle esigenze della cosiddetta spending review, ma pensata per "integrare pienamente cultura e turismo, semplificare l'amministrazione periferica, ammodernare la struttura centrale [...] e per dare maggiore autonomia ai musei statali italiani". Duole rilevare, purtroppo, che, per rendere possibile tutto ciò, le biblioteche statali hanno subìto una gravissima diminuzione del proprio ruolo. Sono state infatti "declassate" - private cioè di una figura di guida di livello "dirigenziale" - numerose biblioteche storiche di conservazione, quali la Laurenziana a Firenze, la Braidense a Milano, l'Estense a Modena, la Palatina a Parma e la Vallicelliana a Roma.
Privare una biblioteca di un dirigente costituisce un'operazione alquanto delicata, dal momento che si tratta della figura che rappresenta l'Amministrazione verso terzi e che rende reale e tangibile, per così dire, l'autonomia tecnica e scientifica dell'istituto pur nell'ambito della comune politica culturale nazionale. In assenza di un dirigente, l'indirizzo della biblioteca spetterà direttamente alla Direzione generale per le biblioteche e gli istituti culturali per il tramite, locale, di un bibliotecario.
Cosa significherà tutto ciò per la Fondazione Museo Bodoniano che, pur essendo un'istituzione di diritto privato, vive in simbiosi con la Biblioteca Palatina di Parma dal momento che è ospite degli spazi monumentali della Biblioteca e valorizza beni che sono di proprietà della Biblioteca stessa? Tra questi beni si annoverano l'arsenale tipografico fusorio, i carteggi e le edizioni del grande tipografo e stampatore Giambattista Bodoni (1740-1813).
Non v'è dubbio, a parere di chi scrive, che l'assenza di un dirigente della Biblioteca Palatina potrebbe costituire un grave handicap per il Museo, soprattutto in questa delicata fase in cui, dopo le celebrazioni per il duecentesimo anniversario della morte di Bodoni e il completamento dei lavori per la messa a norma della sede della Biblioteca Palatina, sono in fase di progettazione sia la nuova sistemazione del Museo in ambienti più idonei e accessibili, sempre interni alla Biblioteca stessa, sia la campagna di fund raising necessaria per tale transizione. È bene ricordare, infatti, che al momento il Museo è ubicato all'ultimo piano della Biblioteca Palatina, in ambienti privi di condizionamento, di servizi igienici e di un ascensore propriamente detto.
Lo statuto della Fondazione Museo Bodoniano prevede che la persona del direttore del Museo coincida con quella del direttore della Biblioteca Palatina. Soltanto un direttore rappresentativo e radicato nel territorio potrebbe davvero accompagnare il Museo in questa delicata fase di passaggio, con l'appoggio del Consiglio generale del Museo e in sinergia con la Direzione generale per le biblioteche. In assenza di una figura di tale sorta, è assai probabile che il Museo non soltanto non potrà far crescere la propria offerta culturale ma continuerà a occupare la sede attuale, che già da qualche decennio viene giudicata inadeguata e difficilmente accessibile.
Ciò costituirebbe davvero un grande peccato perché le potenzialità del Museo Bodoniano sono enormi e l'istituto lo ha ampiamente dimostrato sia nel primo decennio della sua esistenza (1963-1973) sia in occasione delle celebrazioni per il bicentenario bodoniano (2013). All'indomani della fondazione, infatti, attorno al Museo si sono concentrate diverse attività di studio, pubblicazione ed esposizione, che hanno coinvolto, con grande apprezzamento del pubblico nazionale e internazionale, alcuni dei più attivi e creativi stampatori e grafici di quegli anni (Franco Maria Ricci, Alberto Tallone, Giovanni Mardersteig, Arnoldo Mondadori). Più recentemente, invece, nell'arco di circa tre mesi, la mostra organizzata per commemorare i duecento anni dalla morte di Bodoni è stata visitata da circa quattordicimila persone, mentre i laboratori didattici organizzati per l'occasione sono stati letteralmente presi d'assalto, così come hanno goduto di grande successo i concorsi di grafica patrocinati dal Museo di concerto con le scuole del settore.
Al contempo fioriscono le attività di studio e di ricerca promosse dal Museo insieme alla Biblioteca Palatina: la pubblicazione in rete della digitalizzazione delle edizioni e della corrispondenza bodoniana ( www.catalogo.bibpal.it); la collaborazione con la Universidad de Salamanca per la valorizzazione in rete del materiale bodoniano ( www.bibliotecabodoni.net); l'avvio del progetto di ricerca per l'individuazione dei materiali bodoniani non compresi nel repertorio redatto da H.C. Brooks nel 1927.
Il cambiamento del sistema di governance della Biblioteca Palatina avviene in un momento davvero delicato nella vita del Museo e non potrà non riflettersi su di esso. Sarebbe paradossale che una riforma ispirata dal desiderio di potenziare le realtà museali statali del Paese possa invece indebolire o rallentare, in qualche maniera, il processo di crescita del Museo Bodoniano.
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