Rivista "IBC" XXII, 2014, 4
musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni
Chiude l'11 gennaio 2015, a Reggio Emilia, la mostra "L'Orlando furioso. Incantamenti, passioni e follie. L'arte contemporanea legge l'Ariosto". Non si tratta di una retrospettiva pittorica o artistica in senso stretto, ma del tentativo di stimolare il numero più ampio possibile di persone alla conoscenza di uno dei grandi protagonisti della letteratura mondiale. Impresa non irrealizzabile, secondo Avde Iris Giglioli, presidente della Fondazione Palazzo Magnani, per la quale Ariosto "parla incredibilmente la lingua di oggi e di tutti". Quindi, l'auspicio è che, chiusa la mostra, rimanga viva un'esca per la riscoperta di un autore e di un'opera conosciuti solo superficialmente.
Come si evince dal titolo, artisti interpretano un altro artista. Per realizzare la mostra, il curatore Sandro Parmiggiani ha utilizzato materiale preesistente, ma ha chiesto e ottenuto anche una collaborazione specifica e, come egli stesso ha fatto presente, gratuita. Alla fine, il "confronto tra pittori, scultori, illustratori, autori di fumetti e fotografi, italiani e stranieri", ha portato a una visione caleidoscopica dell'Orlando furioso. Se, poi, capita frequentemente che i cataloghi assolvano soprattutto alla funzione di richiamare alla memoria dei visitatori quanto da loro ammirato direttamente nelle esposizioni, l'originalità dell'operazione culturale proposta al Palazzo Magnani ha portato alla stesura di un volume che è insieme specchio e complemento della mostra.
Il testo, edito dalla Silvana Editoriale, è un libro vero e proprio, a partire dal formato. Sulla copertina campeggia una celebre illustrazione dell'ippogrifo, così come fu immaginata nell'Ottocento da Gustave Doré. Siamo subito proiettati in una dimensione romantica dell'Orlando furioso, visione quanto mai consolidata da una vaga familiarità con "uno dei capolavori della letteratura universale genericamente noti a buona parte del grande pubblico, ma meno intimamente conosciuti". Come potrebbe essere altrimenti? Durante la conferenza stampa, Sandro Parmiggiani ha auspicato che la mostra incentivi la conoscenza dell'Orlando furioso anche nelle scuole, in cui non molto è cambiato dai tempi in cui i programmi ministeriali prevedevano, alle superiori, letture capillari dei Promessi sposi e della Divina Commedia, non lasciando spazio adeguato a nient'altro.
All'interno del libro, rivediamo, per esempio, la cartella di quindici incisioni a colori che compongono Fantasie d'amore e di guerra dell'Orlando furioso, opera del 1974 di Aligi Sassu; la preziosa serie di illustrazioni per l'Orlando furioso di Ludovico Ariosto raccontato da Italo Calvino, disegnate da Grazia Nidasio; ancora gli Appunti e variazioni per un immaginario dell'Orlando furioso di Lorenzo Mattotti. Ricordiamo varie altre suggestioni, fra cui la Valentina pirata e Il gioco dell'Orlando furioso, vero e proprio gioco dell'oca con cui l'ideatore Guido Crepax coinvolgeva Emilio Tadini e Claudio Abbado. Ancora, la bellissima Angelica che fugge di Giuseppe Bergomi, "terracotta che vince la sfida con quelle che erano ritenute fino a oggi le possibilità offerte dal mezzo".
Ma, com'è ovvio, lo stimolo a un'interpretazione dei luoghi e dei personaggi dell'Orlando furioso non si realizza solo attraverso raffigurazioni iconografiche. Coinvolti a pieno titolo in questo non semplice progetto sono anche una serie di critici e studiosi dell'Ariosto, invitati dal curatore alla stesura di testi rimanendo "al largo della pura filologia". E qui è difficile discernere, fra le numerose interpretazioni proposte, quali siano quelle che maggiormente soddisfino la richiesta di Sandro Parmiggiani "di affrontare e approfondire aspetti inediti e suggestioni nuove".
Il curatore stesso non ha potuto sottacere gli addentellati del Furioso con i nostri giorni, ricordando lo scontro fra tre cavalieri cristiani e tre saraceni che si svolge sull'isola di Lampedusa nel canto XLII. Oppure, l'acuta analisi di Massimo Ciavolella sul tema Amore e licantropia nell'episodio della follia d'Orlando, che può essere vista attraverso la tragica lente dei femminicidi contemporanei. Interessante la lettura di Franco Farinelli, che nella sua "ipotesi sul Furioso" vede l'inaccessibile castello del negromante Atlante come una costruzione a due e non a tre dimensioni e, come tale, riconducibile a una mappa geografica.
Ma quanto il capolavoro ariostesco sia penetrato nella cultura contemporanea e non, può e deve essere ricercato anche in un altrove che non poteva essere rappresentato nella mostra. A questo proposito il curatore si riallaccia al cinema, citando Mistery Train, film del 1989 di Jim Jarmusch; alla musica, con alcune composizioni operistiche di grandi protagonisti dell'era del barocco; alla letteratura con The Faerie Queene, poema epico di Edmund Spenser edito nel 1590 (e forse è possibile che una lettura attenta di questo poema porti alla luce ulteriori agganci).
L'Orlando Furioso. Incantamenti, passioni e follie. L'arte contemporanea legge l'Ariosto, a cura di S. Parmiggiani, Milano, Silvana Editoriale, 2014, 400 pagine, 30,00 euro.
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