Rivista "IBC" XXII, 2014, 4

musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni

Vie di dialogo/4. Valentina D'Accardi / Silvia Camporesi, a cura di C. Collina e M. Pulini, Bologna, Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, 2014.
Memorie di cose e di corpi

Marinella Paderni
[docente di Fenomenologia delle arti contemporanee all’Accademia di belle arti di Bergamo]

La visione di un tempo ritrovato tra esplorazione della soggettività e memoria del passato è il leitmotiv della quarta edizione della rassegna "Vie di Dialogo", curata da Claudia Collina e Massimo Pulini, che ha visto le artiste Silvia Camporesi e Valentina D'Accardi lavorare in dialogo sul tema del tempo e della memoria nell'epoca del massimo impulso ad archiviare il mondo sotto ogni forma possibile di riproduzione e archiviazione digitali, "pròtesi della cosiddetta memoria viva", come le definisce Jacques Derrida nel suo profetico libro Mal d'archivio.

La mostra (allestita a Rimini, nell'Ala Nuova del Museo della Città, dal 6 settembre al 26 ottobre 2014) ha intrecciato le riflessioni di Silvia Camporesi sulla fotografia come medium di indagine di realtà liminali (in particolare i borghi dimenticati dall'Italia del ventunesimo secolo) e gli sguardi tra sogno e introspezione autobiografica di Valentina D'Accardi, con il suo desiderio di entrare nei ricordi di altre donne (come la nonna) e di esperire temporalità nuove dell'Io attraverso la costruzione di "favole crepuscolari", come le definisce Massimo Pulini. Pur partendo da prospettive diverse, entrambe le artiste operano una reinvenzione del linguaggio fotografico allo scopo di creare delle differenze di carattere artistico ed estetico nei confronti della fotografia digitale vernacolare e dell'imperante attitudine a farsi tutti fotografi grazie alle nuove tecnologie.

L'incanto dello sguardo sui luoghi abbandonati dell'Emilia-Romagna, che sono stati dimenticati e rimossi dal presente, fa vivere allo spettatore un movimento tra le memorie del passato e la vita odierna di cose che sembrano destinate inesorabilmente all'oblio. In queste immagini di ex-colonie balneari, discoteche dismesse, fabbriche e palazzi in declino, Silvia Camporesi espone la potenza delle rovine contemporanee come manifestazione della vita ancora palpitante di luoghi e oggetti che "non sono più" ma possono diventare altro. Nelle fotografie in bianco e nero colorate a mano dall'artista, come pure nei suoi kirigami (fotografie lavorate con una tecnica giapponese che le trasforma in immagini scultoree, tridimensionali), l'artista ci mostra come la fotografia possa cogliere, nell'attimo presente, tanto il riverbero del passato quanto la promessa del futuro.

Nelle visioni in bianco e nero di Valentina D'Accardi, in cui ella si ritrae in vesti e ambienti di sapore fin de siècle, lo spettatore vive insieme all'artista l'esperienza di un salto nel tempo, nella memoria di un passato lontano ma familiare a tutti noi. La scelta di impiegare delle tecniche fotografiche degli albori le consente di enfatizzare questo movimento temporale, di fare entrare lo spettatore in un archivio onirico di percezioni, ricordi, immaginazioni. Emozioni rafforzate dalla presentazione di alcune sue fotografie all'interno di album d'epoca, restituendo così l'impressione dello scorrere del tempo anche dentro il piccolo, intimo mondo della raccolta privata di ricordi.

Come scrive Claudia Collina a chiusura del suo testo in catalogo: "Per scorgere qualcosa di nuovo è indispensabile sapere distillare le stratificazioni della memoria del passato, incise nella natura più profonda dell'universo, delle cose e dei nostri corpi".


Vie di dialogo/4. Valentina D'Accardi / Silvia Camporesi, a cura di C. Collina e M. Pulini, Bologna, Centro Stampa della Regione Emilia-Romagna, 2014, 110 pagine, senza indicazione di prezzo.

 

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