Rivista "IBC" XXII, 2014, 4

musei e beni culturali / progetti e realizzazioni, pubblicazioni

È giunto alla terza edizione (e si avvia alla quarta) il concorso di idee che invita musei e archivi dell'Emilia-Romagna a unirsi in partenariato con le scuole del loro territorio.
"Io amo i Beni Culturali": un impegno che si rinnova

Valentina Galloni
[IBC]

Il concorso di idee "Io amo i Beni Culturali" è nato nel 2011 su iniziativa dell'IBC - Istituto per i beni culturali e dell'Assessorato scuola, formazione professionale, università e ricerca, lavoro della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con l'USR - Ufficio scolastico regionale per l'Emilia-Romagna, "Genus Bononiae - Musei nella città" e il MOdE - Museo officina dell'educazione del Dipartimento di scienze dell'educazione dell'Università di Bologna, e con il patrocinio dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna.1

Uno slogan audace, quello di "Io amo i Beni Culturali", che fin dalla sua interpretazione nello spot del concorso, a cura di un'associazione di giovani,2 ha dimostrato tutta la sua carica emotiva, trovando poi, nelle realizzazioni dei progetti, una conferma che ha superato le aspettative più ottimistiche. Obiettivo del concorso è avvicinare i giovani al patrimonio culturale e alle istituzioni che lo conservano, favorendo la loro partecipazione attiva e creativa e sostenendo la crescita di cittadini autonomi e consapevoli.

I musei e gli archivi della regione vengono invitati, ogni anno, a unirsi in partenariato con le scuole secondarie per presentare un progetto che, nell'anno scolastico successivo, valorizzi il museo o l'archivio prescelto, o un bene culturale presente sul territorio. I ragazzi, insieme agli insegnanti e ai funzionari delle istituzioni coinvolte, sono coloro che lavorano in prima persona per realizzare nuove forme di comunicazione e di valorizzazione, sviluppando competenze personali, sociali e civiche.

Sono moltissimi, tra i 60 e gli 80, i progetti che ogni anno si presentano al concorso e, per selezionarne circa una quindicina a edizione, si adottano criteri come l'originalità e l'innovazione, la partecipazione attiva degli studenti e la capacità di coinvolgere la comunità territoriale. Ogni progetto vincitore viene sostenuto sia finanziariamente che in termini di formazione, documentazione e diffusione. Il concorso, nelle sue diverse edizioni, è arrivato a coinvolgere migliaia di studenti che hanno lavorato con centinaia di istituzioni culturali, enti e associazioni, capillarmente diffusi in tutta la regione. Nel corso degli anni i ragazzi hanno realizzato prodotti estremamente originali e innovativi: giochi da tavolo, ebook, audioguide, video, mappe interattive ed emotive, bassorilievi, oggetti di design, xilografie, percorsi didattici, siti web, progetti di promozione turistica, ricostruzioni virtuali, cataloghi ed esposizioni, di cui hanno curato tutte le fasi.

I musei, gli archivi, le chiese, i beni culturali e il paesaggio sono diventati così altrettanti luoghi ideali per l'apprendimento informale, nei quali i ragazzi non solo hanno acquisito conoscenze disciplinari ma hanno anche sviluppato competenze personali, sociali e civiche, quelle competenze chiave trasversali per l'apprendimento permanente che l'Unione Europea ritiene indispensabili per lo sviluppo di ogni individuo: imparare a imparare, competenze sociali e civiche, spirito di iniziativa e imprenditorialità, consapevolezza ed espressione culturali.3 La sfida è quella di non vedere più il patrimonio culturale come un obiettivo fine a sè stesso ma come un veicolo per l'apprendimento e lo sviluppo personale. La forte sinergia tra operatori culturali e insegnanti che viene richiesta per partecipare all'iniziativa occorre appunto per questo.

Le scuole, con i loro dirigenti e gli insegnanti, aderiscono con entusiasmo, mettendo a disposizione risorse e tempo preziosi, per offrire ai loro studenti una didattica innovativa al di fuori dell'aula scolastica. Il costante confronto tra insegnanti e operatori culturali offre loro occasioni di aggiornamento reciproco, che attraverso un'attenta opera di documentazione diventano a loro volta strumenti di formazione per altri insegnanti e operatori, presenti e futuri. I musei e gli archivi, attraverso i punti di vista inconsueti forniti dai più giovani, sviluppano forme di comunicazione innovativa che permettono di coinvolgere un tipo di pubblico notoriamente restio a frequentare queste istituzioni.

Per gli studenti è un'occasione altrettanto importante: per conoscere il patrimonio culturale della propria regione e, soprattutto, per svolgere un ruolo attivo nella sua valorizzazione, creando i presupposti per una partecipazione attiva anche negli altri ambiti della società. Il comune denominatore che unisce questi progetti è infatti il concetto di "partecipazione alla vita culturale", proprio come viene intesa dalla Raccomandazione UNESCO del 1976: un'opportunità di esprimersi liberamente, comunicare, agire, impegnarsi in attività creative per dare pieno sviluppo alla propria personalità e per contribuire al progresso culturale della società.4

Al termine di ogni edizione, i progetti sono documentati con video e pubblicazioni che poi vengono diffusi attraverso momenti pubblici in cui i ragazzi sono i veri protagonisti, e attraverso tutti i canali di comunicazione possibili. La seconda edizione del concorso, per esempio, è stata oggetto di una puntata specifica del magazine della Regione Emilia-Romagna "Vista da Vicino", andata in onda sulle televisioni regionali con il titolo Scuola e Cultura fanno bene.5


Fino a ora sono state completate tre edizioni, più un'edizione speciale rivolta ai comuni colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012, per un totale di 56 progetti realizzati. Questo volume presenta i risultati della III edizione e lo fa attraverso la preziosa documentazione prodotta dai referenti delle istituzioni culturali e dagli insegnanti che hanno accompagnato gli studenti nei loro percorsi.

Si tratta dell'edizione più cospicua della storia del concorso, che ha visto in totale 20 progetti: 11 per la sezione musei, 6 per la sezione archivi e 3 inseriti nelle sezioni speciali realizzate grazie all'apporto del progetto europeo "CEC - Cradles of European Culture" (che aveva tra gli obiettivi prioritari quello di coinvolgere le giovani generazioni sui temi delle origini dell'idea di Europa) e di "Genus Bononiae - Musei nella città" (che ha premiato un progetto volto alla valorizzazione del suo percorso). Più di 2.500 ragazzi e ragazze di 95 classi, o gruppi misti di classi, provenienti da 30 istituti scolastici, hanno lavorato con circa 60 enti pubblici e privati, tra musei, archivi, aziende, associazioni, soprintendenze, università e accademie di belle arti.

Gli studenti, veri protagonisti di un rinnovato rapporto con i beni culturali del loro territorio, in questa edizione hanno realizzato portali web, video, film animati, ricerche approfondite e schede, scavi archeologici, kit didattici per rendere replicabili le esperienze, videointerviste, spettacoli teatrali, mappe, itinerari sensoriali, depliànt informativi, percorsi didattici, giochi, carte narrative e racconti, ebook, flash-mob, trasmissioni radiofoniche, ricettari, cartoline, segnalibri ed ex libris, cataloghi ed esposizioni, anche dedicate a persone con disabilità, curandone persino la campagna promozionale. Si tratta di prodotti di altissima qualità e originalità. Ma ciò che appare davvero straordinaria e innovativa è l'esperienza educativa che ragazzi e ragazze hanno vissuto realizzandoli e contribuendo in maniera significativa alla valorizzazione del loro territorio.

La documentazione che qui riportiamo, oltre a soffermarsi come meritato sul lavoro svolto, ha lo scopo di creare un momento di riflessione sulle dinamiche, sulle azioni e sulle strategie messe in atto dai vari soggetti durante i processi di realizzazione, e di fornire un utile strumento a coloro che si accingono a sviluppare i progetti vincitori delle prossime edizioni.6 È importante, a questo scopo, la collaborazione con il MOdE - Museo officina dell'educazione dell'Università di Bologna, al cui interno è stata creata una sezione specifica, dedicata alla documentazione di questi progetti.7

Dalla lettura delle schede emergono molti elementi che ricorrono spesso nelle varie edizioni ma che tuttavia meritano di essere evidenziati:

· la eterogeneità delle scuole partecipanti (istituti comprensivi, licei classici, scientifici e artistici, istituti tecnici e professionali) e la loro dislocazione in territori molto differenti tra loro (dalla città al borgo, dalla riviera all'Appennino);

· la varietà dei prodotti realizzati e dei temi trattati: dal patrimonio culturale in senso più stretto, ai grandi temi e personaggi storici, all'attualità nazionale e internazionale, all'urbanistica e al consumo del suolo, alle vocazioni del territorio, fino alle riflessioni su temi sociali come la libertà o la disabilità psichica e fisica e la riduzione degli ostacoli per accedere al patrimonio culturale;

· la varietà dei luoghi e delle attività svolte: musei, archivi, laboratori teatrali, radiofonici, cinematografici e di animazione, chiese, palazzi e paesaggi;

· la straordinaria quantità di risorse utilizzate: computer, cellulari, videocamere, QRcode, social network, fonti documentarie scritte e orali, piani urbanistici, dati anagrafici e demografici;

· le differenti modalità di lavoro: a scuola, fuori da scuola, in gruppo, tutti insieme, a distanza, con l'uso delle tecnologie, e mediante il confronto diretto (come di consueto vengono sottolineati gli indubbi vantaggi del lavorare in gruppo, che spesso fa nascere importanti amicizie e consolida il senso di appartenenza alla stessa scuola, rafforzando le competenze di ciascuno);

· l'inclusione sociale e l'accessibilità al patrimonio: oltre a progetti che si rivolgono a persone con disabilità sviluppando prodotti che rendano più accessibile il patrimonio culturale, viene evidenziata da tanti la valorizzazione di alunni e alunne che, se di solito non sono particolarmente gratificati dai risultati scolastici, in questo tipo di attività mostrano notevoli capacità di cooperazione, abilità strumentali, spirito di iniziativa e autonomia;

· l'intergenerazionalità: molte iniziative creano una rete di soggetti di età differente, sia tra alunni di classi e scuole diverse, sia con gli anziani che portano un contributo attraverso le loro memorie;

· l'interculturalità: spesso ragazzi provenienti da altri paesi hanno la possibilità di affrontare gli argomenti trattati apportando un punto di vista diverso;

· la multidisciplinarità: ogni progetto coinvolge materie estremamente diverse (superando obsolete barriere disciplinari), porta a fare accostamenti inconsueti e a utilizzare materiali e tecniche inusuali;

· la partecipazione e il coinvolgimento dell'intera comunità agli eventi, soprattutto nei piccoli paesi, dove il senso di appartenenza sembra essere più forte. In ogni progetto vengono segnalati interlocutori pronti a mettere a disposizione con generosità il proprio tempo, le proprie competenze e conoscenze e i loro materiali.

Tra gli elementi di novità che si stanno accentuando edizione dopo edizione si segnalano:

· il carattere di start-up di queste iniziative: il coinvolgimento di tantissimi enti continua successivamente e spesso sfocia in altri progetti, al di là di "Io amo i Beni Culturali";

· la collaborazione tra musei, biblioteche e archivi: questi enti si stringono intorno a un medesimo progetto per arricchirlo di inediti aspetti culturali, superando i singoli ambiti disciplinari;

· la componente sovracomunale dei progetti: in questa edizione molte iniziative hanno coinvolto territori di comuni diversi e in alcuni casi sono stati progetti pilota per nuove unioni di comuni, come nel caso della Valsamoggia o della Valmarecchia;

· la partecipazione dei rappresentanti delle istituzioni, come sindaci e assessori, che spesso hanno investito personalmente i ragazzi partecipanti del loro ruolo strategico nella cura e nella valorizzazione del patrimonio culturale;

· il rapporto con il territorio e il paesaggio culturale: musei e archivi dimostrano una propensione sempre più forte ad aprirsi a quanto esiste al di fuori delle proprie mura, a operare sul patrimonio a cielo aperto, sul territorio, sul contesto che li circonda. Questo rapporto con il territorio, particolarmente caro all'IBC, che fin dalle sue origini lo ha ritenuto imprescindibile da qualsiasi politica dei beni culturali, ha indotto il nostro Istituto a collaborare con l'ICOM - International Council of Museums, che ha scelto il tema "Musei e paesaggi culturali" per la conferenza internazionale in programma a Milano nel 2016. Molti di questi progetti sono entrati così a far parte del censimento di casi di studio su questo argomento,8 e ai ragazzi coinvolti è stato proposto di partecipare all'iniziativa "Lo Scatto Culturale: musei e paesaggi visti dai ragazzi" promossa dal MOdE, il Museo officina dell'educazione dell'Università di Bologna. I giovani studenti coinvolti in alcuni dei progetti censiti sono stati invitati a riflettere sul concetto di museo come luogo fisico, concreto e materiale, e sul rapporto che esso ha con il paesaggio culturale, per darne una libera e creativa interpretazione, realizzando scatti fotografici, video, o altri elaborati accompagnati da una didascalia che ne spiegasse il significato.

Queste iniziative continueranno anche nella IV edizione, arricchita anche dall'apporto dell'Assessorato all'agricoltura della Regione Emilia-Romagna per la componente agroalimentare dei progetti, anche in vista di "Expo 2015": una conferma ulteriore del fatto che "Io amo i Beni Culturali" si va via via arricchendo di nuovi contenuti e di collaborazioni.

La soddisfazione da parte di chi organizza il concorso e i singoli progetti è talmente forte da compensare il notevole impegno richiesto. Di questo impegno dobbiamo ringraziare in modo particolare tutti gli attori coinvolti: i nostri partner, i referenti delle istituzioni culturali, i dirigenti scolastici, gli insegnanti e i ragazzi e le ragazze per l'entusiamo, la passione e il coinvolgimento emotivo con cui continuano a dare linfa vitale a questa esperienza.


Note

(1) Per ripercorrere la storia del concorso e i prodotti realizzati: www.ibc.regione.emilia-romagna.it e www.ibcmultimedia.it.

(2) Per vedere lo spot del concorso "Io amo i Beni Culturali", a cura dell'associazione "Scomunicati": www.youtube.com/watch?v=SnUkLDzz2Gw (durata: 1 minuto e 18 secondi).

(3) Per approfondire: eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:32006H0962.

(4) Per approfondire: www.unesco.org/education/pdf/NAIROB_E.PDF.

(5) Per vedere la puntata di "Vista da Vicino": www.youtube.com/watch?v=Eq9wWSiqRPQ&feature=youtu.be (durata: 3 minuti e 46 secondi).

(6) L'elenco dei progetti vincitori della IV edizione, aperta anche agli archivi della regione, è disponibile sul sito web dell'IBC: www.ibc.regione.emilia-romagna.it/istituto/progetti/progetti-1/concorso-di-idee-io-amo-i-beni-culturali.

(7) Per approfondire: www.mode.unibo.it.

(8) Per approfondire: www.icom-italia.org.

 

Azioni sul documento

Elenco delle riviste

    Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna - Cod. fiscale 800 812 90 373

    Via Galliera 21, 40121 Bologna - tel. +39 051 527 66 00 - fax +39 051 232 599 - direzioneibc@postacert.regione.emilia-romagna.it

    Informativa utilizzo dei cookie

    Regione Emilia-Romagna (CF 800.625.903.79) - Viale Aldo Moro 52, 40127 Bologna - Centralino: 051.5271
    Ufficio Relazioni con il Pubblico: Numero Verde URP: 800 66.22.00, urp@regione.emilia-romagna.it, urp@postacert.regione.emilia-romagna.it