Rivista "IBC" XXII, 2014, 1
biblioteche e archivi / pubblicazioni, storie e personaggi
È senza subbio un lavoro esemplare quello di Anna Giulia Cavagna, docente di Storia del libro e dell’editoria all’Università di Genova, che ha saputo ricostruire con paziente e precisa attenzione la fisionomia di una delle più importanti biblioteche signorili liguri di età rinascimentale.
L’occasione è stata fornita dallo studio e dall’edizione della Nota de varij libri della libreria de Marchesi del Finale, un inventario manoscritto della ricchissima raccolta libraria voluta dal marchese Alfonso II Del Carretto (di oltre mille titoli: una rarità per l’epoca) e dispersa alla sua morte. Ma a sua volta, quell’inventario è di significativa importanza per le sue caratteristiche intrinseche: noto alla comunità scientifica dagli anni Novanta, il documento – per usare le parole dell’autrice del saggio – si connota per “la sua debordante propensione informativa”, che “oltrepassa qualunque esempio finora noto”, e per la sua “particolare attenzione al manufatto librario” che lo porta a manifestare “una insolita cura formale nelle registrazioni catalografiche, con scelte innovative e inattese”. Traspare insomma un’accuratezza “moderna” in questa sensibilità redazionale, non spiegabile solo con le consuete finalità inventariali e patrimoniali, ma frutto di una specifica volontà fondata su motivazioni di ordine culturale, sociologico, politico.
Se la pubblicazione di questo inventario (anche se la parola, per quanto detto sopra, potrebbe essere inadeguata) già di per sé costituisce un motivo di grande interesse, il lavoro, così come è stato concepito, appare di grande importanza per diverse ragioni, e innanzitutto perché l’autrice ha saputo ripercorrere le tappe della formazione e dell’evoluzione della biblioteca e ha disvelato, con grande attenzione, i nessi che legano le vicende della sua costituzione alla biografia personale e famigliare del marchese Alfonso II Del Carretto; in tal modo, Anna Giulia Cavagna ha dato un significato sia alla forma della Nota che, contestualmente, alle scelte bibliografiche operate dal proprietario della raccolta.
Ed è proprio dalla biografia del marchese che occorre partire, come spiega l’autrice, per avere una chiave di lettura plausibile. Egli ereditò, dopo la scomparsa prematura del padre, il dominio sul marchesato di Finale Ligure, dal quale dovette tuttavia andarsene nel 1558 a causa di moti popolari sostenuti dalla Repubblica di Genova, interessata al controllo del piccolo stato. Rifugiatosi a Vienna, godette dell’intercessione dell’imperatore, che lo reintegrò nel feudo nel 1564. Tuttavia, due anni dopo, la situazione precipitò nuovamente, e Alfonso II, che in attesa di fare ingresso a Finale si era stabilito a Carcare, tornò a Vienna.
Durante i due esili viennesi, il marchese si dedicò con singolare acribia all’acquisto di libri dai mercati internazionali, sia stampati Oltralpe che nella Penisola (e in particolare a Venezia), e li inviò a più riprese in Italia, presso suoi fiduciari, con la prospettiva – che peraltro non si realizzò mai – di riunirli nella residenza di Finale al suo reinsediamento. Questi libri venivano registrati e descritti con attenzione nella Nota, dove oltre ai consueti elementi bibliografici descrittivi, venivano riportati anche quelli paratestuali (come i dedicatari, i privilegi, gli indici), cosa che di norma richiedeva un attento esame.
L’autrice dimostra come la biblioteca costituisca, sia nel periodo del primo che del secondo esilio, strumento di formazione e fonte di ispirazione, ma anche testimonianza delle strategie politico-diplomatiche del marchese. Così, all’indomani della decisione imperiale di reintegro nel feudo, è tra i materiali bibliografici posseduti che Alfonso II trova ispirazione per avviare una campagna di esaltazione della propria vittoria, anche mediante lo sviluppo di specifiche forme di celebrazione iconografica. È, ancora, nella biblioteca del marchese che viene accolto il saggio del giurista Jacopo Menochio che, assoldato dalla Repubblica di Genova, contestò il provvedimento imperiale di reintegro. Sempre nella propria biblioteca, il Carretto accoglie un’importante selezione di libri di storia politica che gli ispirano una singolare strategia diplomatico-propagandistica: infatti, come documentato nel saggio, Alfonso II, avvalendosi anche di storici quali il Sansovino, promosse la realizzazione di pubblicazioni che contenevano spunti celebrativi per l’immagine sua e della sua casata e stimolò la stampa di opere contenenti dediche a lui rivolte per far riconoscere la propria autorevolezza tra i protagonisti della politica europea del momento. Anche la Nota, allora, diventa strumento funzionale alle esigenze del marchese, laddove, per esempio, l’attenzione per i paratesti, quali le dediche a personaggi potenti, prelude a un’esigenza di identificazione o di interlocuzione con i poteri forti della scena politica, o quanto meno di controllo e di conoscenza del panorama politico.
Esiste tuttavia un altro motivo per il quale il lavoro di Anna Giulia Cavagna appare di significativa importanza: l’edizione della Nota, ospitata nel capitolo conclusivo del libro, è infatti corredata da informazioni che consentono di identificare i volumi posseduti dal marchese, e dal rinvio ai repertori cartacei e alle banche dati nazionali (quali edit16 o l’OPAC del Servizio bibliotecario nazionale) e internazionali (quali ISTC, CERL, senza esclusione per quelli di istituti di conservazione europei minori). Talora viene anche indicato il rinvio alle digitalizzazioni on line; va poi evidenziato che, in qualche caso, la Nota presenta edizioni sconosciute a tutti i repertori, di cui forse essa costituisce l’unica memoria pervenuta a noi.
In definitiva, allora, questo minuzioso e preziosissimo lavoro consente una ricostruzione virtuale della dispersa biblioteca. Lavoro che, ironia della sorte, neppure il Carretto era riuscito a portare a compimento in vita, perché materialmente la biblioteca rimase disseminata in varie sedi in attesa che il marchese la riunisse a Finale Ligure, dove però non fece mai ritorno.
A. G. Cavagna, La biblioteca di Alfonso II Del Carretto marchese di Finale. Libri tra Vienna e la Liguria nel XVI secolo, Finale Ligure, Centro Storico del Finale, 2012, 429 pagine, senza indicazione di prezzo.
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