Rivista "IBC" XXI, 2013, 4

musei e beni culturali / mostre e rassegne, pubblicazioni

Immagine e persuasione. Capolavori del Seicento dalle chiese di Ferrara, a cura di G. Sassu, Ferrara, Edizioni Cartografica, 2013.
Il Seicento a Ferrara

Enzo Vignoli
[collaboratore della rivista "OLFA. Osservatorio letterario Ferrara e l'Altrove"]

Si conclude il 6 gennaio 2014 la mostra che ha segnato il ritorno di Ferrara, dopo il sisma del 2012, ai grandi appuntamenti internazionali con il mondo dell'arte: la prima esposizione italiana dedicata a Francisco de Zurbarán, uno dei protagonisti del "Seicento" spagnolo chiuderà infatti i battenti al Palazzo dei Diamanti. Quel giorno, a Palazzo Trotti Costabili, si conclude anche un'altra manifestazione con cui la città ha voluto illuminare lo stesso periodo storico, osservandolo però attraverso le opere d'arte presenti nelle sue chiese: "Immagine e persuasione. Capolavori del Seicento dalle chiese di Ferrara".

Si è così perseguito un duplice scopo. Da una parte voltare pagina e superare con rinnovato ottimismo il difficile momento che ha colpito la città e la provincia. Dall'altra richiamare l'attenzione sui problemi irrisolti, da affrontare non solo con interventi straordinari per rimettere in sicurezza i monumenti storici, ma con una cura continua e regolare che consenta la piena fruibilità del grande passato ferrarese.

Molto opportuno, pertanto, è parso l'allestimento di questa mostra, piccola solo nelle dimensioni relative: otto in tutto le opere raccolte in due sale del Seminario Vecchio. Gratuito l'ingresso, come è sembrato giusto per stimolare l'interesse verso un periodo storico da sempre oscurato dai fasti del "Cinquecento" estense. Il titolo dell'esposizione riprende quello di uno scritto dedicato da Giulio Carlo Argan al mondo del Barocco. Il curatore Giovanni Sassu ricorda, in proposito, le direttive del Concilio di Trento (1545-1563), in cui "si riafferma il valore didattico dell'arte, considerata utile per illustrare i fatti sacri agli occhi di chi non poteva o sapeva leggere le Scritture".

Le opere esposte, pale d'altare asportate momentaneamente da chiese tuttora non disponibili al culto e all'interesse degli appassionati d'arte, consentono una visuale di certo più attenta e raffronti diretti altrimenti non attuabili. Ideale, quindi, questa collocazione che permette di valutare al meglio l'importanza di alcune opere di Scarsellino, Ludovico Carracci, Carlo Bononi, Francesco Costanzo Catanio e Guercino, anche se, com'è ovvio, l'allontanamento dalla loro naturale cornice architettonica può attenuarne l'impatto drammatico.

Il catalogo della mostra è uno strumento strumento per ripercorrere il periodo storico che portò alla Devoluzione del ducato di Ferrara allo Stato della Chiesa, quando nel 1598 gli Estensi, non potendo più garantire una successione, si ritirarono a Modena e Reggio. Da questo dato discende l'interpretazione critica di chi, come Eugenio Riccomini "ha finito con il leggere la pittura del Seicento come un fenomeno di retroguardia nella quale l'Arte" verrebbe "svilita a ruolo di ancella delle esigenze devozionali". Giovanni Sassu ribalta tale concezione per "affermare che furono proprio le rinnovate esigenze spirituali, devozionali e, perché no?, anche istituzionali a rendere particolare e originale ciò che si consumò a Ferrara per buona parte del Seicento".

Oltre alle puntuali informazioni sulle otto opere in mostra, risulta particolarmente utile il saggio di Anna Stanzani su La città invisibile: il patrimonio artistico ferrarese prima e dopo il sisma del 2012. Dopo un'efficace drammatizzazione dei danni prodotti dal terremoto, lo scritto passa in rassegna con analisi accurata le ricchezze artistiche di molti templi ferraresi e conclude con un monito: "L'allontanamento dei beni dalle chiese chiuse non è una soluzione ai problemi del degrado, [...] vuol dire accettare non solo le assenze immediate ma le perdite sicure di ciò che è 'immobile per natura e per destinazione', affreschi, cori, organi, sagrestie, ancone, arredi e di tutto ciò che è meramente immateriale, le relazioni tra le cose, ovvero i fatti". E anche la storia, aggiungiamo noi.


Immagine e persuasione. Capolavori del Seicento dalle chiese di Ferrara, a cura di G. Sassu, Ferrara, Edizioni Cartografica, 2013, 181 pagine, 25,00 euro.

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