Rivista "IBC" XXI, 2013, 2

biblioteche e archivi / convegni e seminari, inchieste e interviste, linguaggi

A Bologna le biblioteche di quartiere chiamano a raccolta i gruppi di lettura, per farne i protagonisti di un festival controcorrente.
Il lettore racconta

Vittorio Ferorelli
[IBC]

Un festival tutto dedicato a chi si ostina a leggere racconti, romanzi e poesie. Basterebbe anche solo l'idea per fare notizia in un paese che, visti i dati scoraggianti sulla lettura e quelli ipertrofici sui libri stampati, sembra affetto da una singolare dissociazione: quasi tutti scrivono, quasi nessuno legge. Se poi l'idea diventà realtà, come è successo a Bologna la primavera scorsa, questa notizia merita di essere approfondita.

Tra il 12 e il 21 aprile 2013, anticipando di qualche giorno la "Giornata mondiale del Libro", il "Festival dei Lettori" ha chiamato a raccolta nel capoluogo dell'Emilia-Romagna i gruppi di lettura nati in città e in regione negli ultimi anni. L'idea è venuta ai bibliotecari (dipendenti pubblici - sia detto con orgoglio) che animano e organizzano in prima persona le compagnie di lettori attive nelle biblioteche di quartiere, e l'iniziativa è nata dall'ascolto delle loro esigenze, tra cui quella di essere protagonisti, una volta tanto, dell'incontro con gli autori letti.

Di festival letterari, infatti, ce ne sono tanti, ma quasi mai gli autori sono scelti dalla platea; quasi sempre, soprattutto, sono loro, gli autori, i protagonisti della scena, non il pubblico. Capovolgendo la prospettiva, i bibliotecari bolognesi hanno fatto dei lettori altrettanti "direttori artistici", facendo sì che ogni gruppo scegliesse il proprio autore e lo incontrasse per porgli le domande sorte nel corso della lettura condivisa.1

L'imminenza del festival ha propiziato anche la nascita di cinque nuovi gruppi di lettura in altrettante biblioteche di quartiere di Bologna. Si sono uniti ai numerosi altri gruppi esistenti in città e in provincia: alcuni si riuniscono nelle biblioteche comunali, altri nelle case o nelle librerie. Detto così, sembra di vedere all'opera gli uomini e le donne-libro che si danno alla macchia per resistere alla dittatura televisiva nel romanzo di Ray Bradbury, Fahrenheit 451. Per uscire dal vago, e capire come nascono questi gruppi e come funzionano, converrà quindi incontrarne uno e vederlo all'opera. E l'occasione è offerta proprio da uno degli appuntamenti del "Festival dei Lettori".


La sera del 18 aprile, nella sede della Biblioteca comunale "Ruffilli" in vicolo Bolognetti, il gruppo "LeggiAMO" incontra la poetessa Maria Luisa Vezzali.2 Il gruppo è nato circa due anni fa in modo spontaneo, dall'unione di persone che si sono conosciute durante un corso di lettura ad alta voce tenuto a Casa Carducci da Margaret Collina.3 "Siamo un gruppo eterogeneo." - racconta Rita Galbucci a nome degli altri componenti - "Proveniamo da percorsi diversi, ma siamo accomunati dall'amore per la poesia e dalla volontà di leggerla agli altri: non da soli, tra sé e sé, ma a voce alta. In questo ci distinguiamo dagli altri gruppi di lettura, che in genere preferiscono la prosa".

Come è composto il gruppo e dove si riunisce? "A oggi siamo sette donne e un uomo. Almeno due persone sono in pausa, ma speriamo ritorneranno. Ci riuniamo alla Biblioteca 'Ruffilli' ogni due settimane, ma se dobbiamo preparare qualche lettura pubblica intensifichiamo gli incontri". Come vengono scelti gli autori da leggere? Quali sono stati letti finora e quali saranno i prossimi? "I poeti li scegliamo principalmente in base alle nostre passioni e allo scambio delle conoscenze. In qualche caso, come è stato per Giovanni Pascoli e Giorgio Caproni, le letture sono state preparate in vista delle loro commemorazioni. L'incontro di questa sera con Maria Luisa Vezzali è particolarmente emozionante, perché vive nella nostra città e avevamo già avuto modo di conoscerla frequentando il corso a Casa Carducci".

Durante l'incontro, più di una volta, questa emozione diventa palpabile. Tra una lettura e l'altra, una delle lettrici chiede alla poetessa se la poesia nasca da un particolare tipo di sguardo sul mondo. "Credo" - risponde lei - "che lo sguardo poetico sia lo sguardo di chi riesce a tirarsi fuori dal fango della palude come fa il barone di Münchhausen, prendendosi per i capelli con le proprie mani e sollevandosi. Ma non è una facoltà esclusiva dei poeti. L'ho visto anche in persone che non scrivono poesie. La differenza è che il poeta si ferma e scrive ciò che ha visto. Questo non ne fa un essere più giusto, più etico, più profondo. Gli dà solo un compito specifico: trovare la forma. Una volta mi sono detta che il poeta è un cittadino innamorato delle parole, le parole giuste per dire le cose. E quando sa fare il suo compito, quando è un bravo poeta, parlando di sé parla anche per gli altri".

Ma un'altra lettrice interroga la poetessa più direttamente: come si accorge, mentre scrive, che ciò che ha scritto è poesia, come lo sente? "Deve passare l'esame del corpo. Ciò che scrivo deve diventare voce. Quindi faccio come voi: lo leggo. Forse è una definizione ingenua della poesia, forse ce ne sono di più colte, forse non è affatto una definizione. Ma per me, come scrive Emilio Villa, la poesia deve resistere alle definizioni. È un luogo di libertà. Va letta, ascoltata, non definita".

Ed ecco, allora, la lettura. Le letture, a dir meglio, perché, quando si ascoltano voci diverse che leggono ad alta voce, una delle cose che colpiscono è il variare delle intonazioni, dei timbri, dei colori, delle ritmiche. È come se ognuno avesse il suo canto interiore da cantare. Tanto che (mi viene da pensare) sarebbe interessante ascoltare la stessa poesia letta da voci diverse, per sentire come cambia, pur restando la stessa. Per esempio questa, che si intitola fino alla fine:4


noi bambine antiche figlie adulte

convinte

che un tale amore sia

incorrispondibile così denso

da coagularsi in non-amore

né solo vicine o solo lontane

né solo fuori o solo dentro

sostanza consistente

in ciò che non si slega e non si compie


noi abbiamo il tocco

contiguità contagio

di spargere fecondità sul mondo

mute solenni operose e poi

declinati quei molteplici modi

tutti quei modi che sappiamo bene

di conservare la ferita

lasciando il campo

immarcito per troppa irrigazione


tra noi si irradia una concentrazione

che esclude la parola

più che altro carne soffio materia

banca amorosa informe

alla quale non possiamo tornare

e ripagarci il debito

per quante volte ci moltiplichiamo

nella stanza buia il moto a ritroso

si inceppa in avanti lo specchio

è vuoto e forse anche irridente

oppure è l'occhio

incapace a vedersi


fino alla fine


Tra i motivi ricorrenti della poesia di Maria Luisa Vezzali, soprattutto nella sua produzione più recente, c'è l'esplorazione della coscienza femminile, il percorso che porta dall'essere figlie all'essere donne, e talvolta all'essere madri, senza che per questo i lettori maschi siano esclusi dal discorso poetico. Parlare di scrittura "di genere", insomma, sarebbe fuorviante, anche quando l'autrice affronta il tema attuale e bruciante del femminicidio, come fa in alcune delle poesie lette alla fine dell'incontro, e ancora inedite.

"Credo che la vita sia combattimento." - dice alla fine la poetessa - "Lo è anche la poesia. È un tarlo che rode il sistema, perché rimane renitente al mercato, perché pensa di scrivere per il futuro. Anche se fuori c'è la crisi e gli editori non ne vogliono sentir parlare. Anche se tutto sembra dire che chi scrive poesia è irrilevante. Fa rabbia, lo so. Ma questa rabbia mi dà la forza per continuare a resistere".5


Due giorni dopo, domenica 21 aprile, alla Biblioteca "Borges", il "Festival dei Lettori" si è concluso con un "barcamp letterario", un incontro plenario e informale a cui, insieme ai bibliotecari, sono invitati tutti i gruppi di lettura della regione (sono circa una cinquantina). È un'occasione per conoscersi e per discutere, confrontandosi su alcune domande di fondo. Che tipo di lettori si diventa partecipando a un gruppo di lettura, come cambiano le proprie abitudini? Che ruolo hanno le tecnologie digitali nella lettura condivisa? Come fare cultura in modo attivo, nelle periferie, semplicemente leggendo insieme?

Sul primo punto sembrano esserci pochi dubbi. Dalle numerose esperienze riportate, se un gruppo funziona bene, il lettore che entra a farvi parte ne esce comunque diverso. Chi legge in modo compulsivo, può apprezzare il tempo dilatato imposto dalla condivisione. Chi non è abituato a farsi molte domande può riflettersi nei dubbi degli altri. Chi non riesce a finire un certo libro... può usufruire della lettura altrui per vedere come va a finire (e magari capire le ragioni del suo blocco).

Sono questi, forse, i punti di forza che rendono l'esperienza del gruppo di lettura "in carne e ossa" più allettante e feconda della condivisione tramite i social network, anche quelli espressamente pensati per gli appassionati di lettura, come aNobii. È la possibilità di oltrepassare la superficie del "mi piace" o "non mi piace", guardandosi negli occhi, ascoltando le parole degli altri, magari anche andando oltre le ragioni del testo.

Nel fare gruppo c'è poi un altro vantaggio, se possibile più strategico: l'opportunità di concentrare in un appuntamento sicuro, prestabilito, la propria passione per la lettura. Che si utilizzino gli ebook reader o si prediligano i classici tomi, infatti, il problema cruciale, quando si tratta di leggere, è trovare il tempo. Stabilire una consuetudine, in molti casi, può essere di aiuto.

Leggere insieme, soprattutto stando in periferia, può persino far bene alla convivenza civile. Dedicarsi a un libro che non abbiamo scelto noi, accettare le impressioni di lettura degli altri, rendersi conto che nessun libro è insindacabile (persino il più classico dei classici): tutto questo aiuta a capire quanto sia faticoso, ma in fin dei conti anche utile, vivere all'interno di una società democratica. In qualche modo aiuta a resistere.


Note

(1) I gruppi di lettura di CerviaCastel San Pietro e Anzola si sono incontrati con Marco Missiroli alla Biblioteca "Pezzoli"; il "Laboratorio di scrittura autobiografica di Borgo Panigale" con Duccio Demetrio nella sede provvisoria della Biblioteca di Borgo Panigale; il gruppo "Voltapagina" con Grazia Verasani alla Biblioteca "Tassinari Clò"; i gruppi "Un libro in borsa" e "Ginzburg" con Valerio Varesi alla Biblioteca "Ginzburg"; il gruppo"LeggiAMO" con Maria Luisa Vezzali alla Biblioteca Ruffilli; i gruppi di Castenaso e diScandellara con Francesca Melandri alla Biblioteca "Scandellara"; il gruppo "Il pilastro della mente" con Loriano Macchiavelli alla Biblioteca "Spina"; il gruppo "Voltapagina" con Maria Pia Veladiano alla "Tassinari Clò"; il gruppo "Letture sul sofà" con Igiaba Scego alla Biblioteca "Cabral"; l'"Avamposto di lettura" con Silvia Vecchini e Sualzo alla Biblioteca "Lame"; il gruppo di Castel San Pietro e il "Circolo Borges" con Licia Giaquinto alla Biblioteca "Borges"; il gruppo di lettura di Borgo Panigale con Laura Pariani nella sede provvisoria della Biblioteca di Borgo Panigale; il gruppo "Librando" con Bruno Arpaia alla Biblioteca "Casa di Khaoula". Per il programma completo si veda il blog:festivallettori.wordpress.com.

(2) Maria Luisa Vezzali, nata nel 1964, è poetessa, traduttrice e docente di materie letterarie al liceo. Tra le sue pubblicazioni: L'altra eternità, Modena, Edizioni del Laboratorio, 1987;Eleusi marina, in Poesia contemporanea. Terzo quaderno italiano, Milano, Guerini e Associati, 1992; lineamadre, Roma, Donzelli Editore, 2007. Come traduttrice ha curato per l'editore Crocetti Cartografie del silenzio (2000) e La guida nel labirinto (2011) della poetessa americana Adrienne Rich, e, per i tipi della Donzelli, Conoscenza della luce di Lorand Gaspar (2005).

(3) Il gruppo "LeggiAMO" è composto da: Milena Cavicchi, Beatrice De Leonibus, Rita Galbucci, Massimo Giannetto, Monica Graldi, Adriana Linaroli, Mara Tugnoli, Manuela Zucchi (per informazioni: leggiamo.poesia@gmail.com).

(4) M. L. Vezzali, fino alla fine, in Id., lineamadre, Roma, Donzelli Editore, 2007, pp. 47-48.

(5) Si veda, in proposito, il video dell'intervento di Maria Luisa Vezzali alla Biblioteca delle Donne di Bologna, il 27 ottobre 2011, in occasione della pubblicazione del libro di Adrienne Rich La guida nel labirintovimeo.com/32008260.

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