Rivista "IBC" XXI, 2013, 1
Dossier: Ospitiamo la cultura
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi, dossier /
Dal 1985 una città di due stati dell'Unione europea ogni anno - con l'eccezione del 2000, in cui le città furono nove, tra cui Bologna - diventa capitale della cultura per dodici mesi, duranti i quali ha la possibilità di mettere in luce la sua dimensione culturale, fatta di storia e attualità, di monumenti antichi e di vita che si dipana in ogni momento. Per quell'anno, la capitale culturale ha la possibilità di ampliare il proprio ruolo socioculturale e la sua valorizzazione internazionale, con una chiara ricaduta economica sul territorio.
Il 14 aprile 2012 Ravenna ha ospitato il convegno "Capitale europea della cultura. Quale modello per l'Italia e per l'Europa?", a cui sono stati invitati i rappresentanti delle città italiane che hanno espresso la volontà di candidarsi al titolo di "Capitale europea della cultura 2019": Amalfi, Bari, Bergamo, Brindisi, Carbonia, Catanzaro, L'Aquila, Lecce, Mantova, Matera, Palermo, Perugia e Assisi, Ravenna, Siena, Siracusa, Torino, Urbino, Venezia. Nel 2019, infatti, toccherà all'Italia e alla Bulgaria esprimere la loro capitale, e Ravenna è stata la prima città italiana, già nel 2007, a lanciare la propria candidatura.
Non è facile riassumere in poche frasi un percorso di candidatura a capitale europea della cultura; cercherò di farlo enucleandone alcuni aspetti, così da proporre una sintesi, spero, sufficientemente ordinata ed efficace.
21 febbraio 2007
È la data in cui il sindaco di Ravenna ha scritto al presidente del Parlamento europeo, al presidente della Commissione europea e al presidente del Consiglio italiano, per esprimere la volontà di candidatura. Siamo stati la prima città italiana a farlo. Quindi da oltre cinque anni lavoriamo alla candidatura e da cinque anni il 2019 è entrato nell'immaginario dei ravennati.
Sostenitori
La candidatura di Ravenna è sostenuta dalla Regione Emilia-Romagna e dalle principali città della Romagna, a cominciare da Rimini, Forlì, Cesena e Faenza. Presidente del comitato promotore è Sergio Zavoli. Il perimetro della candidatura è dunque romagnolo, con oltre 1 milione di cittadini potenzialmente coinvolti, 20 città a oggi attive nel percorso di candidatura e oltre 160 realtà organizzate che hanno formalizzato la loro adesione.
Relazioni europee
Il fatto di lavorare alla candidatura dal 2007 ci ha dato il tempo per costruire contatti e relazioni con molte città che sono state, sono e saranno capitali europee della cultura, e in particolare: Lille, Lussemburgo, Liverpool, Linz, Essen, Pécs, Istanbul, Turku, Tallin, Maribor, Guimarães, Marsiglia, Košice, Riga, Mons, San Sebastián.
Staff e collaboratori
A questo slancio verso l'Europa, ha corrisposto, nella definizione della struttura chiamata a operare per la nostra candidatura (staff operativo, comitato artistico organizzativo), la scelta strategica di avvalerci di energie, talenti, intelligenze e competenze della nostra città e del territorio romagnolo, privilegiando energie giovani da mettere al cimento e fare crescere nel percorso di candidatura, senza affidarci a consulenze esterne.
Obiettivi
Tra gli obiettivi fondamentali della nostra candidatura ci sono:
a) mostrare come una città antica, con una straordinaria eredità del passato, possa reinventarsi anche reinterpretando questa eredità, attraverso la produzione di nuova cultura e il rapporto con gli strumenti e le visioni della contemporaneità;
b) sviluppare azioni, proposte e progetti volti a superare arretratezze, forme di isolamento e di chiusura che caratterizzano generalmente la provincia e dunque anche la provincia ravennate. Ravenna, che 1600 anni fa è diventata capitale dell'Impero Romano d'Occidente perché isolata in mezzo alle acque, quindi inespugnabile, oggi vuole diventare capitale europea della cultura per uscire definitivamente da quell'isolamento;
c) proporre il nostro territorio in chiave positiva, ma non tanto come luogo del benessere economico individuale, quanto come modello, storicamente radicato, di coesione sociale e di azione cooperativa, e quindi come possibile risorsa e riferimento per l'intera Europa, specie in tempo di crisi;
d) avviare progetti di riqualificazione e rigenerazione in alcune aree urbane, a cominciare dalla Darsena di città (uno spazio di 140 ettari, tra il centro storico e il mare, tutto da ripensare);
e) promuovere un processo di rinnovamento culturale e di ricambio generazionale nelle funzioni dirigenti della nostra città.
Programma
L'elaborazione del nostro programma di candidatura procederà riempiendo di idee, suggestioni e progetti cinque macrocontenitori tematici che sono stati al centro di un ciclo di incontri organizzato tra novembre e dicembre 2011, e che abbiamo chiamato "Cinquetracce". Cinque macrotemi che parlano di Ravenna, ma anche di Europa:
a) "Di soglia in soglia": l'accoglienza, l'ospitalità, la diversità culturale, l'integrazione;
b) "La danza dei contrari": il conflitto, le contraddizioni, gli ossimori e il ruolo di mediazione dialettica e costruttiva svolto da arte e cultura;
c) "Verso il mare aperto": l'acqua, le rotte, le relazioni con l'esterno;
d) "Immaginare l'immaginario": la formazione dell'immaginario, l'infanzia, la creazione artistica, le nuove tecnologie;
e) "Trasformo, dunque siamo": la trasformazione, la cooperazione, il cambiamento fatto insieme.
2012
Durante l'intero anno passato, sono state realizzate molte iniziative:
a) un open call per idee, in modo da riempire di proposte i 5 macrotemi: sono stati attivati 28 working groups in tutta la Romagna, organizzati per settori (spettacolo-cinema, arti visive, musei-biblioteche, economia, infrastrutture, turismo, sport) con il coinvolgimento di oltre 300 persone.
b) azioni di accompagnamento al processo di open call: "prove tecniche di 2019", realizzate attraverso l'organizzazione o il sostegno di attività culturali particolarmente coerenti ed emblematiche rispetto allo spirito della candidatura, in particolare legate al dialogo con la contemporaneità;
c) il convegno del 14 aprile, aperto a tutte le città italiane che hanno espresso una volontà di candidatura: è stata una grande occasione di confronto, alla quale tenevamo molto perché vogliamo che tra le città candidate si sviluppi una competizione non solo franca e leale, ma, per così dire, "gentile", nell'interesse supremo del nostro paese.
2013 e oltre
L'anno in corso sarà invece dedicato, principalmente, alla stesura del dossier di candidatura, con il quale dovrà essere affrontata la fase di preselezione. Se questa fase verrà superata e si entrerà nella short list, ci si giocherà il titolo nel corso del 2014. In ogni caso, si può dire già ora che ne sarà valsa la pena, perché in questi anni si è messo in moto un meccanismo virtuoso che ha unito la città di Ravenna e le altre città della Romagna, coinvolgendo i cittadini e stimolando pensieri e progetti sul futuro. Credo che di tutto questo, anche se non si dovesse vincere, resteranno tracce importanti e un patrimonio di idee ed esperienze che potrà dare frutti negli anni a venire.
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