Rivista "IBC" XX, 2012, 2

Dossier: Le case delle parole - Viaggio nella Romagna dei poeti e degli scrittori

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi, dossier /

I luoghi della vita letteraria

Rosaria Campioni
[IBC]

"Gli archivi letterari e culturali hanno un senso se restano nei luoghi da cui sono nati e trovano il loro reale contesto", affermava Ezio Raimondi, discorrendo di archivi e vita letteraria, al convegno "Conservare il Novecento"; primo di una fortunata serie che continua, nell'ambito del Salone del restauro a Ferrara, con lo scopo precipuo di sensibilizzare i detentori e gli operatori circa la corretta conservazione, le migliori metodologie di trattamento e valorizzazione degli archivi culturali. "Diviene allora impossibile separare Moretti dal canale che si trova dinanzi alla sua casa, l'accento della sua poesia dal dialetto che risuona ancora, e non si identifica semplicemente con il colore locale", proseguiva acutamente Raimondi argomentando il senso profondo del decentramento, che "significa anche recuperare la vita della letteratura alla storia dei luoghi, per creare una sorta di provincia aperta".1

A differenza di altri enti che hanno favorito la concentrazione di archivi di persona e di aziende presso istituti talora appositamente creati, la Regione Emilia-Romagna, tramite l'Istituto per i beni culturali, ha operato la scelta di venire incontro al "policentrismo conservativo", interpretandolo come un segno di vitalità delle comunità locali.

La molteplicità dei luoghi e la pluralità degli enti che conservano fondi di scrittori, se da un lato costituiscono un'indubbia ricchezza del nostro territorio, dall'altro comportano alcune difficoltà sotto l'aspetto conservativo, gestionale e per quanto concerne la qualità dei servizi al pubblico.

Di là dalle specificità di carattere e di stile, occorre ricordare che lo scrittore moderno non opera in maniera isolata ma in un dialogo fertile con altri (scrittori, artisti, editori e operatori culturali), come testimoniano le numerose pubblicazioni di epistolari e carteggi apparse nell'ultimo ventennio. È quindi quanto mai opportuno descrivere tali complessi con l'impiego di standard e un'attenzione alle caratteristiche di esemplare, in modo da rendere disponibili in rete gli inventari e i cataloghi per consentire un accesso integrato all'utenza.

Da questo punto di vista, l'acquisizione di un fondo d'autore, nell'ambito di una biblioteca dedita soprattutto a servizi di pubblica lettura con una dotazione libraria corrente, può destare qualche preoccupazione: la descrizione dei vari materiali richiede il contributo di professionalità specialistiche e diverse. Nel corso del tempo, tuttavia, quasi sempre il fondo, una volta opportunamente trattato e descritto, si rivela una risorsa preziosa per la promozione della lettura, in particolare come fonte privilegiata per attività didattiche con le scuole.

Nelle case degli scrittori, oltre ai nodi teorici e pratici connaturati al trattamento dei complessi di persona conservati nelle biblioteche e negli archivi, si presentano problematiche specifiche, connesse all'esposizione e alle strategie di comunicazione per il pubblico. Le case degli scrittori, in altre parole, chiamano in campo vari saperi (letterari, biblioteconomici, archivistici, museografici) con l'obiettivo di comunicare al visitatore emozioni che stimolino la conoscenza di quel patrimonio ritenuto degno di memoria da parte della comunità. Secondo Maria Gregorio, che conosce bene le esperienze di altri paesi europei, esporre nelle case degli scrittori significa "creare un contesto espositivo in cui gli oggetti siano usati per dare corpo - mettere in scena - la relazione tra chi scrive, il suo ambiente umano e geografico e la sua opera, in primo luogo, e tra lo scrittore o la scrittura e la storia, la società, la tradizione".2

La fenomenologia delle case degli scrittori è alquanto variegata e tale diversità appare anche in un'area connotata da tratti comuni qual è quella romagnola: si va da Casa Moretti, che non solo conserva i suoi libri e le sue carte (accresciute in seguito con altri fondi documentari) ma anche i dipinti e l'insieme degli arredi che facilitano il contatto con la vita quotidiana dello scrittore di Cesenatico, a Casa Serra, che nel primo piano del palazzo di famiglia offre un percorso museale con opere d'arte dell'Ottocento e del Novecento insieme ad alcuni cimeli del critico letterario cesenate, le cui carte sono custodite presso la Biblioteca Malatestiana.

La costituzione, nel 2008, del comitato di coordinamento delle Case-museo dei poeti e degli scrittori di Romagna, voluta dai responsabili delle sette case illustrate in questo dossier, segna una svolta, in quanto esprime la chiara volontà di superare il rischio di isolamento, attraverso il confronto delle esperienze e l'elaborazione di progetti condivisi, e nel contempo l'intenzione di consolidare ed estendere il raggio d'azione, anche con la collaborazione dell'Istituto per i beni culturali. Si è aperta quindi una prospettiva di lavoro comune, che ha già dato buoni frutti - a cominciare dal CD La casa sa ch'io sono uno scrittore, fino alla realizzazione del portale attivato nel 2011 - e che continua a offrire una solida base per rendere più agevole e proficua la comprensione della vita letteraria legata a una terra generosa e ospitale.


Note

(1) E. Raimondi, Archivi e vita letteraria, in Conservare il Novecento. Convegno nazionale. Ferrara, Salone internazionale dell'arte del restauro, 25-26 marzo 2000. Atti, a cura di M. Messina e G. Zagra, Roma, Associazione italiana biblioteche, 2001, pp. 37-44: 41, 43.

(2) Conservare il Novecento: carte e libri in vetrina. Convegno. Ferrara, Salone internazionale dell'arte del restauro, 1 aprile 2011. Atti, a cura di G. Zagra, Roma, Associazione italiana biblioteche, 2012, pp. 17-24: 22.

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