Rivista "IBC" XIX, 2011, 4

Dossier: Storie di Risorgimento - L'Unità d'Italia vista dall'Emilia-Romagna

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Dove passa il treno: paesaggio, natura e vicende delle ferrovie

Piero Orlandi
[IBC]
Massimo Tozzi Fontana
[IBC]

L'indagine storica che ha portato alla realizzazione del volume dedicato alle Ferrovie dell'Emilia-Romagna nella collana "Immagini e documenti - 150 Unità d'Italia" dell'IBC, coinvolgendo un gruppo nutrito di persone, compendia una pluralità di punti di vista disciplinari su un tema che, pur presente nella quotidianità dei più, mostra suggestioni, spunti di approfondimento e offre occasioni di scoperta.1


Il paesaggio

Il viaggio sui treni regionali ha caratteri originali. Anzitutto non è mai notturno, perché è fatto soprattutto per lavoro o studio, e dunque si percorrono territori illuminati e ben visibili. Il paesaggio che vediamo è tra i più densi della regione, dal momento che attraversa cinque città capoluogo. Queste peculiarità fanno del finestrino del treno il fotogramma di un documentario sul paesaggio urbano, che ci dà conto delle principali trasformazioni urbanistiche delle aree ferroviarie e industriali un tempo servite dai binari.

È una specie di catalogo di architetture del Novecento, un attraversamento di quartieri residenziali della prima periferia ormai storicizzati, dove il treno arriva rallentando per l'entrata in città, ragione per cui la visione può attardarsi, lasciando cogliere anche i dettagli degli spazi esterni, di parchi e giardini, di strade e cortili, e perfino gli interni delle case. Questo sguardo sul retro, sul dentro, che la strada di solito non consente, è da sempre - e la storia dell'arte del Novecento, da Monet a Hopper ce lo conferma - il modo più emozionante di entrare in una città.


La storia

Ferrovia e industria hanno costituito nel tempo un binomio che solo lo sviluppo della motorizzazione privata e della rete stradale degli anni seguenti il 1950 ha separato. Le vicende relative alle infrastrutture emiliano-romagnole rappresentano un'efficace sintesi dell'evoluzione sociale, politica, economica e culturale della regione, tanto prima quanto dopo il 1950. I traffici commerciali generati da un'agricoltura diversificata, l'avvio dei processi di industrializzazione originati dalla trasformazione dei prodotti coltivati, il consolidamento del tessuto di piccole e medie imprese e la loro organizzazione nei distretti, rappresentano nel nostro caso un esempio di evidente interazione tra territorio e sistemi di trasporto.

Nel caso emiliano-romagnolo, oggi come ieri, è di grande importanza la rete ferroviaria secondaria, costruita per collegare le linee principali, ultimate negli anni dopo l'Unità, con i centri urbani esclusi dai tracciati esistenti, e per estendere le comunicazioni alle aree economicamente attive.


La cartografia

L'analisi cartografica mira a illustrare i rapporti tra le linee ferroviarie e i centri abitati da esse toccati, al fine di verificare le conseguenze sullo sviluppo e sulla collocazione dell'edificato e della viabilità, dalla condizione preesistente o coeva al posizionamento dei binari, a quella di cent'anni e oltre più tardi.

L'analisi è stata limitata a pochi strumenti: quasi esclusivamente la topografia dell'Istituto geografico militare alla scala di 1 a 25.000, dal primo impianto di fine Ottocento ai successivi aggiornamenti; le riprese aeree storiche, ovvero quelle effettuate dal medesimo Istituto sull'Emilia-Romagna fra il 1931 e il 1937 e le fotografie scattate dalla Royal Air Force negli anni 1944-1945; inoltre le attuali topografie della Carta tecnica regionale multiscala e qualche immagine dal volo regionale del 2008.

Ci si è attenuti semplicemente allo strumento cartografico per quello che fa vedere, senza alcun altro apporto, se non i più essenziali dati demografici. Si sono cercati esempi distribuiti su tutte le linee della società Ferrovie Emilia-Romagna, partendo dal capoluogo regionale e poi da oriente verso occidente.


La natura

La diversità biologica si distribuisce nel territorio secondo modalità che sono note nei suoi meccanismi generali ma che, nelle loro possibilità pressoché infinite, sono occasione di continua meraviglia. Per conoscere questa biodiversità è necessario esplorare anche ambienti che possono apparire di scarso interesse in quanto completamente determinati dalle attività umane, come è il caso degli ambienti ferroviari.

L'indagine sulla flora che vive in questi ambienti è - né poteva essere diversamente - del tutto preliminare, essendo stata svolta nel breve volgere di un paio di mesi, per di più in quelli più caldi e aridi. Ma l'occasione è stata importante, trattandosi di un'impresa tra le prime di questo genere in Italia. L'ambiente ferroviario, infatti, è poco ospitale a causa del suolo povero, del microclima caratterizzato da aridità elevata ed escursioni termiche elevatissime, dell'uso di diserbanti.

Nel corso dell'indagine è stata abbozzata una prima anatomia degli ambienti ferroviari, dalle siepi perimetrali alle pensiline e ai marciapiedi, fino alle piattaforme di ghiaie delle stazioni. In questo complesso di ambienti sono state rilevate quasi 300 specie vegetali diverse; un numero piuttosto elevato e per certi versi sorprendente. Tra queste, alcune sono state rilevate in una sola area; altre invece sono diffusissime e in forte espansione.


Nota

(1) Ferrovie dell'Emilia-Romagna. Paesaggio, natura e storia, a cura di P. Orlandi e M. Tozzi Fontana, Bologna, Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna - Editrice Compositori, 2011. Hanno collaborato con i loro testi: Alessandro Alessandrini, Enrico Chirigu, Villiam Morelli, Piero Orlandi, Mauro Pellizzari, Stefano Pezzoli, Massimo Tozzi Fontana; e con le loro fotografie: Matilde Piazzi, Riccardo Vlahov.

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