Rivista "IBC" XIX, 2011, 3
musei e beni culturali / convegni e seminari, pubblicazioni
Abusato topos retorico a giustificazione di una recensione ritardata è l'inalterata attualità di un testo. Ma nel caso della pubblicazione in questione, Vesuviana. Archeologie a confronto. Atti del Convegno Internazionale. Bologna, 14-16 gennaio 2008, questo inevitabile escamotage risulta perfettamente credibile, sia per il carattere a forte impronta metodologica della maggior parte degli scritti raccolti nel volume, sia perché l'oggetto della ricerca largamente prevalente, come risulta dallo stesso titolo, si concentra sul nostro sito archeologico più internazionalmente famoso, Pompei.
Una notorietà dipendente dalla straordinaria importanza culturale di quest'area archeologica, ma, come anche questa rivista ha sottolineato [M. P. Guermandi, Pompei o lo specchio della Medusa, "IBC", XVIII, 2010, 4, pp. 26-28, ndr], anche dalle vicende recenti e recentissime che, nel bene e nel male, l'hanno trasformata nel simbolo stesso della gestione del nostro patrimonio culturale. Se gli eventi dei crolli dello scorso novembre hanno sottolineato impietosamente le lacune e la sostanziale incapacità attuale a tutelare e, per conseguenza, a valorizzare Pompei e l'insieme dei siti dell'area flegrea, le attività di cui Vesuviana rende analiticamente conto ci restituiscono una qualche speranza per un diverso destino.
Gli studi raccolti nel corposo volume a cura di Antonella Coralini, infatti, costituiscono il risultato di un convegno internazionale il cui obiettivo principale era l'illustrazione di un programma di ricerche avviato nel 1997 dal Dipartimento di archeologia dell'Università di Bologna e concentrato su due esperienze, a Pompei ed Ercolano, che hanno posto l'accento su di una forte integrazione dell'analisi archeologica con quella di altre discipline (dall'informatica alla chimica, dall'architettura alle scienze del restauro) e sugli aspetti didattici e comunicativi.
Per questo, l'iniziativa del convegno si è poi allargata a comprendere una serie di esperienze realizzate in altri siti (da Roma all'Emilia-Romagna) che nel loro insieme costituiscono una riflessione ampliata sulle metodologie archeologiche. Proprio per sottolinearne la specificità e le diversità, queste metodologie sono state raggruppate nei tre filoni in cui la disciplina può essere suddivisa da Ginouvès in poi: archeologie - archeometrie - archeografie, ovvero le archeoscienze a cui è dedicata la parte seconda del volume.
Questa la tassonomia macroscopica, ma, come la curatrice sottolinea in premessa, in realtà gli interventi del volume si richiamano l'un l'altro ben al di là delle partizioni in cui sono giocoforza assegnati, e costituiscono, nel loro insieme, un sistema complesso di relazioni transdisciplinari. Se, con le semplificazioni inevitabili che poche righe di commento comportano, il nucleo tematico essenziale su cui agiscono i meccanismi della ricerca scientifica può essere riassunto nella "cultura dell'abitare nel mondo romano", il vero fil rouge che collega carsicamente i testi del volume è la riflessione allargata sul rapporto con l'antico e sul ruolo che la disciplina archeologica assume in questa interazione ambigua e pur così determinante rispetto al nostro presente.
Grazie a quest'ampiezza, non solo quantitativa, di orizzonte, in Vesuviana sono illustrate, da Paola Giovetti, anche le esperienze del Museo civico archeologico di Bologna in ambito informatico e, da Fiamma Lenzi, il progetto "ROMIT", finanziato dalla comunità europea, con cui l'Istituto per i beni culturali della Regione Emilia-Romagna ha costituito un sistema informativo sul patrimonio culturale di epoca romana, consultabile dal suo sito (www.ibc.regione.emilia-romagna.it).
Ma tornando a Pompei, le notizie di oggi ci restituiscono un quadro di enorme difficoltà, se non proprio di degrado, a cui il sito archeologico è ormai consegnato da alcuni anni e che le avventurose scorciatoie determinate dai commissariamenti di Protezione civile (2008-2010) hanno di fatto aggravato. Ebbene, l'universo disegnato dall'insieme degli studi di Vesuviana, che rimanda alle logiche razionali, ma tutt'altro che asettiche, del rigore scientifico, è solo apparentemente lontano dal tumulto della cronaca: al contrario, nella passione e nel metodo, questi studi molto hanno da insegnare a un diverso, più maturo ed evoluto rapporto che dobbiamo acquisire nei confronti del nostro patrimonio culturale. Prima che si sbricioli definitivamente.
Vesuviana. Archeologie a confronto. Atti del Convegno Internazionale. Bologna, 14-16 gennaio 2008, a cura di A. Coralini, Bologna, Ante Quem, 2009, 894 pagine, 90,00 euro.
Azioni sul documento