Rivista "IBC" XIX, 2011, 2
biblioteche e archivi / pubblicazioni
Mala tempora currunt? Nell'epoca dei drastici tagli ai fondi destinati alla cultura non può che suscitare scalpore e ammirazione l'uscita del secondo numero di "In BUB", rivista/collana della Biblioteca Universitaria di Bologna (BUB), che ha il duplice obiettivo di proporre "ricerche e cataloghi sui fondi della Biblioteca". Se da un lato ciò dimostra la tenacia con cui la direzione e lo staff dei bibliotecari credono nel progetto, d'altra parte evidenzia come siano ancora assolutamente attuali e vivaci la volontà e la capacità di catalizzare significative iniziative di ricerca in questo istituto di conservazione, tra i più illustri a livello internazionale.
Ed è possibile cogliere quest'ultimo aspetto già dalla "vetrina" del volume, rappresentata dalla rubrica iniziale "Codici e rari", che propone diversi articoli e contributi di studio dedicati a un cimelio tra i più preziosi della biblioteca, il codice 3632. Si tratta di un manoscritto greco del XV secolo "senza pari", per usare l'espressione di Luigi Ferdinando Marsili, l'antico possessore, che lo donò, insieme alla propria collezione, alla allora Biblioteca dell'Accademia delle Scienze. Ma, come avverte Chiara Faraggiana di Sarzana nell'articolo introduttivo, il valore e il pregio del codice non sono dovuti tanto alle qualità formali, quanto al contenuto: vero "scrigno di sapere scientifico", questo Iatrosophion fu compilato da un medico bizantino a Costantinopoli negli anni precedenti la presa della città; finì poi nella biblioteca del sultano Mustafà I e da lì, attraverso un'acquisizione avventurosa, giunse a Bologna.
I contributi proposti nel volume evidenziano un lavoro di ricerca significativo: vengono infatti esposti i risultati e le prospettive di un work in progress complesso e articolato, in quanto - in coerenza con le attuali modalità di approccio allo studio dei beni culturali - viene prevista la convergenza di diverse prospettive di analisi (umanistica e scientifica) e, nella fattispecie, con l'intervento di diverse istituzioni. Emergono, per lo spessore della ricerca, i lavori di Angelo Bernasconi e Francesca Marchetti, coordinati dalla bizantinista Chiara Faraggiana di Sarzana (Facoltà di conservazione dei beni culturali di Ravenna): questi studiosi da tempo si cimentano sul codice per disvelarne gli aspetti di contenuto epistemologico e iconografico. Di interesse, altresì, i risultati del lavoro di Pietro Baraldi (Università di Modena e Reggio Emilia), che attraverso le indagini in microscopia Raman ha messo in luce notevoli informazioni sui pigmenti utilizzati per l'apparato decorativo. Ancora affascinante la scheda relativa al recente intervento di restauro operato sul codice.
Alla sezione dedicata al cimelio bizantino fa seguito un importante contributo di Maria Pia Torricelli, che nel compiere, attraverso la ricerca archivistica, uno studio sulle biblioteche scientifiche dell'Università a cavallo tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento, di fatto ricostruisce una preziosa pagina di storia culturale bolognese: è quella che emerge dalla disincantata lettura dei rapporti tra bibliotecari e professori, e quindi tra biblioteche e strutture universitarie, nella gestione dei libri e nell'interpretazione della propria funzione alla luce dei regolamenti governativi che si avvicendarono in quel periodo.
La seconda parte del volume incarna l'altra mission della collana/rivista, ossia la pubblicazione di cataloghi di opere possedute dall'Universitaria: vengono, in particolare, riproposti tre cataloghi relativi a mostre tenutesi tra il 2006 e il 2008, dedicate rispettivamente ai volumi illustrati dalle collezioni di Ulisse Aldrovandi, alla rappresentazione dell'amore nei libri e nei manoscritti posseduti dalla Biblioteca e alla tipografia d'arte e all'arte nella tipografia, con un'ampia selezione di incisioni, di stampe e di legature artistiche di eccezionale valore. I tre cataloghi, realizzati a più mani, propongono, accanto alle descrizioni bibliografiche degli oggetti che furono esposti, un importante corredo di didascalie.
In chiusura, merita attenzione l'articolo di Biancastella Antonino dedicato a un antico direttore della BUB, Olindo Guerrini: a conclusione dell'anno crociano, infatti, appare ben opportuno l'inserimento di un contributo dedicato all'autore di quel felice saggio biobibliografico su Giulio Cesare Croce uscito per Zanichelli nel 1879 e tuttora per certi versi ineguagliato (era il saggio che il giovane Olindo utilizzò come titolo per l'assunzione alla Biblioteca Universitaria).
In complesso, così come il precedente, anche questo numero 2 è un volume ben riuscito, curato tipograficamente e impreziosito da un coraggioso apparato di immagini. Una lettura raccomandabilissima, insomma, che magari può essere una consolazione, in attesa di una nuova stagione in cui la cultura (per dirla con Dante) possa alzare le proprie vele "per correr miglior acque".
In BUB. Ricerche e cataloghi sui fondi della Biblioteca Universitaria di Bologna, a cura di B. Antonino, con la collaborazione di P. Moscatelli, Argelato (Bologna), Minerva Edizioni, 2010 ("In BUB", 2), 239 pagine, 25,00 euro.
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