Rivista "IBC" XIX, 2011, 2
musei e beni culturali / didattica, pubblicazioni
Una involontaria coincidenza lega tra loro i tre libri di cui si dirà. I primi due, Le forme e i segreti del ritratto e Anche i quadri si ammalano, curati da Nunzia Lanzetta per l'Ufficio servizi educativi della Galleria Estense di Modena, sono andati in stampa proprio quando giungeva al culmine la vicenda che Tomaso Montanari ha raccontato nel terzo, intitolato con una domanda piuttosto indiscreta: A cosa serve Michelangelo? Nessun legame diretto tra questo volume e i primi due, se non quello che si può percepire leggendoli di traverso, mettendoli in fila uno accanto all'altro.
La storia raccontata da Montanari, combattivo docente di Storia dell'arte moderna all'Università di Napoli "Federico II", ha come protagonista un piccolo crocifisso scolpito in legno nella Firenze di fine Quattrocento. Un oggetto devozionale di pregevole fattura, che ha attraversato i secoli in silenzio, finché un giorno del 2004, all'improvviso, qualcuno ha deciso che era stato creato dalle mani del giovane Michelangelo. Per l'antiquario che lo possiede, e che lo ha reperito sul mercato come un anonimo crocifisso rinascimentale, si tratta di una vera fortuna. Ma è solo il primo colpo di scena di una vicenda paradossale, che secondo Montanari è una metafora perfetta del miserabile destino riservato all'arte, e alla storia dell'arte, nell'Italia di oggi.
Dopo quella "scoperta", infatti, succede di tutto. Si allestiscono una mostra e un catalogo decisamente compiacenti verso l'antiquario e l'attribuzione a lui così propizia. Fallisce il tentativo di vendere il crocifisso a una fondazione bancaria, insospettita dall'eccessivo ribasso sul prezzo di partenza. Riesce invece la vendita allo Stato italiano, che, in barba ai tagli ferali al bilancio della cultura, sborsa più di 3 milioni di euro per un'opera che "potrebbe essere" di Michelangelo. E poi comincia un tour espositivo che, da Milano a Trapani, trasforma il Cristo in una superstar della fede, simbolo muto del patto di potere che unisce uomini di chiesa e di governo. Finché i soliti "sovversivi" (Corte dei Conti, Procura della Repubblica e Carabinieri) non rompono l'incantesimo, aprendo altrettante indagini su un esborso di denaro pubblico che, come minimo, si potrebbe definire incauto.
Tutto questo, denuncia amaramente Montanari, nel silenzio degli storici dell'arte. Qualcuno, a un certo punto, lo ha anche scritto che quel crocifisso non sarebbe affatto un'opera di Michelangelo, ma la comunità degli studiosi, nel suo insieme, non è stata capace di fare scudo contro l'ennesima operazione di immagine di un governo che cerca ansiosamente "capolavori unici" (meglio se piccoli e facilmente movimentabili; meglio ancora se incensabili) per far dimenticare i crolli provocati nel nostro patrimonio e nella nostra fiducia. Come uscirne, conclude l'autore del pamphlet? Lottando contro l'analfabetismo figurativo che rende cieche le generazioni da cui proviene la nostra classe dirigente. Occorre, insomma, insegnare il linguaggio del patrimonio a ogni nuova generazione.
È qui che saltano agli occhi i due libri provenienti da Modena, con i loro colori vivaci, i loro testi agevoli e la loro grafica attraente (merito di Elisa De Benedetti, Silvia Ruggeri, Francesca Agostini e Stefano Ascari, coordinati da Isabella Pedrazzi di Intersezione). La collana della Soprintendenza per il patrimonio storico e artistico era nata nel 2007, con un quaderno dedicato a Vermeer e ai pittori di Delft, raccontati ai ragazzi anche con l'aiuto di una serie di figurine adesive da incollare all'interno. Con lo stesso linguaggio chiaro e facilmente leggibile, le due puntate successive hanno risposto a due domande fondamentali per avvicinarsi a un quadro in modo consapevole: come è fatto un dipinto, e come si difende dai danni causati dal tempo? Come nasce e come si legge uno dei generi più diffusi, come quello del ritratto? Una pagina dopo l'altra si imparano tante cose, e lo si fa sorridendo.
Libri di questo tipo contribuiscono in modo concreto a quella storia dell'arte, che secondo Roberto Longhi, "ogni italiano dovrebbe imparar da bambino come una lingua viva, se vuole aver coscienza intera della propria nazione". Naturalmente, a causa dei tagli, la collana, già sostenuta dalla Fondazione Cassa di risparmio di Modena, si è fermata nel 2008. Quell'anno, in effetti, il Ministero per i beni culturali del poeta Bondi aveva altre croci a cui pensare. Il bello è proprio questo: l'acquisto del Cristo "similmichelangiolesco" e la realizzazione dei volumi curati dalla Galleria Estense portano lo stesso marchio istituzionale. La domanda da fare al nuovo ministro è: quale dei due investimenti, alla fine dei conti, sarà stato più fruttuoso?
T. Montanari, A cosa serve Michelangelo?, Torino, Einaudi, 2011, 129 pagine, 10,00 euro; Le forme e i segreti del ritratto, a cura di N. Lanzetta, Cinisello Balsamo (Milano), Silvana Editoriale, 2008, 36 pagine, 12,00 euro; Anche i quadri si ammalano, a cura di N. Lanzetta, Savignano sul Panaro (Modena), Grandi e Grandi Editori, 2008, 36 pagine, 12,00 euro.
Azioni sul documento