Rivista "IBC" XVIII, 2010, 3
biblioteche e archivi / storie e personaggi
Unanime il cordoglio per l'improvvisa morte di Anna Rosa Gentilini, direttrice della Biblioteca comunale Manfrediana di Faenza (Ravenna) dal 1983. La grande e commossa partecipazione alle esequie da parte di colleghi, amici e tanti cittadini comuni, ha testimoniato quanto la cultura, la competenza, la sensibilità e l'umanità di Anna Rosa fossero riconosciute e apprezzate in una cerchia compresa tra gli addetti ai lavori e gli utenti di una istituzione di cui è stata, per quasi un trentennio, anima e motore. L'ultimo grande, sentito, abbraccio alla professionista preparata e combattiva, e alla donna provata da personali dolorose vicende, è stato corale e commosso.
Parallelamente alla conduzione della biblioteca, Anna Rosa Gentilini ha mostrato originali capacità di studiosa che, a partire da un brillante cursus studiorum umanistico, corroborato da specializzazioni biblioteconomiche, si sono dispiegate in oltre 150 titoli, passando dall'esegesi di biblioteche storiche (ricordiamo tra le altre: Bibliotheca botanica. Erbario e libri dal Cinquecento al Settecento del naturalista Lodovico Caldesi (1821-1884) e La biblioteca comunale di Faenza. La fabbrica e i fondi) a incursioni, assai documentate, nel mondo della produzione delle immagini, da quelle delle carte "povere" dei soldatini della collezione Donati, a quelle della stamperia Archi (Incisori per gli Archi. Prime ricerche su stampe sciolte e apparati illustrativi della calcografia archiana), per finire ai fogli prestigiosi della collezione Sabbatani.
Lo studio delle stampe di quest'ultima collezione - giunta in Biblioteca grazie all'incontro tra la munifica volontà degli eredi Sabbatani e la determinazione della direttrice - è stato l'occasione di un lavoro comune con Anna: sodale preziosa, tenace nelle ricerche, acuta e raffinata nelle ipotesi interpretative, attenta all'esito pubblico del lavoro e, contemporaneamente, disponibile ai rapporti umani, coltivati con sensibilità e delicatezza, nel lampeggiare di ironie frequenti, quanto improvvise, sorta di medicamento per le tante ferite che la vita non le aveva certo risparmiato. Il nostro è stato un incontro istituzionale che, da subito, ha rotto gli argini dei formalismi, impraticabili da parte di una persona di tanta intelligenza e curiosità. I viaggi, la poesia e il confronto sui tanti interrogativi che suscita l'alchemica produzione calcografica, uniti alla comune vocazione pubblica del fare, non sono stati che il tessuto connettivo di un incontro di lavoro che si è trasformato in amicizia.
Abbiamo intensamente lavorato per quasi un anno, fino alla pubblicazione di un volume della collana "IBC Immagini e documenti" (La collezione Sabbatani. Capolavori della storia dell'incisione), edito nel 2002 in occasione di una grande mostra allestita a Faenza negli spazi della Galleria comunale. Da quell'incontro si è avviata una consuetudine, magari rarefatta nel tempo ma mai scialbata di contenuto, fatta di telefonate, di conversazioni apparentemente leggere. Contavamo di ritrovarci al ritorno dal suo ultimo viaggio in Brasile per incontrare l'amato figlio Fabio e la futura nuora: un altro importante progetto comune, il recupero informatizzato dell'intero catalogo delle incisioni della Biblioteca (attuato con finanziamenti della Legge regionale n. 42 del 1983), ci consentiva una nuova frequentazione ravvicinata. Non c'è stato tempo per risentirsi, e il giorno delle sue esequie, per una coincidenza che oggi non sembra più casuale, corrispondeva a quello fissato per la prova tecnica di catalogazione necessaria all'avvio del progetto. Il prossimo anno potremo presentare al pubblico i frutti di questa attività, che dedicheremo ad Anna, con sincero rimpianto per la sua scomparsa.
Le commemorazioni funebri dell'1 giugno hanno reso, con amorevole attenzione, il profilo umano e culturale di questa donna coraggiosa, protagonista di molte battaglie, pubbliche e private, combattute in solitudine, con sofferenza. È stata una direttrice di alto profilo etico e politico, capace di difendere e valorizzare il patrimonio culturale della Biblioteca Manfrediana attraverso azioni tese a preservarne l'integrità nel più vasto accesso possibile, compito non facile oggi, ma nemmeno ieri. L'apertura, nell'ottobre del 2009, della Biblioteca rinnovata, è da considerarsi una sua personale e sofferta vittoria, non traguardo definitivo, ma, come più volte ella ha sottolineato, avvio e indicazione di un più vasto percorso di recupero dell'intero complesso. Nel sito della Biblioteca i colleghi la ricordano con un sintetico e affettuoso saluto (www.racine.ra.it/manfrediana): non è per mancanza di parole, ma per rispetto del loro significato più vero. È un saluto antiretorico per una donna che ha sempre rifuggito tutto ciò che non era autentico. E anche noi dell'IBC le rivolgiamo un affettuoso e sentito: "Ciao, Anna. Grazie. Ci mancherai".
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