Rivista "IBC" XVIII, 2010, 3
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Già dal titolo, Le pievi medievali bolognesi (secoli VIII-XV) si presenta come un punto di riferimento per gli studi sul territorio dell'intera provincia di Bologna: del resto gli autori, Paola Foschi, Renzo Zagnoni, Paola Porta, il curatore Lorenzo Paolini, e l'ente promotore, l'Istituto per la storia della Chiesa di Bologna, hanno alle spalle numerosi lavori specifici sulle fonti, la storia, le istituzioni e l'insediamento del territorio bolognese lungo tutto l'arco dell'epoca medievale. Le promesse vengono mantenute nelle 556 pagine del volume, a partire dall'introduzione di Paolini che riassume e puntualizza i principali filoni storiografici relativi alle pievi (non solo come istituzioni, ma pure come centri demici e sociali, quindi come punti importanti di storia del territorio) e conclude con un confronto che proietta il "campione bolognese" come esempio per verificare le posizioni storiografiche attuali.
Questo confronto nasce naturalmente dalle analisi più specifiche sulle pievi e la loro documentazione: Foschi e Zagnoni, rispettivamente per le pievi di pianura e per quelle della montagna e della collina, analizzano il fenomeno nei suoi diversi aspetti, sintetizzando studi che vanno ben oltre il presente lavoro. Così sono affrontati, con dovizia e conoscenza profonde: le fonti e la loro complessa situazione; l'origine del sistema e la sua diffusione capillare, che si afferma tra VIII e X secolo; le attribuzioni da rifiutare anche se autorevoli o antiche; la tipologia, le dedicazioni, il personale (canonici, vicari, la vita comune del clero, eccetera) e l'attività di questi importanti centri rurali, in particolare la cura delle anime, l'educazione religiosa e gli uffici funerari; il territorio di competenza, i possessi, i diritti e la loro gestione, e da qui il rapporto coi potenti locali, soprattutto in relazione all'autonomia del clero locale e delle cappelle, chiese e ospitali, dipendenti e privati, presenti nel pievato; fino alla decadenza e alla crisi, dal secolo XIV.
Segue il lungo e denso saggio di Paola Porta su Architettura, arte e apparati liturgici: un'analisi dei materiali lapidei, artistici e funzionali della pieve bolognese, dall'architettura alle lapidi, a colonne, mense e transenne, senza dimenticare le fonti più diverse, dal materiale di costruzione (il mattone romano reimpiegato o l'arenaria sbozzata) alla documentazione d'archivio, fino ai diversi interventi riscontrabili, non ultimi i restauri più o meno recenti che tanti equivoci portano nella lettura di monumenti anche famosi.
L'ultima e più corposa parte è anche quella che interesserà il lettore più semplice e appassionato, che immediatamente andrà a cercare tra le schede la sua chiesa parrocchiale, o quella che l'ha colpito durante una gita domenicale: le 51 singole schede sono dei piccoli saggi che forniscono documentazione e critica di ciascuna pieve. Una menzione particolare merita il lavoro sulla cattedrale di San Pietro: per la prima volta la chiesa principale della diocesi viene analizzata nel suo ruolo di pieve urbana, permettendo non solo di collocarla in relazione alle altre pievi, e quindi di fornire un quadro esaustivo della copertura diocesana nella cura delle anime, ma anche di analizzarne la struttura e la vita a prescindere dagli aspetti canonici, politici, ecclesiastici e civili: per farne ancora di più, nella condivisione delle funzioni, la chiesa madre della città.
P. Foschi, P. Porta, R. Zagnoni, Le pievi medievali bolognesi (secoli VIII-XV). Storia e arte, a cura di L. Paolini, Bologna, Bononia University Press, 2009, 556 pagine, 50,00 euro.
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