Rivista "IBC" XVII, 2009, 4

Dossier: Insieme 'in re publica' - Federalismo e beni culturali

musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi, dossier /

Porre a sistema

Mario Resca
[direttore generale per la Valorizzazione del patrimonio culturale, Ministero per i beni e le attività culturali]

Il nostro Paese ha visto, negli ultimi anni, una profonda modificazione nell'ambito del riconoscimento delle autonomie territoriali, anche in relazione alla valorizzazione del patrimonio culturale. Questi provvedimenti, che fanno capo alle modifiche della Costituzione italiana in tema di federalismo attuate già dal 2001, fino alle recenti leggi in ambito fiscale, potranno diventare una risorsa nell'invertire il trend negativo finora registrato, e fare della cultura italiana uno strumento di rilancio economico della nazione, come è nelle intenzioni governative.

La Costituzione italiana (all'articolo 9, comma 2) attribuisce allo Stato la tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico, come pure la formulazione di indirizzi di politica culturale. In tal senso è innegabile lo stretto rapporto che intercorre, storicamente, tra il patrimonio e le realtà del territorio. Le situazioni locali, con il loro infinito sfaccettarsi di musei, di complessi monumentali, di siti archeologici, di residenze storiche, di paesaggi, di archivi, di biblioteche, vivono quotidianamente di cooperazione e azioni sinergiche tra il governo, gli enti territoriali e i privati che, a vario titolo, operano nel settore, nell'accezione di "valore culturale complessivo" di cui si compone il nostro Paese.

Lo sviluppo della nazione deve necessariamente prescindere dalle singole realtà che possano farsi parte attiva e rendersi interpreti di esigenze e situazioni peculiari, rappresentando un volano per il turismo culturale e favorendo le molteplici potenzialità locali, anche nella capacità di generare relazioni di prossimità. A queste realtà pertiene altresì il compito di validare proficue strategie di crescita sociale, culturale ed economica del Paese, intraprendendo concrete attività di progresso e di sviluppo. È pertanto necessario superare i "particolarismi locali", le discrasie di carattere economico e culturale tra le varie Regioni, e impegnarsi a valorizzare, con lungimiranza, le inestimabili ricchezze del nostro Paese, a cui tutto il mondo guarda con ammirazione. In particolare appare necessario avviare e sostenere importanti investimenti nel Mezzogiorno, inesauribile scrigno di risorse ancora in larga parte da promuovere, comunicare e diffondere.

L'identità della nostra cultura e del nostro patrimonio è costituita proprio dalle infinite sfumature che il territorio, con la sua storia ampia e policroma, ha saputo nel tempo costruire. Compito del Ministero per i beni e le attività culturali è tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio nazionale, che abbiamo l'orgoglio di custodire e condividere con il nostro popolo e con gli altri popoli. È nel perseguire questo comune ideale che possiamo assolvere a un ufficio tanto prestigioso. La tutela e la valorizzazione sono, di fatto, aspetti complementari. Tutelando il nostro patrimonio oggi, potremo trasmetterlo, domani, alle future generazioni. Dobbiamo quindi condurre un numero sempre maggiore di persone a godere di questo valore, a beneficio della conoscenza e della partecipazione, incentivando la politica dell'accoglienza, mettendo il visitatore al centro della nostra attenzione, fornendogli la qualità dei servizi.

L'impegno che ci attende richiede certamente operazioni dinamiche e coraggiose, né si può ritenere che, nell'ottica del federalismo, lo Stato perda il suo ruolo preminente di responsabilità e di coordinamento. Non si vuole infatti "delegare", né "porre in essere" la funzione centrale dello Stato, bensì, nel processo di globalizzazione - promessa di maggiore libertà e benessere per i cittadini del mondo - trovare il modo di "fare sistema", nella finalità primaria di ampliare l'indotto turistico e reperire "un modello di equilibrio che rispecchi l'autonomia e la libertà municipale, la stessa che ha creato la bellezza e le città d'arte in Italia", come ha sottolineato il ministro Bondi. Il settore turistico è infatti ambito produttivo "trasversale", connesso a forti eterogeneità che coinvolgono tutti gli aspetti dell'economia.

Per questo appare necessaria anche la cooperazione tra pubblico e privato, nell'esigenza di favorire l'iniziativa di chi ritiene di investire nella cultura, attuando politiche di defiscalizzazione, avviando un piano strategico nazionale di promozione e incremento del settore dei beni culturali. Si intende, pertanto, sviluppare una strategia di valorizzazione integrata, al fine di arricchire l'offerta attraverso il miglioramento e il potenziamento delle strutture esistenti sul territorio. Un progetto ampio e articolato, che non potrà prescindere dalla salvaguardia e dalla conservazione dei valori storico-artistici della nostra nazione, a ragione intesi, per vastità, capillarità e importanza, come patrimonio dell'intera umanità.

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