Rivista "IBC" XVII, 2009, 3
musei e beni culturali, territorio e beni architettonici-ambientali, biblioteche e archivi / immagini, didattica, progetti e realizzazioni
"Osservatorio Reggio Emilia" è un progetto universitario che nasce nel contesto delle attività di Relabtv - Laboratorio di produzione audiovisiva del Dipartimento di scienze sociali cognitive e quantitative dell'Università di Modena e Reggio Emilia (www.osservatorioreggioemilia.org). Il progetto parte dalla convinzione che le fonti audiovisive siano elementi fondamentali per lo studio delle trasformazioni sociali di un territorio, e dalla consapevolezza che queste fonti siano soggette a forte dispersione e a inevitabile distruzione, se non si agisce in fretta.
In primo luogo occorre considerare che il patrimonio audiovisivo è per la maggior parte costituito da beni "effimeri", produzioni inedite e private, la cui esistenza non è censita, né registrata, né tracciata. Fuori dall'ufficialità del cinema dei professionisti, nei documenti filmici che la società ha prodotto è stata impressionata la memoria visiva dei luoghi: in questi documenti si trovano le testimonianze di come gli individui e i gruppi si autorappresentano, nonché tracce di avvenimenti, abitudini, modi di vivere e comportarsi, soprattutto in occasioni rituali. Per queste ragioni, buona parte degli sforzi che si stanno compiendo vanno prima di tutto nella direzione del recupero fisico e della salvaguardia delle immagini in movimento.
Nel 2008, attraverso il bando "Cinema di Famiglia", un'iniziativa realizzata con l'associazione Home Movies - Archivio nazionale del film di famiglia, ci si è rivolti alla popolazione di Reggio Emilia e provincia, per censire e digitalizzare le pellicole presenti nel territorio. L'appello è stato rivolto al recupero dei film in pellicola, prima dell'avvento della tecnologia video. Film di famiglia, film di cineamatori, documentari o fiction, realizzati singolarmente e nel contesto di gruppi, associazioni, istituzioni.
Il giacimento di pellicole raccolte è assai consistente, più di mille bobine per un totale di oltre centocinquanta ore di film, principalmente nei formati 8 millimetri, Super8 e 16 millimetri. Circa ottanta le famiglie coinvolte, con numerosi casi, anche sorprendenti, di archivi non legati direttamente alla cerchia famigliare. Così, tra i fondi di particolare rilevanza storica, ci sono i film di don Artemio Zanni, il prete di Felina che ha documentato la vita dei "bimbi di Casa nostra", il centro per orfani e disagiati che lui stesso fondò e gestì per decenni: una preziosissima testimonianza della storia di una comunità degli Appennini.
Un obiettivo notevole è stato raggiunto con il coinvolgimento, nel progetto, di istituzioni che già conservano collezioni audiovisive di rilievo nei propri archivi, al momento non accessibili. Così sono state avviate collaborazioni con la Biblioteca "Panizzi" (per il recupero dell'importante fondo dei film di Franco Cigarini, la cui personalità di filmmaker è oggi tutta da riscoprire) e con l'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea in provincia di Reggio Emilia, in possesso di pellicole che documentano la storia politica locale. Il passo successivo è la catalogazione dei film digitalizzati, fase essenziale per la ricerca e la valorizzazione. Un processo già iniziato e che sta dando i primi frutti.
Già nel dicembre 2008 e nella primavera del 2009, attraverso una serie di iniziative, sono stati presentati i risultati delle attività. Sono stati prodotti dei piccoli documentari e per la quarta edizione del festival "Fotografia Europea" (Reggio Emilia, 30 aprile - 7 giugno: www.fotografiaeuropea.it) è stata realizzata la mostra "Expanded Frames", un percorso espositivo con stampe di fotogrammi e installazioni video. Dal 7 al 18 settembre i film di don Zanni sono stati oggetto di un corso di formazione sul riuso di materiali audiovisivi inediti e privati, rivolto a studenti, videomakers, ricercatori e docenti interessati alla rielaborazione di fonti filmiche e alla raccolta di videotestimonianze. In prospettiva il progetto "Osservatorio Reggio Emilia" rientrerà in una rete regionale, che sarà oggetto di discussione in una conferenza prevista a Bologna per la fine di ottobre, in occasione della manifestazione "Archivio aperto". È infatti fondamentale che questa esperienza si leghi ancora di più alle attività di archiviazione del patrimonio filmico privato e inedito che da alcuni anni sono state avviate in Emilia-Romagna. Il progetto - diretto da Andrea Ginzburg, coadiuvato da un comitato scientifico formato da docenti universitari, e realizzato da un gruppo di ricercatori - è promosso e sostenuto dal Comune di Reggio Emilia, dalla Fondazione Manodori e dal Gruppo industriale cooperativo CCPL.
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