Rivista "IBC" XVII, 2009, 3
musei e beni culturali / pubblicazioni
I musei civici di Modena hanno pubblicato pochi mesi fa, in occasione della riapertura degli istituti culturali ubicati a Palazzo dei Musei, due guide vendute in cofanetto, dedicate alle sezioni archeologica-etnografica e artistica, curate rispettivamente dalle direttrici Ilaria Pulini e Francesca Piccinini, con la collaborazione di Cristiana Zanasi e Luana Ponzoni. Volumi dai testi molto chiari, corredati da belle immagini con didascalia e, soprattutto, assolutamente portatili: chi visita le sale, "riviste" in parte, di recente, dalle curatrici con un nuovo atrio d'ingresso multimediale, può dunque portare con sé senza alcuna fatica i "libretti" e soddisfare all'occasione, immediatamente, ogni curiosità artistica e storica. I due testi riassumono la storia dell'istituto comunale e poi illustrano tutti i contenuti attraverso una suddivisione per sale (per quanto riguarda la parte artistica) e per vetrine (per quella archeologica), in modo tale che il lettore/visitatore ritrovi immediatamente la pagina con l'oggetto su cui vuole approfondire.
La particolarità dei musei modenesi sta nel fatto che, a quasi centoquarant'anni dalla fondazione, ancora si conserva, almeno in parte, l'allestimento ottocentesco, caratterizzato da larghe vetrine in legno con migliaia di reperti archeologici in massima parte provenienti dagli scavi del territorio. Le parti artistiche, archeologiche ed etnologiche sono amalgamate nel susseguirsi delle sale e ben rappresentano per tipologie varie (dipinti, sculture, oggetti antichi, terraglia, tessuti, divise militari, oggetti industriali) l'intera storia modenese. Nella sala dell'arte sacra vale la pena soffermarsi su vari pezzi: sul Cristo in terracotta di Begarelli, di recente attribuzione, a cui si avvicina (dello stesso Begarelli) la stupenda Madonna della Piazza, un tempo sulla facciata del Palazzo comunale; sulla piccola acquasantiera wiligelmica; sulla cimasa con Annunciazione e santi del trecentesco Tommaso da Modena; e sul nucleo di affreschi duecenteschi staccati dai sottotetti del Duomo nel 1902.
Nella sala degli strumenti musicali ci sono opere di Giovanni Battista Dall'Olio e Antonio Apparuti; nella successiva, cofanetti e custodie per ampolle, e poi stupendi strumenti scientifici (globi, sfere armillari) di Giovanni Battista Amici, oltre a vetri e maioliche estensi. C'è poi la sala di "snodo" del museo - mantenuta per raccordare idealmente le collezioni d'arte e d'archeologia e ricordare la storia dell'ente attraverso una sorta di "museo del museo" - con la collezione di marmi di Luigi Poletti e i manufatti degli artigiani Riccò e Rinaldi. Il museo prosegue con la sala dei dipinti Campori (Stringa, Lana, Ricci), innestandosi quindi nella parte etnologica (Nuova Guinea, Sud America, Africa, Asia) e in quella archeologica, introdotta dall'ibrido artificiale della sirena.
Il vasto salone è suddiviso per ere preistoriche, a partire da Paleolitico e Mesolitico con le tracce dei primi gruppi umani presenti nel Modenese (circa trecentomila anni fa). Tra i pezzi da non perdere, nella guida illustrati attraverso "focus": la Venere di Savignano, risalente a ventottomila anni fa, i materiali provenienti dalla terramara di Montale, le tombe villanoviane dell'VIII-VII secolo avanti Cristo e l'importante necropoli della Galassina, con gli splendidi candelabri dalla punta figurata. Infine è allestita la Modena romana, con gli oggetti della domus di via Università (letto tricliniare in bronzo, fontana a forma di anatra, tavolinetto) e pezzi deliziosi come una piccola lepre in bronzo.
Guida al Museo civico archeologico etnografico di Modena, a cura di I. Pulini e C. Zanasi, Modena, Edizioni Nuova Grafica, 2008, 120 pagine, senza indicazione di prezzo; Guida al Museo civico d'arte di Modena, a cura di F. Piccinini e L. Ponzoni, Modena, Edizioni Nuova Grafica, 2008, 112 pagine, senza indicazione di prezzo.
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