Rivista "IBC" XVII, 2009, 1
Dossier: Studi d'artista - Conoscere e conservare i luoghi della creatività in Emilia-Romagna
musei e beni culturali, biblioteche e archivi, dossier /
È dell'Amministrazione provinciale di Forlì-Cesena e del suo Coordinamento per la promozione delle arti visive l'iniziativa di "aprire" al pubblico le dimore e gli studi degli artisti che sono oggi operosi nel proprio territorio. Così, grazie a veri e propri reportage fotografici, sono diventati accessibili ai visitatori i luoghi di vita e di lavoro di alcuni "maestri storici" dell'arte romagnola, pittori, scultori, disegnatori esponenti della cosiddetta generazione di mezzo del secolo scorso, oggi ancora in attività.
Un esperimento, certo (come i "ritratti" di personaggi famosi dell'arte romagnola, dai ravennati Francesco Verlicchi e Giuliano Ruffini, ai santarcangiolesi Lucio Bernardi e Flavio Nicolini, proposti dall'Istituto regionale per i beni culturali in occasione di mostre recenti), ma che per l'assessore provinciale alla cultura, Iglis Bellavista, si inserisce in quella "nuova fase conoscitiva, al di fuori dei normali tracciati istituzionali, sulle presenze e sui fenomeni che in vario modo stanno animando la locale scena artistica e culturale". Il proposito? Quello di iscrivere certi luoghi e contesti, che appaiono intimamente legati alla creatività del nostro tempo, tra i beni culturali convenzionalmente connessi alla modernità e ai suoi fenomeni nel campo delle arti visive. L'impegno? In primo luogo, l'individuazione, la conoscenza, la valorizzazione degli studi d'artista, autentici e sorprendenti giacimenti culturali, con i loro accumuli di memoria e la loro vitalità persistente, ma dal futuro prevedibilmente segnato da dispersioni e da soppressioni.
La questione, che dal territorio forlivese e cesenate si allarga a tutto il contesto regionale, è dunque quella della tutela di luoghi non semplicemente connotati, nell'aspetto esteriore, dal lavoro quotidiano degli artisti, ma da considerare come veri e propri "specchi riflessi" della personalità di chi in essi vive e opera. Luoghi che risultano tanto più sensazionali e coinvolgenti, se ancora ad animarne la scena è un maestro d'arte di lungo corso, con la propria inesausta vitalità certo, ma anche con il carico di esperienze originali e di memorie legate alla vicenda figurativa del secolo passato.
Per cominciare, si è provato a "mettere in rete" questi sconosciuti spazi della creatività odierna con le altre emergenze culturali territoriali attraverso veri e propri "itinerari" disegnati secondo precisi criteri ambientali, con un sistema di approcci e di rimandi da luogo a luogo. Agli artisti della fotografia, alla loro capacità inventiva è stato chiesto di introdurre i visitatori negli studi d'arte, rivelandone le suggestive atmosfere, così sature di specialissime energie vitali. Alla prova delle immagini, si può dire che gli "esploratori" del rinomato circolo di Savignano sul Rubicone (una piccola capitale italiana della fotografia, con le sue superbe manifestazioni annuali) hanno dimostrato appieno il loro valore, per un'impresa certamente non facile e dall'esito non scontato, messe in conto pure le variabili dell'entità e dello spessore dei rapporti, delle intese e dei dialoghi (o anche dei confronti) fra le varie coppie di artisti dell'immagine scese in campo.
Due finora gli itinerari fin qui tracciati. Il primo ha condotto i visitatori a conoscere i luoghi di vita e di lavoro di alcuni "decani" dell'arte romagnola (pittori come Osvaldo Piraccini, con le case-studio del centro storico di Cesena e tra i calanchi argillosi del Sarsinate, ed Enzo Bellini, con la propria dimensione di lavoro nell'appenninica Santa Sofia, paese ben noto per via del Premio "Campigna"; e scultori come Ilario Fioravanti, tra i bronzi e le terrecotte della sua fascinosa dimora all'ombra del castello di Sorrivoli, e Mario Bertozzi, "faber" nell'artusiana Forlimpopoli) e di due artiste di lungo corso operativo attive in pittura (Miria Malandri) e in incisione (Paola Emiliani) negli appartati "interni" del cuore urbano di Forlì.
Attraenti anche le proposte contenute nell'itinerario numero due. Lontano dall'offrire più o meno canonici e convenzionali "ritratti d'artista", le sei sequenze di immagini che risultano nella mappa offrono al pubblico altrettante situazioni del "dove e come" si fa arte nella realtà territoriale cesenate e forlivese. Così, nella vecchia Forlì, dalle strutture cadenti che incorniciano il piccolo studio di pittura di Casadio si passa alle rinomate adiacenze del San Domenico, per scoprire le atmosfere d'incanto del laboratorio ceramico di Lena Papadakis; mentre, nel cuore malatestiano di Cesena, Leonardo Lucchi, scultore "faber" del nostro tempo, apre la propria bottega piena di statue e di lavori in corso. E se, in Appennino, la "fabbrica" sarsinate di Lucio Cangini, eclettico compositore di storie visive, vive e si anima in una sorta di abituale en plein air e quella santasofiese di Giovanna Bellini trasmette il senso di un lavoro plastico dell'artista che va dalla grande forma alla più ridotta miniatura, in riva all'Adriatico, a Cesenatico, nella sorprendente penombra del proprio studio, il pittoscultore Alan Gattamorta fa del riuso la tecnica magistrale per comporre i propri mosaici, fatti con tessere di carta acquatica.
A Silvio Canini, Andrea Angelini, Cesare Ricci, Graziano Bartolini, Ettore Perazzini, Susanna Venturi, Patrizia Zelano, Mario Beltrambini, Piero Turci, Marco Vincenzi, Moreno Diana e Maria Vodarich, nell'ordine dei luoghi e degli artisti che abbiamo qui menzionato, si devono le immagini di questi itinerari. Da oggi esse formano un nuovo, inedito, formidabile "archivio dell'arte" del nostro tempo.
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