Rivista "IBC" XVII, 2009, 1
musei e beni culturali, biblioteche e archivi / mostre e rassegne, pubblicazioni, storie e personaggi
Bologna torna a Luigi Serra. Dopo la mostra presso la Galleria d'arte moderna dedicata al pittore, nel 2003, rendono oggi omaggio a questo figlio illustre della nostra città documenti, carte d'archivio, bozzetti e piccoli dipinti allineati dal 13 dicembre 2008 al 28 marzo 2009 nel quadriportico dell'Archiginnasio. Fu protagonista del secondo Ottocento bolognese Luigi Serra (1846-1888), morì giovane - aveva solo 42 anni ma era già una personalità artistica di rilievo - e fu autore di un quadro famosissimo, qui da noi, e molto noto anche all'arte italiana: Irnerio che glossa le antiche leggi (1888). Quella grande tela, in Palazzo d'Accursio, è il simbolo dell'orgoglio civico del periodo postunitario, quando sotto le due torri, come altrove, si recuperavano le radici storiche cittadine.
Quelle radici ora si ripropongono, e rivivono nella rassegna promossa dalla Biblioteca comunale dell'Archiginnasio e dalla Soprintendenza per i beni librari dell'Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, grazie alla cura di Stefano Pezzoli, Maria Grazia Bollini e Orlando Piraccini, ideatore del progetto regionale degli "Archivi dell'arte" pensato appositamente per ricomporre, sulla base insostituibile delle fonti, le vicende artistiche del territorio, tra XIX e XX secolo. Occasione dell'esposizione, infatti, nel centoventesimo dalla scomparsa del pittore, è la donazione di un archivio: un fondo comprensivo di lettere, fotografie, schizzi, appunti di Luigi Serra relativi a un arco di mezzo secolo e messi a disposizione dell'Archiginnasio da Stefano Pezzoli, che li aveva ereditati dal bisnonno Enrico Guizzardi, grande amico del Serra.
Guizzardi, mercante di tessuti, acquistò dalla madre dell'artista 7 faldoni e 5 cartelle, ai quali si aggiunsero altri documenti: una testimonianza inedita sulla biografia del pittore, che nella Bologna di Giosue Carducci cominciava la propria avventura. I primi passi partirono dal Collegio artistico "Venturoli", poi, grazie a Luigi Busi e a Giulio Cesare Ferrari, in un'Accademia rivitalizzata dal pisano Antonio Puccinelli, ecco la sterzata verso il Quattrocento toscano, e a Firenze la frequentazione assidua del Caffè Michelangelo (1866-1867). Ma non furono le larghe chiazze e i contrasti dei macchiaioli a incontrarsi nella sua tavolozza, quanto, invece, le tonalità sensuose e il cangiantismo dei napoletani, da Morelli a Delaroche, come fu chiaro da subito nell'Esilio di Maria de' Medici (1868) e nell'Annibale Bentivoglio al castello di Varano (1870), presentati rispettivamente alle Esposizioni di Bologna e di Parma.
Quadri di storia, certamente, ma con in più una tensione psicologica verso un "vero" morale che lo impose come maestro autonomo, in grado di affrontare imprese anche complesse - il sipario per il teatro di Fabriano (1875), manifesto delle congeniali propensioni neorinascimentali - e di allinearsi all'ala più aggiornata della pittura europea: i preraffaelliti, la pittura inglese, a un passo dalle eleganze grafiche dello stile liberty. La priorità dell'aspetto progettuale si intuisce, del resto, nei fogli della mostra bolognese: Serra fu un grandissimo disegnatore, e non si rimpiangono, nei suoi bozzetti, la piacevolezza e la qualità delle opere compiute.
Eppure, come tanti altri, anche lui fu sfortunato in vita, e tanto più per questo sembra provvidenziale, ora, questa nuova mostra. È un diario privato, un ritratto intimo e insieme travagliato; un interno, si potrebbe dire, con un "pittore nello studio", dove transitano gli amici, i famigliari, gli artisti immortalati dai fotografi, portatori di novità con i quali Serra confrontò la sua pittura. "Contorni fotografici": così, del resto, Angela Tromellini intitola il proprio saggio nel catalogo della mostra, dove appaiono anche uno scritto di Marilena Pasquali sui contenuti degli albi, uno di Stefano De Carolis sulla malattia dell'artista, uno di Maria Grazia Bollini, riordinatrice del fondo, e uno di Stefano Pezzoli, curatore, con Orlando Piraccini, del volume introdotto dalle parole di Pierangelo Bellettini e di Rosaria Campioni.
L'artista e l'amico. Ritorno a Luigi Serra. Opere e documenti dalla raccolta di Enrico Guizzardi, a cura di S. Pezzoli e O. Piraccini, Bologna, Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna - Editrice Compositori, 2008 (IBC Immagini e documenti), 192 pagine, 25,00 euro.
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